La FIS cancella russi e bielorussi da Milano-Cortina: non potranno gareggiare neppure come atleti neutrali

  • Postato il 22 ottobre 2025
  • Di Virgilio.it
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Tutto come da copione: la FIS, la federazione che racchiude al suo interno sci alpino, sci nordico, freestyle e snowboard, ha deciso a larga maggioranza di escludere gli atleti di nazionalità russa e bielorussa dai prossimi giochi olimpici di Milano-Cortina. Atleti che non potranno prendere parte alla rassegna a cinque cerchi nemmeno come atleti individuali neutrali sotto l’egida del CIO, come spesso è accaduto nelle edizioni passate dei Giochi sia estivi che invernali. Una decisione destinata a far discutere, anche perché in contrasto con quella presa da altre federazioni, che avranno le rispettive discipline presenti nel programma olimpico.

Decisione unilaterale: nessuno si potrà qualificare

Il CIO aveva deciso di demandare appunto a ogni singola federazione ed ente responsabile delle varie discipline la possibilità di far partecipare atleti russi e bielorussi alle gare di qualificazione. Cosa che hanno fatto l’ISU (la federazione di pattinaggio di figura, speed skating e short track) e la ISMF (sci alpinismo), dove eventuali atleti qualificati gareggeranno appunto come atleti individuali neutrali sotto la bandiera del Comitato Olimpico Internazionale.

La FIS ha deciso di battere un’altra strada: il consiglio dell’ente ha ritenuto che non sussistessero le condizioni per far accedere gli atleti russi e bielorussi alle gare che avrebbero potuto dar loro la qualificazione alle competizioni olimpiche in programma a febbraio sulle nevi italiane. In un breve dispaccio di agenzia, la FIS ha semplicemente fatto sapere che “il consiglio si è riunito e ha votato di non consentire la partecipazione di atleti russi e bielorussi come AIN, estendendo il provvedimento anche ai giochi paralimpici che vedranno il via poche settimane dopo sulle stesse nevi di Milano-Cortina.

Il “blocco scandinavo” e il ruolo (chiave) della Francia

Il provvedimento va a colpire soprattutto un comparto, quello dello sci nordico, dove russi e bielorussi avrebbero potuto dire la loro in maniera piuttosto marcata. A Pechino 2022 i russi riuscirono a conquistare complessivamente quasi un terzo di tutte le medaglie messe in palio nelle competizioni di sci di fondo (11 su 36 totali) tenuto conto poi che lo sci nordico comprende sci di fondo, biathlon, salto con gli sci, combinata nordica, sci escursionismo, sci orienteering, ski archery e telemark.

La reazione della federazione russa non s’è fatta attendere: “Ci aspettavamo quantomeno che un certo numero di atleti potesse partecipare. Invece i norvegesi hanno adottato la linea dura, arrivando a minacciare di boicottare i giochi se fossimo stati riammessi. Svezia, Finlanda e anche Francia si sono unite al blocco e a quel punto il consiglio FIS ha votato per l’esclusione. Faremo ricorso, ma riteniamo di essere stati vittima di una grossa ingiustizia”.

Ad oggi gli unici atleti russi qualificati per i giochi sono i pattinatori artistici Adelia Petrosyan e Petr Gumennik, lo scialpinista Nikita Filippov e gli atleti di short track e pattinaggio di velocità.

La fondista Stepanova durissima: “Decisione politica. E Israele?”

La fondista Veronika Stepanova, da sempre fervente sostenitrice di Putin, ha voluto far sentire la propria voce contro la decisione presa dalla FIS. “È tutto molto semplice. Vladimir Putin è il mio presidente e il mio Paese ha sempre ragione. Se questo è il motivo per cui alcune persone losche e anonime non mi permettono di competere a livello internazionale, allora è un prezzo che sono pronta a pagare. Se mai li incontrassi, vorrei dire loro questo: state bandendo me e i miei compagni di squadra a causa delle nostre convinzioni politiche. Poi dovreste bandire gli israeliani e gli americani che sostengono Trump. È questo il vostro sistema: liquidare chi la pensa diversamente”.

Sarà probabilmente il TAS di Losanna a doversi pronunciare nelle prossime settimane sul ricorso che verrà presentato, ma è chiaro che tra le tempistiche ridotte e la forte spinta dell’opinione pubblica internazionale, pensare che la FIS si veda costretta a fare marcia indietro è pura utopia. E come sempre accade in casi come questi, le discussioni andranno avanti per settimane, senza però cambiare la decisione che è già stata presa.

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Virgilio.it

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