GP Montreal, in Canada non si vince per caso: il Circuit Gilles Villeneuve non perdona

  • Postato il 10 giugno 2025
  • Formula 1
  • Di Virgilio.it
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Nel prossimo weekend la F1 farà tappa in Canada per il GP di Montreal, decimo appuntamento della stagione. Si correrà sul Circuit Gilles Villeneuve, un tracciato veloce, tecnico, spietato, realizzato sull’isola artificiale di Notre-Dame nel cuore del fiume San Lorenzo. Teatro di gare spettacolari, spesso segnato dalla pioggia, è uno di quei circuiti in cui il talento fa davvero la differenza: non si vince mai per caso.

La storia del circuito

Il GP del Canada è giunto alla sua 54esima edizione, la prima si disputò nel 1967. Non si correva a Montreal, ma a Mosport, a un centinaio di chilometri da Toronto, e a Mont-Tremblant.

Dal 1978, quando un giovane pilota canadese dal nome destinato a entrare nel mito vinse la mia prima gara, la storia  della F1 si fa ogni giro, ogni decimo, a ogni curva di Montreal. Dopo la morte di Gilles Villeneuve nel 1982, il circuito prese l’attuale denominazione in suo onore.

Montreal è anche il circuito dove Jean Alesi vinse la sua unica gara in F1 nel 1995 e dove Jenson Button portò a termine una rimonta leggendaria nel 2011 durante la gara più lunga della storia della F1. Teatro di incidenti spettacolari e arrivi al fotofinish, ha sorriso a Lewis Hamilton, alla Ferrari e a Red Bull. Max Verstappen è stato l’ultimo a vincere nel 2024 in una gara dove i primi quattro hanno tutti tagliato il traguardo entro cinque secondi l’uno dall’altro.

Il circuito

Il tracciato si caratterizza per la bassa rugosità e aderenza ridotta che lo contraddistinguono da sempre. Lungo 4.361 chilometri, è composto da una successione di rettilinei e chicane strette, con 14 curve di cui 6 a sinistra, 8 a destra da percorrere in 70 giri. Una pista dove stabilità in frenata ed efficacia in fase di trazione sono determinanti.

Settore 1

Tutto inizia sul rettilineo principale, quello che conduce alla prima chicane dopo la linea di partenza. È qui che i piloti più coraggiosi fanno la differenza, si arriva infatti a oltre 300 km/h, poi una frenata secca, millimetrica. Chi sbaglia l’impostazione della curva 1 può già dire addio a un buon tempo, o peggio, rischia il contatto.

A seguire c’è la Curva 2, larga e scivolosa, un invito alla derapata se non si dosano bene potenza e trazione. Il pubblico è lì vicino, pronto a esultare o trattenere il respiro. Un settore dove serve ritmo, serve fiducia.

Settore 2

Al secondo settore si entra dalla Curva 3-4, una chicane sinistra-destra tra le più complicate del calendario di F1. I cordoli sono alti, l’asfalto scivoloso. Poi arriva la Curva 5-6, altra chicane, ma più veloce. Se si allarga troppo si va sull’erba, se si frena tardi c’è il muro.

A seguire si entra nella Curva 7, un tornantino in contropendenza che chiama il bloccaggio anteriore. Qui le gomme soffrono e i freni si scaldano. Una sola sbavatura e si perdono secondi importanti. Segue una zona dove attivare il DRS prima della Curva 10.

Settore 3

Arrivati al terzo settore, lo scenario cambia ancora. Si affonda l’acceleratore sul rettilineo del Casino, dove le monoposto sfrecciano, possono attivare il DRS e si preparano a entrare nella parte più famosa di tutto il circuito: la chicane finale tra le Curve 13-14 e il celebre “Muro dei Campioni“. Quel muretto lì, a bordo pista, è stato “firmato” da alcuni dei più grandi. Michael Schumacher, Damon Hill, Jacques Villeneuve ne sanno qualcosa.

Numeri e curiosità

Come già descritto, il tracciato deve il suo nome a Gilles Villeneuve, uno dei piloti più amati della storia della F1, che ha corso e vinto qui davanti al suo pubblico. Costruito su un’isola artificiale creata per l’Expo del 1967, durante l’anno è aperto al pubblico. Nello specifico, jogger, ciclisti o turisti possono percorrere le sue curve.

Michael Schumacher e Lewis Hamilton condividono i primati di vittorie (7) e di pole position (6). Il tedesco è anche primatista con Kimi Raikkonen, per numero di giri più veloci in gara (4) mentre è da solo in testa per numero di piazzamenti sul podio (12). Fra le squadre, la più vittoriosa è la McLaren (13), davanti a Ferrari (12) e Williams (7).

Stiamo parlando di uno dei circuiti dove la Safety Car entra in pista più spesso a causa di muretti stretti e condizioni meteo variabili. Il record assoluto sul giro è di Valtteri Bottas (Mercedes) nel 2019, con 1:13.078. Ma ogni anno può essere quello buono per riscrivere la storia.

Riferimento del Nord America

Nonostante la concorrenza interna al continente con tre GP negli Stati Uniti, Montreal continua ad avere un’identità forte. È l’unica gara nordamericana con una vera eredità sportiva radicata, un tracciato che ha visto vincere i più grandi e un pubblico che risponde con entusiasmo ogni anno. Le tribune sono sempre piene, l’atmosfera è tra le più autentiche dell’intero calendario.

Il GP del Canada è anche un evento strategico per i team, il circuito di Montreal, con le sue caratteristiche uniche, rappresenta un banco di prova importante in vista del ritorno in Europa e soprattutto delle gare estive, quelle decisive alle sorti del Mondiale Piloti e Costruttori 2025.

Attesa alle stelle

Il GP del Canada arriva in calendario in un momento chiave. Le gerarchie si stanno delineando, ma ogni punto pesa, ogni errore si paga. Ferrari cerca una svolta, Red Bull vuole rispondere, McLaren vuole allungare, Mercedes cerca il riscatto.

Attualmente, il GP di Montreal è confermato fino al 2031 grazie al rinnovo siglato nel 2022 tra F1, il governo del Quebec e il Comune della città. Un accordo che testimonia la volontà condivisa di mantenere il Canada all’interno del cuore pulsante del Circus. Tuttavia, il contratto da solo non basta, serve anche una visione strategica per restare competitivi in un panorama globale che cambia a grande velocità e dove in molti vogliono entrare.

Negli ultimi anni, la F1 ha virato verso destinazioni glamour e altamente redditizie: Miami, Las Vegas, Arabia Saudita, Singapore. Circuiti moderni, dotati di infrastrutture all’avanguardia e budget quasi illimitati. Montreal, con il suo fascino “old school” e la sua atmosfera unica, deve ora conciliare storia e modernizzazione per non rischiare il sorpasso. Perché se è vero che nel Circus nessuno è insostituibile, è anche vero che alcuni tracciati sono semplicemente irrinunciabili. E Montreal è uno di questi.

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Virgilio.it

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