Il “sotterraneo dei tormenti” della Casa dello Studente, il viaggio nel cuore nero della storia di Genova

  • Postato il 24 aprile 2025
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Casa dello Studente

Genova. “Attraverso una porta, ai piedi della scala sinistra, in un sotterraneo, nudo, umido, gelido, intonacato di bianco lungo una ventina di metri, largo quattro, al centro, a sinistra, a un ramo laterale breve, c’è una sedia-lettuccio da infermeria. Il caporale che mi accompagna mi afferra, mi prende per i polsi che ho legato dietro la schiena, me li torce costringendomi a chinarmi verso terra“.

Queste le parole che accompagnano i visitatori della Casa dello Studente, dove, nei suoi sotterranei, durante l’occupazione tedesca di Genova della Seconda Guerra Mondiale, partigiani e oppositori politici venivano tradotto per essere interrogati dalla Gestapo – comandata da Friedrich Engel conosciuto anche come ”il Boia di Genova” con l’aiuto dei collaboratori fascisti. Parole scritte da un testimone diretto che ha vissuto sulla sua pelle quella terribile esperienza, e oggi riportate all’interno del Museo della Resistenza Europea, che ha fatto dei “Sotterranei dei tormenti” un luogo simbolo di memoria per la storia della nostra città. E non solo.

“Schiaffi, bastonate, staffilate, punture con aghi e chiodi, scosse elettriche, soffocamento per mezzo dell’acqua sotto un rubinetto, a bocca chiusa, tentativi di strangolamento, corde di canapa a nodi, fuoco ai fiammelle, dischi metallici, bacchette di ferro”. Così avvenivano gli interrogatori dei prigionieri che, una volta terminato il calvario, venivano prelevati per poi essere fucilati in uno dei tanti luoghi che diventeranno, nel dopoguerra, sacrari della Resistenza. “Questo però non è un museo della tortura – spiega Emiliano Luisi del Centro Documentazione Logos, che da anni gestisce e promuovere questo spazio – è un museo della Resistenza Europea. Certo, bisogna sapere che qui avvenivano le torture più atroci ad opera dei nazisti e ad opera anche di quelli che collaboravano con i nazisti che erano italiani e genovesi. E qui le ricordiamo, mantenendo vivo il ricordo di quello che è successo”.

Dopo la guerra il sotterraneo viene murato, e la città cerca di “dimenticare” in fretta le atrocità. Di cui, in qualche modo, in alcuni suoi strati, è stata complice.  “Questi muri sono stati eretti nel dopoguerra quando la Casa dello studente torna come era prima – racconta Luisi – L’idea è che questo posto qua, quindi il sotterraneo, così come le celle, dovessero essere dimenticati per sempre”. Ma durante le occupazioni di fine anni 60, un gruppo di studenti trova un varco, prende a picconate i muri di mattoni che chiudevano i passaggi, e riporta alla luce questo luogo di sofferenza e morte, simbolo di un passato scomodo ma da custodire.

Oggi il “Sotteraneo dei Tormenti” resta lì, come una quinta della città quasi dimenticata, ma che torna in vita nei giorni delle celebrazioni del 25 Aprile di ogni anno, visitabile grazie ai volontari di Logos. Un museo visitato da studenti e cittadini, non solo genovesi e italiani: “L’idea che vogliamo trasmettere è stato un gigantesco fenomeno di resistenza al nazifascismo, certamente, ma anche di opposizione alla guerra, di opposizione alla società che aveva prodotto due guerre mondiali, il genocidio, l’olocausto. E’ stato un fenomeno non solo italiano, ma internazionale. E infatti questo museo è dedicato a un resistente tedesco, che è Rudolf Seifert, un operaio comunista della Siemens di Berlino, che è stato uno dei protagonisti di uno dei fenomeni di resistenza più forti del continente, che era proprio la resistenza tedesca. Questa pagina è stata occultata, dimenticata, prima di tutto in Italia”.

 

Nella giornata di domani, venerdì 25 aprile 2025 sono in programma visite guidate al sotterraneo senza bisogno di prenotazione dalle 11 alle 18.

 

Autore
Genova24

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