Il governo mette una toppa al pasticcio degli acconti Irpef. Corretto il testo che penalizzava dipendenti e pensionati
- Postato il 22 aprile 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Il Consiglio dei ministri ha approvato un provvedimento per chiarire le regole sulla determinazione degli acconti Irpef 2025. La nuova disposizione conferma che i lavoratori dipendenti e i pensionati senza redditi aggiuntivi non dovranno versare alcun acconto Irpef per il 2025, evitando così qualsiasi aumento del carico fiscale”. È quanto dichiara Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle Finanze. Il provvedimento si è reso necessario per rimediare al pasticcio, inizialmente denunciato dalla Cgil, per cui pensionati e dipendenti avrebbero dovuto pagare l’imposta con le vecchie aliquote e non le nuove (accorpate), per ottenere poi una restituzione della somma aggiuntiva solo in un secondo momento.
Stando alle simulazioni della Cgil, un dipendente con poco più di 18mila euro di reddito da lavoro in seguito l’applicazione dei vecchi scaglioni avrebbe per esempio versato 69 euro non dovuti con aliquote e scaglioni in vigore dal 2024. A quota 27mila euro e con una detrazione per familiari a carico il debito fiscale sale da zero a 240 euro. Se lo stesso lavoratore ha anche una detrazione per spese sanitarie, la beffa si aggrava: con i nuovi scaglioni sarebbe arrivato un rimborso di 165 euro, invece salta fuori un acconto di 95 euro. Un pensionato con 15mila euro di trattamento Inps e un altro reddito di importo minimo non tassato alla fonte con le regole attuali non dovrebbe pagare nulla, applicando quelle vecchie dovrà versare 54 euro.
“L’intervento si è reso necessario per correggere un difetto di coordinamento tra il decreto legislativo del 2023, attuativo della delega fiscale, che prevedeva per il solo 2024 la riduzione delle aliquote Irpef da 4 a 3 e la legge di bilancio 2025 che ha reso strutturale la predetta riduzione di aliquote”, ha spiegato Leo. “Abbiamo approvato il nuovo provvedimento in tempo utile per assicurare che non vi siano errori nei prossimi versamenti o nella compilazione delle dichiarazioni dei redditi”, chiosa il viceministro, esprimendo “soddisfazione per la prontezza con la quale il governo ha risolto la questione”.
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