Musicisti svaniti nel nulla: Licorice McKechnie, Connie Converse, Jim Sullivan…
- Postato il 12 ottobre 2025
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- Di Blitz
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Quando si parla di band o musicisti svaniti nel nulla, in genere si pensa a quelli che hanno fatto successo con un singolo, un album, forse due e di cui non si è più sentito parlare in ambito musicale. Ma in questo articolo, intendo concentrarmi principalmente su alcuni casi in cui l’espressione è da prendere alla lettera.
Il mistero avvolge infatti il destino di una manciata di artisti di cui si sono improvvisamente perse le tracce. Alcuni di loro potrebbero aver scelto di rendersi non rintracciabili e di sparire. Oppure potrebbe trattarsi di misteri irrisolti di cronaca nera, o forse ancora di perdite di memoria o problemi di salute che hanno inghiottito nell’anonimato musicisti che spesso avevano una promettente carriera davanti. In alcuni casi, c’è addirittura chi ha scomodato la teoria del rapimento da parte degli alieni. Più che scrivere un articolo di true crime, spero però che possiate prendere il racconto di queste storie come un omaggio a questi artisti e un’occasione per riscoprire la loro arte, che spesso sparisce nelle nebbie delle storie della musica insieme a loro.
Ovviamente, come è prassi, dopo un certo periodo dalla scomparsa, questi musicisti sono stati dichiarati morti, il che è più che probabile in molti casi. Ma non stiamo parlando di una categoria simile al tristemente noto “club dei 27”, la sempre crescente schiera di musicisti morti a 27 anni, in genere all’apice del successo. I musicisti di cui vi parlerò qui sono semplicemente dispersi, spariti, svaniti nel nulla.
Ma per rendere giustizia al titolo, vale la pena accennare anche a qualche band o musicista che, pur non essendo avvolto in alcun mistero, è sparito dai radar della discografia a discapito di un iniziale successo o di un incredibile talento. Per quanto riguarda le band che hanno pubblicato un solo album, vi rimando all’articolo già pubblicato: Le band che hanno pubblicato un unico album. In tutti gli altri casi, è difficile distinguere le band che hanno fatto il loro naturale corso per poi sciogliersi e smettere di pubblicare album da quelle che sono invece svanite nel nulla in maniera più improvvisa. Gli esempi che seguono sono quindi solo una parziale e soggettiva selezione, sempre con un occhio (o un orecchio!) alla buona musica che vale la pena di andare a riscoprire.
E, sempre a proposito di musicisti svaniti nel nulla, mi piace ricordare l’esempio di Grace Slick, la strepitosa cantante dei Jefferson Airplane che negli anni Novanta si è ritirata dalla scena musicale per dedicarsi all’attività di pittrice e disegnatrice.
Alcuni casi poco misteriosi
Il successo, il riconoscimento da parte del mercato, del pubblico, dell’industria discografica non vanno sempre d’accordo con l’evoluzione artistica delle band. Artisti che negli anni Sessanta erano delle celebrità sono spesso caduti nel dimenticatoio e a volte hanno preferito ricominciare da zero con nuovi progetti o magari anche abbandonare la scena musicale.
Tra i casi più eclatanti, ci sono gli Iron Butterfly. Il successo della meravigliosa cavalcata di 17 minuti In-A-Gadda-Da-Vida, uscita nel 1968 nell’album omonimo, non è bastato a garantire alla band una lunga vita. Fondati nel 1966, hanno continuato a produrre nuovi album fino al 1975, prima di sciogliere il gruppo dopo la pubblicazione dell’ultimo lavoro in studio, Sun and Steel. In seguito, nel tentativo di riformare la band, si sono succeduti moltissimi cambi di formazione, che però hanno prodotto solo tour e concerti, ma nessun nuovo album.
Altro esempio illuminante dagli anni Sessanta sono i Left Banke, una band di pop “barocco”, famosa soprattutto per il singolo Walk Away Renée del 1967. Le ingerenze del produttore, padre del tastierista, portarono rapidamente allo scioglimento della band ancora prima che il singolo arrivasse al successo. Quindi arrivò un periodo di cause legali e tentativi di utilizzare il nome per capitalizzare da parte della produzione. Poi finalmente i Left Banke riescono in qualche modo a riformarsi, pubblicando però solo un album nel 1986, Strangers on a Train, composto da brani registrati un decennio prima.
