I leader del mondo e 400mila cittadini comuni: l’addio a Francesco. L’ultimo viaggio del Papa tra due ali di folla per le vie di Roma
- Postato il 26 aprile 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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I leader mondiali divisi in oltre 160 delegazioni, i rappresentanti delle religioni del pianeta, oltre 2700 giornalisti. Ma anche, soprattutto, 400mila cittadini comuni che tra l’area di piazza San Pietro e il tragitto del corteo funebre per le vie di Roma hanno accompagnato Papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio, nel suo ultimo viaggio. L’addio al pontefice è stato salutato da due ali di folla, una marea di persone che hanno trovato in Francesco un punto di riferimento per aspetti diversi, ma tutti orientati al cambiamento. In particolare gli appelli insistiti per la pace sia in Ucraina sia a Gaza. E proprio il passaggio che ricordava le sue parole contro la guerra, citate nell’omelia del cardinale Giovanni Battista Re, il decano del collegio, è stato accolto da un rumoroso applauso. “Di fronte all’infuriare delle tante guerre di questi anni – ha detto Re -, con orrori disumani e con innumerevoli morti e distruzioni, Papa Francesco ha incessantemente elevata la sua voce implorando la pace e invitando alla ragionevolezza, all’onesta trattativa per trovare le soluzioni possibili, perché la guerra è solo morte di persone, distruzioni di case, ospedali e scuole. La guerra lascia sempre, è una sua espressione, il mondo peggiore di come era precedentemente: essa è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta”.
Una frase ribadita in faccia ai “potenti del mondo“, come più volte è stato detto in queste ore, che quasi mai su questo principio hanno dimostrato di ascoltare il Papa a cui oggi hanno reso omaggio con la loro presenza. Ci sono capi di Stato e di governo, dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump al re del Lesotho Letsie III, dal granduca Enrico del Lussemburgo al presidente del Brasile Lula, dal presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky al vice presidente della Cina Chen Chin-Jen, dalla ministra russa Olga Borisovna Lyubimova all’ambasciatore israeliano Yaron Sideman. Per la Palestina (che è riconosciuta dalla Santa Sede) c’è il primo ministro Mohamed Mustafa. Tra i leader europei ci sono la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron. Per l’Italia la delegazione è stata guidata dal capo dello Stato Sergio Mattarella con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i presidenti delle Camere, i vicepremier.
La processione di cardinali e vescovi ha introdotto l’inizio della messa esequiale sul sagrato della Basilica di San Pietro. La liturgia è concelebrata in primo luogo dai cardinali e dai patriarchi delle Chiese Orientali, e presieduta dal cardinale Re. In tutto, secondo l’ordine di servizio, i concelebranti sono 970, tra cardinali (220) e vescovi e sacerdoti (750). Sul sagrato della Basilica è presente anche l’icona mariana della Salus Populi Romani, tanto cara al pontefice. La cronaca dice che il vento a un certo punto sfoglia il Vangelo sulla bara di Francesco, circostanza che ai meno giovani ha riportato subito alla mente la stessa scena durante i funerali di Giovanni Paolo II, nel 2005. Un lungo e fortissimo applauso dei fedeli a San Pietro ha di nuovo accompagnato con commozione l’uscita del feretro di Francesco dal sagrato. “Grazie Francesco” si legge su diversi cartelloni, qualcuno lo grida ad alta voce. In tanti alzano le bandiere, c’è chi saluta con la mano. La bara del Papa è stata sollevata da quattordici sediari che l’hanno inclinata leggermente per l’ultimi tributo della piazza. Poi il tragitto da San Pietro alla basilica di Santa Maria Maggiore: la bara viaggia a bordo di una papa-mobile, lungo le strade del centro di Roma, Fori Imperiali compresi. Ai lati, dietro una lunga serie di transenne, due ininterrotte ali di folla.












































La grande partecipazione popolare è stata in qualche modo interpretata indirettamente anche dall’intervento del cardinale Re: “È stato un Papa in mezzo alla gente con cuore aperto verso tutti – ha sottolineato -. Inoltre è stato un Papa attento al nuovo che emergeva nella società ed a quanto lo Spirito Santo suscitava nella Chiesa. Con il vocabolario che gli era caratteristico e col suo linguaggio ricco di immagini e di metafore, ha sempre cercato di illuminare con la sapienza del Vangelo i problemi del nostro tempo, offrendo una risposta alla luce della fede e incoraggiando a vivere da cristiani le sfide e le contraddizioni di questi nostri anni di cambiamenti, che amava qualificare ‘cambiamento di epoca’. Aveva grande spontaneità e una maniera informale di rivolgersi a tutti, anche alle persone lontane dalla Chiesa”.
Alle centinaia di migliaia di persone che hanno voluto assistere al funerale e al corteo funebre a Roma si sono aggiunti i milioni di tv, cellulari, pc collegati per assistere alla diretta televisiva nelle lingue più lontane. Sui social, secondo i primi calcoli, si sono sfiorati i 7 milioni di interazioni in 12 ore. La rivoluzione tecnologica, che ha viaggiato veloce negli ultimi 20 anni – ovvero dal funerale di Giovanni Paolo II – ha portato così tutto il mondo lungo via della Conciliazione, tra le colonne di piazza San Pietro e al seguito dell’ultimo viaggio del pontefice che ha attraversato Roma fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore, il luogo di sepoltura: dalle Filippine (il più popoloso paese cattolico al mondo), all’Africa, passando per l’Asia, gli Stati Uniti o l’America Latina che a Francesco aveva dato i natali.
Ad accogliere il feretro di Bergoglio sul sagrato di Santa Maria Maggiore un gruppo di poveri, di migranti, di transessuali amici di Papa Francesco. In mano le rose bianche, gli occhi lucidi di chi ha perso un amico, gli restituiscono l’ultimo abbraccio dopo che l’ultimo atto terreno il pontefice l’ha voluto riservare a loro, gli ultimi, i bisognosi, i “diversi”. “È sceso dal piedistallo per stare tra le persone”, il commento di una fedele che per tutto il giorno ha atteso l’arrivo del feretro. In piazza San Pietro, seduti con tutti i “grandi della Terra”, c’erano anche rappresentanti dell’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i diritti dei rifugiati, e di Mediterranea, l’ong che salva le vite in mare.
Alle 13 la tumulazione del feretro nella basilica di Santa Maria Maggiore, secondo le prescrizioni dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, presieduto dal cardinale camerlengo: oltre al clero, erano presenti anche i familiari di Bergoglio. Nel frattempo, nelle stesse ore, quasi negli stessi minuti, l’occasione del suo funerale sembra essere diventata una possibilità per colloqui incrociati sulla questione ucraina. Resterà per sempre simbolica l’immagine di Trump e Zelensky seduti uno di fronte all’altro sul pavimento di bellezza eterna di San Pietro. Se le parole di Francesco abbiano lasciato finalmente un segno, se la sua sia stata davvero un’eredità raccolta dai politici del mondo, sarà ciò che resterà da vedere nei giorni che verranno.
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