Inchiesta Regione: lo schema di Daffinà tra sanità, società e fatture
- Postato il 10 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Inchiesta Regione: lo schema di Daffinà tra sanità, società e fatture
VIBO VALENTIA – Tutto ruota attorno a Tonino Daffinà, il commercialista vibonese, esponente di Forza Italia e fedelissimo del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, è come ormai stiamo scrivendo da giorni il fulcro del filone dell’inchiesta della Procura e della Gdf di Catanzaro che sta interessando la Regione. Attorno a lui ruotano una serie di indagati, tra notabili, professionisti, dirigenti della Cittadella, e di enti pubblici – su cui abbiamo riferito nei giorni scorsi – nei confronti dei quali – Daffinà compreso – sono state mosse accuse, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta, peculato e traffico di influenze illecite.
IL TRAFFICO DI INFLUENZE ILLECITE
Inchiesta molto articolata, anche perché abbraccia sia la professione di Daffinà, commercialista come detto, che il mondo della sanità privata, la contestazione di traffico di influenze illecite. Le intercettazioni hanno portato a far emergere come il professionista vibonese sia amministratore della società di consulenza “La Fenice Srl” e della “Administration & Consulting Srl”, quest’ultima detentrice dell’intero capitale sociale della prima e, a sua volta, di proprietà, per il 70%, del figlio ed entrambe – fornitrici di servizi di elaborazione elettronica di dati contabili – formalmente amministrate da Maria Francesca Palamaro (detentrice di una quota pari al 30% del capitale della Administration & Consulting Srl), ed entrambe con sede legale nello stabile in cui vi è la residenza di Daffinà.
Le risultanze dell’anagrafe tributaria, hanno condotto gli investigatori a stabilire come sia le società di capitali, quanto lo stesso Daffinà, abbiano «conosciuto e registrato un consistente incremento dei rispettivi fatturati, proporzionale in concomitanza con il succedersi dell’attuale amministrazione regionale calabrese».
Dai quadri VE delle dichiarazioni Iva presentate negli anni, la “Fenice” è passata da 27mila euro nel 2019 a 167mila nei primi sei mesi del 2025; la “Administration & Consulting Srl” è passata nello stesso lasso di tempo da 56mila a 90mila nel 2024 e a 25mila nei primi mesi dell’anno in corso; Daffinà è passato da 30mila a 186mila euro nel 2024, mentre sono 45mila quelli nei primi sei mesi del 2025. Un giro d’affari che secondo Finanza e Procura catanzaresi ha registrato una rilevante crescita e che sia dovuta «ad una serie di rapporti professionali e commerciali dagli stessi curati, proprio nel 2022, con talune imprese operanti in Calabria nel settore sanitario, nonché con una professionista legata a una di tali imprese, essendo amministratrice della relativa controllante». Inoltre, spiegano ancora gli inquirenti, né Daffinà, né le due società di capitali a lui riconducibili risultano trasmettere le dichiarazioni fiscali dei nuovi clienti, delle cui scritture contabili neppure risultano depositati.
I RAPPORTI CON LA TIRRENIA HOSPITAL SRL
Nell’inchiesta finiscono anche i rapporti tra Daffinà e la “Tirrenia Hospital Srl” che nel 2022 aveva visto avviare la collaborazione con la “La fenice Srl” destinataria di fatture per 4.000 euro mensili fino a tutto il 2024. Anche in questo caso, la committente avrebbe continuato, in quel periodo, a ricevere le prestazioni di altri professionisti esercenti attività analoghe alle prestazioni offerte dalla “Fenice Srl”; inoltre, proprio a partire dal 2022, la Tirrenia hospital Srl ha beneficiato di un consistente incremento del proprio fatturato verso enti pubblici calabresi passando da 11,4 milioni di euro nel 2020 a 18 nel 2023 mentre il dato del 2024 non è ancora noto. Andando alle conclusioni sul punto emergerebbero il ruolo che sembra essere riconosciuto ad Antonino Daffina nella gestione della sanità in Calabria e le presunte anomalie contabili, dove Procura e Finanza ritengono riferite a operazioni inesistenti anche le fatture emesse dalla La fenice Srl nei confronti della Tirrenia hospital Srl, dell’importo di 4.000 euro (più IVA) per il 2022 e di 48.000 euro (più IVA) per ciascuno degli anni 2023 e 2024.
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Inchiesta Regione: lo schema di Daffinà tra sanità, società e fatture