Interessante è anche la storia legata agli Adverts, band punk inglese attiva dal 1977 al 1979. The Adverts pubblicano due album, Crossing the Red Sea with the Adverts nel 1978 e Cast of Thousands nel 1979, e sono tra i primi artisti punk a raggiungere un successo mainstream. Poi, più nulla. Oltretutto, la bassista Gaye Advert si è ritirata dalla scena musicale dopo lo scioglimento della band, accusando apertamente l’establishment musicale e il mondo della critica di gretto maschilismo. Oggi è un’apprezzata artista visiva e collagista.
Arriviamo a tempi più recenti, con le vicende degli anni Ottanta dei Frankie Goes to Hollywood. Fondati nel 1980, i Frankie Goes to Hollywood pubblicano il loro album di esordio nel 1983, con i loro successi più importanti: Relax e The Power of Love. Il secondo album, Liverpool, esce nel 1986, ma ha un successo decisamente minore. La band si scioglie l’anno successivo. I tentativi di riformare il gruppo con nuovi elementi vengono bloccati dal cantante per vie legali. Le reunion degli anni Duemila non hanno prodotto nuove pubblicazioni discografiche.
Sempre negli anni Ottanta, gli Housemartins hanno raggiunto molto rapidamente il successo, con i loro due album London 0 Hull 4 e The People Who Grinned Themselves to Death. Poi la band, all’apice della fama, si scioglie: i membri si dedicano ognuno a un progetto personale, spesso collaborando tra loro. In particolare è il bassista Norman Cook a trovare il maggiore successo nella scena della musica elettronica sotto il nome di Fatboy Slim. Dopo lo scioglimento degli Housemartins nel 1988, nessun tentativo di reunion ha mai visto la luce.
Infine, c’è la storia drammatica di Glenn Miller, che ci introduce all’ambito più misterioso delle vicende che seguono. Glenn Miller era un trombettista e compositore americano molto famoso tra la fine degli Trenta e l’inizio degli anni Quaranta. Arruolatosi nell’esercito, dirigeva una band che si esibiva spesso nei campi militari. Inviato in Francia per suonare per le truppe americane durante la Seconda guerra mondiale, partì dall’Inghilterra nel dicembre del 1944, ma il suo aereo non arrivò mai oltre la Manica. Ad oggi, non si sa cosa sia successo, al di là di plausibili supposizioni, ma tutti i passeggeri del volo furono dichiarati scomparsi.
Richey Edwards
Iniziamo questa carrellata del mistero con un caso piuttosto famoso, perlomeno in Gran Bretagna. I Manic Street Preachers sono un gruppo rock gallese fondato nella seconda metà degli anni Ottanta. Politicamente impegnati e apertamente schierati contro gli orrori del capitalismo, hanno esordito con l’album Generation Terrorists nel 1992, seguito l’anno successivo da Gold Against the Soul e nel 1994 da The Holy Bible. Questo è stato l’ultimo album che ha visto la presenza del chitarrista ritmico Richey Edwards, ufficialmente scomparso improvvisamente nel febbraio del 1995. La sua storia è stata raccontata molte volte in libri, documentari, ricostruzioni di giornalisti investigativi. La band, dopo lo shock iniziale, ha proseguito a fare musica e, ancora oggi, è solita montare sul palco un microfono in più durante i live, proprio per l’assente Richey Edwards. Faster era il primo singolo estratto da The Holy Bible, nel video eseguito dal vivo al festival di Glastonbury nel 1994.
Licorice McKechnie
Christina “Licorice” McKechnie è una cantante scozzese, che nel 1968 si è unita alla Incredible String Band, un gruppo di folk inglese psichedelico, caratterizzato da melodie spesso orientaleggianti e dall’uso di strumenti atipici come il sitar. La Incredible String Band è stata seminale, non solo nell’ambito della musica folk britannica: Robert Plant, ad esempio, ha dichiarato di essersi ispirato a un loro album, The Hangman’s Beautiful Daughter del 1968, per creare lo stile dei Led Zeppelin. Nella band McKechnie suonava anche le percussioni. Uscita dal gruppo nel 1972 dopo aver registrato su ben otto album, si trasferisce negli Stati Uniti. L’ultima volta è stata vista nel 1986, mentre faceva l’autostop nel deserto dell’Arizona. Poi più nulla, nessuna traccia. Nel video, la performance della Incredible String Band al festival di Woodstock nel 1969, con Licorice McKechnie alle percussioni e voce. Il brano, When You Find Out Who You Are, fu pubblicato nel sesto album della band, I Looked Up, uscito nel 1970.
