I lupi ormai attaccano anche i bovini adulti. L’allarme di di Coldiretti in Piemonte
- Postato il 24 ottobre 2025
- Economia
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Il fenomeno degli attacchi di lupi nel Torinese sta assumendo, secondo Coldiretti, proporzioni preoccupanti, colpendo sempre più spesso anche grandi animali da allevamento. Non si tratta più solo di pecore e capre, ma di bovini, cavalli e asini, fino a venti volte più pesanti di un lupo. L’ultimo episodio registrato a Frossasco vede una famiglia di lupi attaccare, di notte, una mandria al pascolo, ferendo gravemente tre capi.
«Fino a poco tempo fa si pensava che un lupo, che pesa tra i 25 e i 30 kg, non potesse attaccare una mucca – sottolinea Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino – Invece, ora il fenomeno coinvolge vitelli, manze e perfino bovini adulti, spesso di razze pregiate come la Piemontese da carne o le razze alpine da latte, da cui si producono i grandi formaggi delle nostre vallate».

Il danno emotivo ed economico
Gli attacchi non hanno solo conseguenze emotive ma anche economiche: la perdita di un singolo capo può equivalere al reddito mensile di un allevatore. Coldiretti denuncia come il fenomeno stia spingendo alcuni margari a rinunciare al pascolo in montagna, mettendo a rischio l’agricoltura alpina e l’intero sistema produttivo locale.
I sindaci e le amministrazioni locali condividono la preoccupazione: «Se non è più possibile pascolare in montagna o in pianura, il problema diventa di tutto il territorio», aggiunge Mecca Cici. Coldiretti Torino richiama anche l’attenzione sul valore del pascolo all’aperto, praticato da secoli, che garantisce il benessere animale ma oggi si scontra con la presenza sempre più diffusa dei lupi.
Come intervenire
Per affrontare la crisi, Coldiretti chiede risorse per difese attive e passive, risarcimenti rapidi e congrui per i capi persi e l’avvio di un vero Piano di gestione regionale dei lupi. «È necessario conoscere lo stato del decreto attuativo della Regione Piemonte e avviare un Piano articolato per province e aree locali», spiega il presidente dell’associazione.
Il fenomeno del “surplus killing”, tipico delle famiglie di lupi in questa stagione, spiega l’aumento dei ferimenti: i giovani lupi imparano le tecniche di caccia, causando attacchi anche a grandi animali senza consumarne la carne. La crescita dei branchi, con esemplari in dispersione che si spingono anche in aree urbane, rende il problema sempre più complesso e urgente.
Coldiretti Torino lancia così un appello alle istituzioni: proteggere gli allevatori e salvaguardare il pascolo in montagna è fondamentale non solo per gli agricoltori, ma per la sopravvivenza di un’intera tradizione agroalimentare piemontese.
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