Lo strano messaggio di Imamoglu dal carcere alla Germania: “Non fermi la vendita degli F-35, la Turchia non è solo Erdogan”
- Postato il 25 aprile 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Hanno tremato pericolosamente le mura del famigerato carcere di Silivri quando martedì Istanbul è stata colpita dall’ennesimo terremoto che, questa volta, non sembra aver provocato vittime nonostante i danni a molti edifici sul Bosforo. Nell’istituto penale della megalopoli da un mese è imprigionato, assieme ad altri oppositori del regime del presidente Recep Tayyip Erdogan, anche il sindaco Ekrem Imamoglu. Attraverso i propri avvocati, il sindaco – accusato ad arte di corruzione essendo l’unico candidato alle presidenziali del 2028 indicato dai sondaggi in testa alle intenzioni di voto a danno di Erdogan che intende presentarsi ancora nonostante la Costituzione proibisca un terzo mandato- ha postato su X un lungo messaggio per i suoi milioni di sostenitori in costante crescita nonostante le purghe di Erdogan che hanno mandato dietro le sbarre decine di giovani turchi. Tra questi non ci sono solo gli elettori del suo partito, ovvero il socialdemocratico Chp, che è il maggior partito di opposizione, ma anche coloro che osteggiano la deriva dispotica del Sultano.
Si tratta tuttavia di un messaggio tutto da interpretare per l’insolito appello che vi è contenuto dopo aver affermato (a torto o a ragione) che “ la fine del governo di Erdogan è imminente”. Imamoglu, strenuo sostenitore della separazione tra Stato e Chiesa (in questo caso tra la repubblica e l’Islam, ndr) al contrario di Erdogan il cui partito, Akp, è di ispirazione islamica, sottolinea inoltre di non avere il minimo dubbio che sotto il nuovo governo la Turchia diventerà un membro a pieno titolo dell’Unione Europea. “Il nuovo governo turco collaborerà con l’Unione europea e con tutti i nostri alleati, compresa la Germania, nel quadro dei nostri interessi comuni e dei princìpi della democrazia basata sullo stato di diritto e sui diritti umani”, specifica il post via X.
Ma è l’insolita richiesta che segue a far riflettere, dato che, se venisse esaudita, per ora avvantaggerebbe solo il regime del Sultano tutt’altro che intenzionato a lasciare la poltrona: “Da quanto ho appreso dalla stampa, in risposta al mio arresto, il governo tedesco ha posto il veto alla vendita alla Turchia dei caccia Eurofighter, di cui le nostre forze aeree hanno disperatamente bisogno e che attendevamo da molto tempo. Vorrei rivolgermi al nuovo governo che si sta preparando a prendere il potere in Germania: la Turchia non riguarda solo Erdogan, la Turchia è più grande di Erdogan. I governi vanno e vengono. Gli interessi nazionali della Turchia hanno più valore di quelli di Erdogan o di Imamoglu. Vi esorto a ritrattare questa decisione”.
Si tratta di un messaggio ambiguo o quanto meno naif, a meno che non sia frutto di un compromesso tra il Sultano e il Chp che potrebbe averne in cambio qualcosa di cruciale per il partito di Imamoglu o Imamoglu stesso. E per rendere il testo meno polarizzante e più credibile possibile, Erdogan potrebbe aver accettato o, addirittura, ispirato anche l’affermazione (piuttosto fantasiosa) che il suo regno stia per finire, non solo teoricamente. Se la Germania dovesse sbloccare gli Eurofighers, per ora se ne avvantaggerebbe solo l’autocrate Erdogan e il proprio governo. Ma mettendo i piedi sul territorio, questa settimana è stata diffusa una raccapricciante statistica. L’Istituto di Statistica Turco (TurkStat) ha pubblicato il suo rapporto 2024 sull’infanzia, evidenziando indicatori chiave sulle condizioni e il benessere dei bambini nel Paese.
Secondo i dati, i bambini rappresentano il 25,5% della popolazione turca e un numero crescente entra nel mondo del lavoro in giovane età. Il tasso di partecipazione al mercato del lavoro tra i bambini di età compresa tra 15 e 17 anni è salito al 24,9% nel 2024, rispetto al 22,1% dell’anno precedente, secondo i risultati dell’Indagine sulla Forza Lavoro Familiare del 2024. Ciò significa che quasi un bambino su quattro in questa fascia d’età fa parte del mercato del lavoro. Di conseguenza vi è stato un calo dell’istruzione, specialmente nella prima infanzia Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, il tasso netto di iscrizione dei bambini di cinque anni all’istruzione prescolare è sceso dall’85% nell’anno accademico 2022-23 all’84,3% nel 2023-24.
Anche la mortalità infantile è in aumento: il tasso di mortalità infantile è salito dal 9,3 per mille nati vivi nel 2021 al 10 per mille nel 2024. Nel frattempo, il tasso di mortalità sotto i cinque anni è balzato dall’11,2 per mille nel 2022 al 14,5 per mille nel 2023, secondo le statistiche sui decessi e sulle cause di morte. I dati mostrano che il 9,2% dei bambini non può permettersi vestiti nuovi, mentre l’11,7% non possiede almeno due paia di scarpe adatte. Per quanto riguarda l’alimentazione, il 32,3% dei bambini non consuma carne, pollo o pesce quotidianamente. Inoltre, il 10% non è in grado di mangiare frutta o verdura fresca almeno una volta al giorno a causa di limitazioni finanziarie. Il rapporto ha anche rilevato che il 22,2% dei bambini non può andare in vacanza per una settimana lontano da casa. Circa il 16,7% non ha accesso a libri adatti alla propria età, il 21,5% non ha uno spazio adatto a casa per studiare e il 24,5% non ha giocattoli in casa con cui giocare. Inutile commentare.
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