Genova, imbarcazioni seguono la portacontainer israeliana: ieri sera il blocco della “merce pericolosa” diretta a Tel Aviv – Video

  • Postato il 28 settembre 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Chiunque abbia una barca o la sappia portare, si unisca”. L’appello del collettivo “Gente di mare”, circolato a Genova nei giorni scorsi, ha preso forma questa mattina nel levante genovese: una ventina di imbarcazioni – tra gommoni, derive, gozzi e barche a vela – ha scelto di “seguire” la nave Zim, portacontainer israeliana bloccata ieri dai portuali del Calp. Dopo essere stata allontanata ieri sera anche per motivi di sicurezza, la Zim è tornata in porto con la garanzia – formalizzata dalle autorità – di non caricare merce. Proseguirà solo le operazioni di scarico di circa 150 container, interrotte bruscamente ieri sera dallo sciopero a oltranza sul carico specifico da parte dei lavoratori portuali.
Il “corteo marittimo” fa parte dell’iniziativa “da sponda a sponda, Palestina libera”, nata a Genova in sostegno della Global Sumud Flotilla. “È dai nostri porti che partono le armi, l’Italia è il terzo Paese al mondo per forniture di armi a Israele, è con le nostre tasse che Israele finanzia il suo progetto coloniale e abbiamo la responsabilità di fare ciò che è in nostro potere per fermarlo”, spiegano gli organizzatori. “Abbiamo il dovere di fare tutto ciò che è in nostro potere per fermare il massacro”.
Hanno messo a disposizione una mail (gentedimaregenova@proton.me) per chi volesse unirsi e aderire alla flotta, concordando di volta in volta le iniziative. La flotta punta a mantenersi operativa per eventuali azioni future di interposizione nonviolenta e disturbo all’accesso dello scalo, in caso di transito di navi sospette di trasportare armamenti o materiali diretti in Israele. Ma anche la sola presenza, come questa mattina, ha uno scopo di sensibilizzazione simbolica con striscioni, bandiere, slogan, per “tenere alta l’attenzione sul genocidio e l’emergenza umanitaria a Gaza e in Cisgiordania e sulla complicità economica italiana”, come si legge nel messaggio con il quale hanno raccolto adesioni. Nel mirino ci sono anche i contratti commerciali che interessano direttamente il porto di Genova. Da mesi il movimento portuale, civile e sindacale chiede lo stop alle forniture militari e il blocco logistico verso Israele, come forma di pressione per “un cessate il fuoco immediato e duraturo” a Gaza. La Zim, compagnia di navigazione con sede ad Haifa, è già stata oggetto di mobilitazioni in diversi porti del mondo, dalla California a Marsiglia, oltre che a Genova.

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Il Fatto Quotidiano

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