Perdita di fiducia nella politica
- Postato il 26 novembre 2025
- Politica
- Di Paese Italia Press
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Palermo 26 nov. 2025 – Dal risultato delle tre competizioni regionali, votanti del 40% circa, emerge solo un dato: gli Italiani in stragrande maggioranza non hanno più fiducia in questi partiti e nei loro rappresentanti.
Questa è la ragione principale per cui c’è stato un abbassamento netto della percentuale di votanti in tutte e tre le Regioni dove si è votato ed è inutile nascondere che questo risultato è la sconfitta di tutti i partiti e dei loro rappresentanti.
E’ quindi evidente che nessuno dei contendenti può dichiararsi vincitore, perchè l’unico vincitore è stato l’astensionismo!
Basarsi solo sui calcoli delle percentuali ottenute, senza tenere conto dell’effettiva percentuale dei votanti, è fuorviante e dovrebbe suggerire a tutti di non illudersi sull’aumento o il decremento dei voti attribuiti ai singoli partiti, perchè essi sono conseguenti alla bassissima affluenza alle urne.
Altro elemento che fa comprendere come la politica non abbia compreso che questo sistema elettorale, in uno alle mancate coerenti proposte dei partiti, non funziona.
Gli eletttori non ci stanno più a essere presi in giro e, come abbiamo visto a Napoli: il pessimo spettacolo organizzato sul palco del comizio da Meloni e Tajani non ha convinto proprio nessuno a recarsi alle urne per far vincere la destra, che saltellando ha dato uno spettacolo degradante, sia per la politica, che per le istituzioni, che essi per primi dovrebbero rappresentare con dignità e onore.
La politica è e dovrebbe essere altro, sia nei modi, che nei contenuti e negli esempi. Purtroppo mancando questi presupposti è inevitabile che i cittadini si allontanino sempre più dalle urne!
L’estrema vertigizzazione della rappresentanza, che ha il suo apice nell’elezione diretta di sindaci e presidenti di Regioni, attuata in conseguenza della modifica del titolo V della Costituzione, è sicuramente una delle cause principali del degrado a cui i cittadini sono costretti ad assistere impotenti.
Con l’avvento del liderismo i partiti si sono liquefatti, lasciando senza riferimenti gli elettori.
Infatti, il potere è in mano ai vari leader spesso calati dall’alto e senza nessun legame con il territorio, che non sono, come abbiamo sperimentato in tutta la penisola, garanzia di buon governo della cosa pubblica, di onestà e competenza.
Basti guardare, ad esempio, a quello che sta succedendo alla Regione Siciliana per capire il degrado politico e istituzionale a cui siamo giunti.
Il guaio è che molti non hanno ancora compreso che il leaderismo è la fine della politica e della democrazia; presidenti e sindaci di fatto sono potestà inamovibili, che rispondono solo a loro stessi!
E’ auspicabile, quindi, che tutti ne prendano atto e comprendano la necessità, non più rinviabile, di ricostruire, o meglio di rifondare i partiti su basi nuove, con un personale politico completamente rinnovato, nel rispetto della Costituzione.
La modifica dell’attuale legge elettorale rimane quindi un elemento fondamentale per riuscire in questa impresa; ritornare al proporzionale puro è l’unica via da percorrere, per ridare ai cittadini la libertà di scegliersi i propri rappresentanti, piuttosto che cercare di ritornare ai collegi uninominali, come va fantasticando in queste ore il PD, convinto di potere vincere così le prossime elezioni nazionali.
Dovrebbe essere evidente a tutti che questo Paese ha un disperato bisogno di partiti che abbiano una visione, programmi chiari e realizzabili e non fatti solo di promesse irrealizzabili, che il giorno dopo il voto si dissolvono come neve al sole.
Basta con le porte girevoli per politici, che escono da un incarico per ricandidarsi ad altro incarico, magari cambiando anche partito e coalizione.
La Costituzione italiana nata dalla Resistenza deve tornare a essere l’unica bussola, che deve guidare l’agire politico e da cui non si deve poter derogare.
In primis va ristabilito l’articolo 11 che oggi dx e sx (sic) si sono messi sotto i piedi, per finanziare e donare armi all’Ucraina e a Israele, con il risultato che ci ritroviamo dentro una guerra, che non ci appartiene, e un genocidio, che dovremmo condannare e non alimentare fornendo armi.
La conseguenza di questa scellerata politica guerrafondaia, in dispregio del dettato Costituzionale, è il disastro finanziario ed economico del Paese a cui stiamo assistendo, che ha come conseguenza la crescente povertà, oltre che la perdita di diritti, quali ad esempio quello alla salute e allo studio, garantiti dagli art.li 32 – 33 e34 della Costituzione.
L’Auspicio è che chi ha a cuore le sorti del Paese si impegni a costruire un futuro migliore per i giovani e i meno giovani, cosa di cui c’è un disperato bisogno, con la consapevolezza che oramai questi partiti e questi politici di destra e di sinistra hanno esaurito la loro credibilità. @Riproduzione riservata
Nella Toscano
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