Nanoanticorpi di alpaca contro l'herpes

  • Postato il 8 settembre 2025
  • Di Focus.it
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Un anticorpo derivato dagli alpaca, molto più piccolo degli anticorpi tradizionali, è in grado di neutralizzare una proteina che il virus dell'herpes simplex (HSV, herpes simplex virus) usa per infettare. La scoperta, pubblicata su Nature, potrebbe favorire lo sviluppo di trattamenti contro le forme latenti dell'infezione da herpes, che possono riattivarsi periodicamente con nuovi sintomi. Al momento infatti non disponiamo di farmaci in grado di eradicare completamente l'infezione da herpes, né di prevenire le sue possibili complicanze neurologiche.. Che cosa c'entrano gli alpaca con l'herpes?. Da qualche tempo i camelidi come gli alpaca (Vicugna pacos) sono oggetto di studio per gli immunologi: i loro anticorpi hanno una struttura più semplice rispetto a quelli umani e sono quindi più agili nel raggiungere obiettivi spesso preclusi agli anticorpi "tradizionali". Sono inoltre più leggeri, più stabili, più facili da produrre e da somministrare, tanto che in passato se ne è studiata l'efficacia nelle terapie contro il SARS-CoV-2 e come arma ulteriore per aiutare le cellule CAR-T ad attaccare i tumori solidi.. Proteina trasformista. Per infettare le cellule dell'ospite, il virus dell'herpes simplex si aggancia alla loro membrana esterna e fonde con essa il proprio involucro. Quindi rilascia il proprio materiale genetico nella cellula attaccata e la usa come fabbrica per produrre nuove copie di sé. Per compiere la fusione usa una proteina nota come glicoproteina B, che durante il processo altera la sua forma tridimensionale: questa trasformazione "dell'ultimo minuto", che lascia nascoste e inaccessibili molte regioni della proteina, è una delle ragioni della mancanza di antivirali efficaci contro l'herpes.. Fusione interrotta. Un gruppo di scienziati tedeschi coordinati dal Leibniz-Institut für Virologie di Amburgo ha determinato la conformazione precisa della glicoproteina b, usando la microscopia crioelettronica (una tecnica che permette di vedere nel dettaglio le strutture proteiche) per intrappolarla così come appare nel momento esatto della fusione.. A questo punto i ricercatori hanno iniettato un preparato a base di glicoproteina b in un alpaca e isolato i nanoanticorpi prodotti dall'animale in risposta al vaccino: tra questi hanno individuato quello con l'effetto neutralizzante più marcato, capace di neutralizzare la glicoproteina b anche in concentrazioni molto basse. Il nanoanticorpo si lega alla proteina nella sua forma di fusione e blocca ogni ulteriore trasformazione, impedendo i processi necessari affinché la fusione tra membrane sia completata. In questo modo, previene l'infezione.. Prevenire le riattivazioni. Gli autori dello studio immaginano un futuro in cui nanoanticorpi come questo possano essere usati per prevenire le infezioni ricorrenti da herpes nelle persone che ospitano il virus in forma latente. A beneficiare di questa forma di prevenzione potrebbero essere le persone con un sistema immunitario indebolito e nelle quali una riattivazione dell'herpes possa generare complicanze più serie, come i neonati, le persone ammalate di cancro o di HIV, le persone con malattie autoimmuni o in attesa di trapianto, le donne in gravidanza..
Autore
Focus.it

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