“Ho una bomba a orologeria. Le mie protesi al seno potrebbero farmi venire il cancro, ma il sistema sanitario UK non le rimuove”: lo rivela Abby Squires
- Postato il 26 aprile 2025
- World News
- Di Il Fatto Quotidiano
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Nel 2009 ha pagato 5.000 sterline (quasi 5900 euro) per delle protesi al seno, nella speranza che l’intervento di chirurgia estetica l’avrebbe fatta sentire più a suo agio con se stessa. Adesso Abby Squires, 37 anni, ha scoperto che l’impianto nel suo corpo potrebbe causarle una forma di cancro “rara e molto grave”. Nel 2019, infatti, alcune specifiche protesi sono state ritirate globalmente dal mercato proprio perché ritenute pericolose. Il rischio è di dover far fronte a a un linfoma legato alle protesi al seno che colpisce alcune cellule del sangue. Stando al Daily Mail, il sistema sanitario nazionale non esegue l’operazione gratuitamente e, se Squires volesse rimuovere l’impianto, costerebbe 10.000 sterline (quasi 12.000 euro). “È una situazione piuttosto spaventosa. Potenzialmente ho una bomba a orologeria – ha dichiarato –. Chissà cosa potrebbe succedere nel prossimo mese, sei mesi o un anno. Non voglio arrivare al punto di avere dei sintomi”.
Sedici anni fa, quando si è fatta installare le protesi, Squires si è rivolta al Transform Medical Group di Maidstone, nel Kent (Inghilterra), “che non era un’azienda clandestina, ma piuttosto nota. Ho fatto le mie ricerche e mi sono fidata”. Squires è stata operata all’ospedale di Londra, dove le sono state inserite delle protesi progettate dalla multinazionale farmaceutica Allergan. Da quel momento, la donna non ha avuto alcun problema o complicazione. Nel 2019, poi, Allergan ha ritirato gli impianti dal mercato perché potenziali cause di cancro. Squires è venuta a conoscenza dell’operazione della multinazionale solo la settimana scorsa vedendo un video su Instagram.
Nel filmato, la star del programma televisivo “Married at first sight UK” Amy Kenyon affermava di essersi fatta rimuovere le protesi dopo aver scoperto che potevano causare un tumore. Kenyon, 28 anni, ha attaccato la clinica in cui si era sottoposta all’intervento per non averla avvisata del ritiro dal mercato delle protesi e ha dichiarato che “sarebbe potuta morire” a causa degli impianti. Da lì, l’esortazione ai suoi follower a farsi controllare.
L’obiettivo della Squires, adesso, è usare la sua visibilità come concorrente di Miss Gran Bretagna per sensibilizzare sui rischi legati alle protesi al seno e ad altri interventi di chirurgia estetica. “È spaventoso pensare che ci siano migliaia di donne là fuori che non hanno mai sentito parlare di questa cosa. Le protesi al seno sono così comuni oggi. Sembra che molte più donne se le facciano rispetto a quando le ho installate io nel 2009. Voglio sensibilizzare l’opinione pubblica e spero che possa aiutare quante più ragazze possibile che molto probabilmente si trovano nella mia stessa situazione”, ha spiegato.
Per potersi sottoporre all’intervento, il sistema sanitario nazionale ha comunicato a Squires che dovrebbe avere i sintomi del cancro. “Non ho i soldi per sostituirli, quindi non mi resta che sperare nel meglio finché non riuscirò a trovare un modo per rifarli”, ha affermato la donna.
Secondo le attuali linee guida del governo britannico, i sintomi più comuni del linfoma associato alle protesi di questo tipo sono il gonfiore e l’asimmetria del seno, causati da un liquido che si accumula vicino all’impianto. Secondo gli ultimi dati, dal 2011 ad esempio negli Stati Uniti, sono state ricevute 1.380 segnalazioni di cancro legate alle protesi. La maggior parte dei casi viene diagnosticata in anticipo e guarita con la rimozione degli impianti. In altri casi, invece, sono necessari chemioterapia, immunoterapia o radioterapia. Per la malattia non esistono test di screening, motivo per cui le autorità hanno invitato le donne che hanno riscontrato liquido, un nodulo o gonfiore intorno all’impianto oltre un anno dopo l’intervento a prenotare dei controlli.
Pochi giorni fa, secondo quanto riporta il Daily Mail, Transform Medical Group – che ha chiuso la propria attività nel 2015 – ha rilasciato una dichiarazione sulla questione: “Offrire un’assistenza sicura e compassionevole durante tutto il percorso del paziente è la nostra massima priorità e forniamo consulenza che consente ai pazienti di prendere decisioni informate sulla propria salute, nel pieno rispetto delle più recenti linee guida delle autorità sanitarie e cliniche”.
Sulla base di alcune analisi cliniche indipendenti, comunque, è emerso che dopo il ritiro delle protesi dal mercato l’azienda produttrice Allergan non abbia consigliato agli operatori di rimuovere gli impianti dai pazienti storici.
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