Ne soffre più della metà degli impiegati italiani: il dolore invisibile di cui nessuno parla, ma è il problema più diffuso
- Postato il 6 agosto 2025
- Salute
- Di Blitz
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Oltre la metà degli impiegati italiani convive quotidianamente con un dolore muscolo-scheletrico persistente, un disagio spesso sottovalutato e poco discusso che incide profondamente sulla qualità della vita lavorativa e personale.
Nonostante la sua diffusione, questo fenomeno rimane un “dolore invisibile”, poco riconosciuto sia dalle aziende sia dalla società, generando un impatto considerevole sulla produttività e sul benessere psicofisico dei lavoratori.
Il dolore muscolo-scheletrico: un problema sottovalutato tra gli impiegati italiani
Secondo recenti studi condotti su un campione rappresentativo di lavoratori italiani, più della metà degli impiegati soffre regolarmente di dolori muscolo-scheletrici, in particolare a livello cervicale, dorsale e lombare. Questi disturbi, spesso associati a posture scorrette e a lunghe ore trascorse davanti al computer, rappresentano la principale causa di assenteismo e di riduzione della performance lavorativa.

Le condizioni di lavoro, caratterizzate da sedentarietà prolungata e da postazioni non ergonomiche, favoriscono lo sviluppo di sintomi come rigidità, tensione muscolare e dolore cronico. Nonostante ciò, la consapevolezza rispetto a queste problematiche rimane ancora limitata e, di conseguenza, spesso manca un adeguato supporto aziendale per la prevenzione e la gestione del dolore.
Il dolore muscolo-scheletrico non si limita a influire sul corpo, ma ha un forte impatto anche sul benessere psicologico degli impiegati. Studi recenti evidenziano come il dolore cronico possa aumentare i livelli di stress, ansia e depressione, aggravando ulteriormente la situazione personale e lavorativa.
Il disagio vissuto da chi soffre di questi dolori è spesso ignorato, generando un senso di isolamento e frustrazione. Il fatto che il dolore sia invisibile contribuisce a una scarsa comprensione da parte di colleghi e superiori, che possono interpretare erroneamente la sintomatologia come mancanza di motivazione o produttività. Questo circolo vizioso alimenta un clima lavorativo poco supportivo, con ripercussioni negative sul morale e sulla motivazione.
Per affrontare efficacemente questo problema, è fondamentale adottare un approccio integrato che coinvolga sia i singoli lavoratori sia le organizzazioni. In primo luogo, l’ergonomia degli ambienti di lavoro deve essere una priorità: postazioni regolabili, sedute adeguate e pause attive sono misure essenziali per prevenire l’insorgenza del dolore.
Inoltre, la promozione di programmi di educazione posturale e di attività fisica mirata può ridurre significativamente l’incidenza e la gravità dei disturbi muscolo-scheletrici. Le aziende più attente al benessere dei propri dipendenti stanno introducendo iniziative di welfare aziendale che includono fisioterapia, sedute di stretching e consulenze ergonomiche personalizzate.
È importante lavorare sulla cultura organizzativa per favorire una maggiore consapevolezza e apertura verso queste problematiche. Incoraggiare il dialogo e l’ascolto attivo tra lavoratori e management può contribuire a ridurre lo stigma associato al dolore invisibile, creando un ambiente lavorativo più inclusivo e supportivo.
L’attenzione crescente verso la salute psicofisica degli impiegati rappresenta un passo fondamentale per migliorare la qualità della vita lavorativa e, di riflesso, i risultati aziendali. Il riconoscimento e la gestione del dolore muscolo-scheletrico devono diventare una priorità per tutte le realtà produttive italiane, per garantire un equilibrio sostenibile tra prestazioni lavorative e benessere personale.
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