Milano, bufera in Comune sull’urbanistica: «Sala e Tancredi trattati da subalterni da Catella»
- Postato il 22 agosto 2025
- Di Panorama
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Manfredi Catella, patron di Coima, è il perno. Ai domiciliari dal 31 luglio per corruzione e falso, per l’accusa le esigenze cautelari restano, perché le carte – «Pirellino» e non solo – mostrano contatti strettissimi coi vertici di Palazzo Marino: oggi il tribunale del Riesame deciderà se liberarlo. Nella memoria depositata ieri dalla procura, i pm descrivono il suo «modo padronale, al limite dell’inverosimile, e fuori dalla legge» di interagire con il Comune: un sistema in cui l’assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, il direttore generale Christian Malangone e persino il sindaco Giuseppe Sala vengono trattati «come suoi dipendenti maldestri e poco efficienti, per condizionare a suo vantaggio i pareri della Commissione per il Paesaggio, i contenuti dei bandi in cui il Comune deve mettere all’asta gli immobili del suo patrimonio». Dentro questa trama si muove anche Stefano Boeri: architetto di fama, presidente della Triennale e, allo stesso tempo, interlocutore privilegiato di Catella, con cui lavora e discute di progetti (anche dentro Coima City Lab). È in questo contesto che va letta la regia di Boeri e Sala alla Triennale: tutto giocato sulla narrazione del verde, intrecciata spesso anche agli interessi immobiliari di Coima. Quel racconto di sostenibilità serviva anche – e soprattutto – a dare legittimità ai grandi progetti di Catella e dello stesso Boeri.
Le carte parlano di pressioni e corsie preferenziali. Ma oltre le ipotesi di reato c’è una domanda: chi ha costruito l’immagine di Milano come capitale del verde mentre crescevano grattacieli, quartieri di lusso e colossi immobiliari? La risposta porta anche alla Triennale, istituzione autorevole e percepita come indipendente, diventata in questi anni la cassa di risonanza di una narrativa potente: il verde come futuro della città. La svolta è del 2019, quando Palazzo Marino trasferisce l’Urban Center in Triennale. Boeri, nominato presidente nel 2018 (grazie anche all’ex ministro Dario Franceschini), e Sala trovano subito un’intesa: Forestami, Milano Arch Week, Urban Factor. La sostenibilità diventa il linguaggio. E scorrono risorse pubbliche: 502.890 euro nel solo 2019 (250.000 per la programmazione dell’Urban Center, 107.000 per la sua realizzazione, il resto su ristrutturazioni e allestimenti).
Le chat agli atti dell’inchiesta mostrano come quel racconto si costruisce e si consolida negli anni. Il 15 ottobre 2017 Boeri scrive a Sala: «Proviamo a portare progetto MilanoVerde con te a Cop23 Bonn 13 nov?». Poche ore e il sindaco risponde: «Sì!». In quei giorni Boeri mette giù la «scheda su Milano 2020, metropoli leader mondiale della forestazione». Sala commenta spesso: «Tema forestazione caldissimo». Boeri rilancia: «Adesso pensiamo a un Forum mondiale della forestazione urbana… a Milano nel 2023. Con Fao». Il lessico è una clessidra: foreste urbane, CO2 biodiversità, neutralità climatica, città resilienti. L’istituzione parla il linguaggio del clima; i protagonisti dell’urbanistica milanese salgono sul palco.
Sullo sfondo scorrono i dossier veri, quelli che spostano miliardi. Gli scali ferroviari sono la posta in gioco. Il 12 novembre 2020 Catella scrive a Sala: «Porta Romana. Vediamo di fare anche il progetto straordinario Boeri-Diller, diventerebbe una bandiera di sostenibilità nel mondo!». Il 9 febbraio 2023 Catella torna a informare il sindaco: «Per la foresta sospesa Rfi/Su si è attivata […]». Intanto, nel 2020 lo scalo di Porta Romana viene aggiudicato per 180 milioni a un fondo guidato da Coima con Covivio e Prada Holding: lì sorgerà il Villaggio Olimpico 2026 (poi studentati e residenze). Nel 2024 Farini e San Cristoforo sono ceduti per 489,5 milioni. Le linee guida di Farini/San Cristoforo si presentano in Triennale durante Milano Arch Week 2019 «a cura di Fs Sistemi Urbani e Coima Sgr»: negli anni successivi i manager Coima tornano più volte tra forum e convegni, sempre sotto l’ombrello della sostenibilità.
Il 9 giugno 2023 Catella scrive a Boeri la «strategia in linea con la conversazione di ieri»: «Presentazione di tre opzioni (botanica agg.ta, bosco rivisto, botanica con dialogo a Nord con Pirellino)… così li mettiamo di fronte a una scelta irrinunciabile e con il tuo conferimento potrai orientare la commissione verso la soluzione…». Il 22 settembre 2023 Boeri chiede: «Com’è andata con Malangone?». Il 20 settembre 2023, dal Politecnico, Boeri torna a Catella: «Mi parlano del Fondo Coima Forestazione. Tu sai di ForestaMi? Perché forse si potrebbe fare sinergia!». Perfino l’agenda operativa assume tinte verdi: il 4 gennaio 2019 Catella propone tra i «temi» del lavoro comune «nuove idee per verde e spazi collettivi»; il 28 luglio 2020 Boeri spinge perché il «ponte sia un solo spazio con verde e eventi».
Attorno a Coima si allarga una galassia che tiene insieme cultura, finanza, istituzioni. Oltre a Giovanna Melandri in Coima Esg City Impact Fund, già ministra e presidente del Maxxi, nel 2024 Alessandro Rivera, ex direttore generale del Tesoro, diventa presidente di MilanoSesto SpA, la società del più grande sviluppo immobiliare d’Europa nell’area ex Falck di Sesto San Giovanni: un milione di metri quadrati che spiegano bene perché il racconto della sostenibilità sia essenziale anche per i grandi numeri della finanza immobiliare.
Nel frattempo, pesa l’imbarazzo istituzionale: nonostante indagini e processi, Boeri è ancora presidente della Triennale. Nei mesi scorsi una lettera-appello firmata da architetti e intellettuali ne ha chiesto la sospensione dalla carica, ma nulla è cambiato. E martedì un altro albero è crollato all’Arco della Pace. La retorica della «capitale verde», con il fallimento di Forestami, inciampa nell’evidenza di un patrimonio arboreo sotto stress, che chiede manutenzione, perizia, risorse e tempo.