Alain Kan
Cantautore francese dall’animo rock, Alain Kan ha pubblicato un EP negli anni Sessanta, tre negli anni Settanta nel suo periodo londinese, uno negli anni Ottanta. Poi, dopo il 1990, svanisce letteralmente e misteriosamente nel nulla. Negli anni Settanta, Alain Kan si avvicina al glam rock, particolarmente affascinato e influenzato da David Bowie, idolo che riesce anche ad incontrare in Francia. Nell’album del 1979 What Ever Happened to Alain Z. Kan, inserisce un omaggio al Duca Bianco, con questa sua reinterpretazione in francese di Hey Man (Suffragette City).
Connie Converse
Pioniera americana del cantautorato folk moderno, Connie Converse inizia la sua carriera musicale nel 1954. Venti anni dopo, nel 1974, sparisce nel nulla, dopo aver lasciato la casa di famiglia per cercare una nuova vita a New York. Impegnata politicamente, in particolare contro il razzismo, è rimasta sconosciuta fino al 2004, quando uno storico della musica di New York inserisce la sua storia in un programma televisivo. Da lì partono le ricerche delle registrazioni del suo repertorio, che vengono restaurate e pubblicate nell’album How Sad How Lovely del 2009. Nel 2017 esce addirittura un album dal titolo Vanity of Vanities: A Tribute to Connie Converse, in cui i suoi brani sono interpretati da diversi importanti artisti, fra cui Mike Patton e Laurie Anderson. La traccia di apertura di How Sad How Lovely è Talkin’ Like You (Two Tall Mountains).
Jim Sullivan
Cantautore americano con uno stile folk mescolato a toni vagamente psichedelici, Jim Sullivan è stato a un passo dal successo a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Amico di Dennis Hopper, appare addirittura come comparsa in Easy Rider, film del 1969 in cui figura come chitarrista in una comune hippie. Nello stesso anno pubblica per un’etichetta indipendente il suo album di debutto, U.F.O., con temi legati al soprannaturale e agli extraterrestri. Nel 1972 esce il suo secondo album, Jim Sullivan, sempre con un’etichetta indipendente, la Playboy Records. Nel 1975 parte per trasferirsi a Nashville, la meta di ogni cantautore americano, ma scompare senza lasciare traccia. La sua macchina viene ritrovata lungo una strada polverosa, con dentro i soldi, la chitarra e i suoi oggetti personali. C’è anche chi ha ipotizzato che sia stato rapito dagli alieni. Rosey è uno dei brani registrati nel 1969 per l’album U.F.O.
Hermann Szobel
Hermann Szobel lo abbiamo già incontrato nell’articolo sulle band che hanno pubblicato un unico album. Sì, perché questo autentico genio musicale austriaco, pianista e compositore, a soli 18 anni, nel 1976, ha registrato un album intitolato semplicemente Szobel, che è un vero e proprio gioiello di jazz rock, a tratti complesso e imprevedibile quanto Frank Zappa. Dopo di che è letteralmente svanito nel nulla, forse volutamente, forse no, lasciando dietro di sé un alone di mistero e un grande interrogativo su quanta altra musica eccezionale avrebbe potuto regalare all’umanità. Mr. Softee è la traccia di apertura di Szobel.
Scott Smith
Concludiamo con la storia di Scott Smith che, fra tutte, è quella che più probabilmente è tinta di toni tragici. Negli anni Ottanta, i canadesi Loverboy riempivano gli stadi in patria e negli Stati Uniti con il loro mix di rock e pop. Cinque album in un decennio, ricchi di veri e propri inni che ancora oggi vengono passati per radio. Poi lo scioglimento della band e la reunion, con un altro album nel 1997. Ma qui la nostra storia si ferma, perché nel 2000 il bassista della band Scott Smith ha un terribile incidente: uscito con la sua barca insieme a degli amici, viene scaraventato fuori bordo da un’enorme onda e non viene più ritrovato. Ufficialmente disperso, si suppone ovviamente sia morto nell’incidente. Working for the Weekend era la traccia di apertura del secondo album dei Loverboy, Get Lucky, uscito nel 1981. Nel video, una esecuzione dal vivo nel 1982.
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