Morti sul lavoro, la Corte dei Conti sugli ispettori: “Non basta l’aumento del personale. Servono altri strumenti”
- Postato il 27 luglio 2025
- Lavoro
- Di Il Fatto Quotidiano
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Da un lato c’è la proclamata volontà del governo Meloni di potenziare l’Ispettorato nazionale del lavoro, per contrastare la tragedia quotidiana dei morti nei cantieri e nelle fabbriche. Dall’altro, c’è una realtà che racconta una storia diversa ed è stata ben riassunta nella relazione della Corte dei Conti: un ente che fa un’enorme fatica ad assumere nuovo personale, anche perché gli stipendi e le indennità degli ispettori non sono abbastanza attrattivi. Conseguenza anche di scelte contraddittorie, come quella di non riconoscere il salario accessorio ai dipendenti dell’Inl, a differenza di come avviene in altre agenzie statali. Il risultato è una continua rincorsa di concorsi con pochi candidati, vincitori che rinunciano per spostarsi in amministrazioni meglio remunerative e un turn over inceppato di fatto.
A fine 2023, dice la relazione annuale dello stesso Ispettorato, l’organico era pari a 4.768 unità, considerando anche i militari dell’Arma dei carabinieri e gli ispettori Inps e Inail. A fine 2024, invece, questi sono diventati 4.585. Al concorso per l’ingresso di mille nuovi ispettori tecnici, su base regionale, risultano essere iscritti 1.228 candidati. Da tempo i sindacati parlano anche di una fuga dall’ente, perché in molti ritengono che le retribuzioni offerte sono del tutto inadeguate alle responsabilità alle richieste. Ma c’è anche un altro problema, che ha a che fare con l’organizzazione interna più che con i numeri generali: 900 ispettori, infatti, sono in realtà utilizzati per funzioni amministrative, per sopperire alla carenza negli uffici. Quindi ulteriori risorse in meno per i controlli sul territorio.
Come ha scritto la Corte dei Conti nella sua relazione, “la Sezione auspica che, tramite il nuovo programma di assunzioni, la criticità relativa alla carenza di funzionari amministrativi ed all’utilizzo improprio degli ispettori venga superata”. Resta comunque la necessità di rendere più equamente retribuita la funzione di ispettore. Ecco perché la Corte dei Conti suggerisce anche che “l’intervento normativo sollecitato dovrebbe, altresì, garantire, sia la corresponsione di un’indennità legata alle mansioni di polizia giudiziaria svolte dagli ispettori, sia un regime forfettario per il rimborso delle spese di missione sostenute dagli stessi”. Finora, invece, i dipendenti dell’Ispettorato hanno subito un trattamento penalizzante rispetto alle altre agenzie. Il 16 giugno, infatti, un dpcm ha assegnato le risorse stanziate dalla legge 69 del 2025, per la progressiva armonizzazione dei salari accessori nei ministeri; il provvedimento ha però escluso il personale dell’Ispettorato nazionale del lavoro.
Insomma, il governo sta giustamente perseguendo l’obiettivo di rinforzare l’Ispettorato bandendo i concorsi, ma questi da soli non bastano se non si interrompe questo circolo vizioso. Di positivo c’è che comunque negli ultimi anni il numero delle ispezioni avviate sta crescendo: “Da 17.035 del 2022 – fa notare la Corte dei Conti – a 20.755 del 2023 fino a 46.993 del 2024, tuttavia con un tasso di irregolarità accertato che si conferma elevatissimo pari all’ 84,4 per cento nel 2024”. L’alto tasso di irregolarità fa pensare che comunque, malgrado i numeri di controlli in aumento, questi stiano stanando solo una piccola parte di tutte le violazioni in materia di norme sul lavoro, a partire da quelle sulla sicurezza.
Infatti, si legge sempre nella relazione della Corte, se anche si riuscisse a portare a termine tutte le assunzioni previste, l’organico totale resterebbe ampiamente insufficiente: “Anche considerando le sole imprese con almeno tre dipendenti – dice il documento – in Italia erano, nel 2022, pari a 1.021.61874. È assolutamente evidente che, anche volendo aumentare ulteriormente il numero degli ispettori tecnici, che materialmente svolgono le ispezioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, risulta complesso, per l’Inl, garantire un controllo efficace e capillare nella materia in esame. Ad avviso di questa Sezione è, quindi, fondamentale intervenire anche con altri strumenti, incentivando l’attività di prevenzione”.
Completa il quadro la difficoltà incontrate dall’Ispettorato nel collaborare con altri enti, a partire dalle Asl. Punto che dovrebbe essere cruciale per coordinare i controlli, evitare sovrapposizioni e quindi rendere più efficiente l’attività ispettiva. Lo stesso Ispettorato, infatti, ha parlato di “criticità nel rapporto con tali enti, dovute principalmente al diverso ambito territoriale di competenza: provinciale per l’Inl e frammentato sul territorio per le Asl, con le conseguenti difficoltà nel realizzare iniziative comuni”. Problematiche che non si risolvono con i soliti annunci di nuovi fondi per le assunzioni nell’Ispettorato, tra l’altro riproposti ogni volta che si verificano incidenti sul lavoro di particolare gravità, proprio come ha fatto il 25 luglio la ministra Marina Calderone dopo la tragedia dei tre operai edili morti a Napoli.
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