Prelievi bancari, parte la caccia: ecco quando scatta l’allarme del Fisco e come evitarlo
- Postato il 14 agosto 2025
- Economia
- Di Blitz
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Allarme del Fisco per questi prelievi bancari: scattano i controlli per tutti quelli che commettono questo errore.
Con l’intensificarsi dei controlli fiscali e delle normative antiriciclaggio, i prelievi bancari e i versamenti in contanti sono finiti sotto la lente d’ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate e dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF).
La soglia critica dei 10.000 euro mensili rappresenta un limite oltre il quale scattano segnalazioni automatiche che possono far partire accertamenti approfonditi. Ecco quando scatta l’allarme del Fisco e quali sono le strategie per evitare problemi.
Soglia di segnalazione e obblighi bancari
Secondo la normativa vigente, l’Agenzia delle Entrate ha accesso diretto al Registro dei Rapporti Finanziari, un archivio alimentato annualmente da tutte le banche e gli uffici postali italiani. Questi ultimi sono obbligati a comunicare al Fisco tutti i rapporti finanziari in essere con i contribuenti, compresi versamenti e prelievi. Tale potere di controllo non richiede alcuna autorizzazione giudiziaria ed è finalizzato a verificare la correttezza delle dichiarazioni dei redditi e l’adempimento degli obblighi fiscali. Per evitare di essere segnalati, non bisogna superare la soglia dei 10.000 euro di versamenti in contanti in un mese solare. La segnalazione scatta infatti anche se la somma è raggiunta attraverso più versamenti frazionati, ognuno inferiore alla soglia, ma che sommati superano il limite mensile.
L’Agenzia ha facoltà di analizzare i movimenti su conti correnti fino a 5 anni per chi ha presentato la dichiarazione dei redditi, e fino a 7 anni per chi non l’ha presentata, con termini calcolati dal 1° gennaio dell’anno successivo alla dichiarazione o alla scadenza per presentarla. Se si utilizzano carte bancomat per i prelievi, i limiti giornalieri e mensili variano in base alla banca emittente. In genere, il limite giornaliero oscilla tra 250 e 1.000 euro, mentre il limite mensile può arrivare fino a 3.000 euro. Tuttavia, la normativa antiriciclaggio impone un vincolo stringente: per prelievi mensili superiori a 10.000 euro, la banca è tenuta a inviare una segnalazione di operazione sospetta (SOS) all’UIF, senza alcun ritardo.

L’Unità di Informazione Finanziaria, incaricata di combattere il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, analizza le segnalazioni ricevute e può inoltrarle alla Guardia di Finanza, alla Direzione Investigativa Antimafia e all’autorità giudiziaria, che potranno avviare indagini approfondite. L’articolo 35 del D.Lgs. 231/2007 stabilisce che la segnalazione deve essere effettuata quando la banca ha fondati sospetti di riciclaggio o finanziamento del terrorismo, oppure quando i fondi provengono da attività illecite, indipendentemente dall’entità dell’operazione. Gli indicatori di anomalia, forniti dalla UIF per individuare operazioni sospette, includono:
- Importi insolitamente elevati rispetto al profilo economico e alla capacità finanziaria del cliente;
- Frequenza anomala di prelievi, magari frazionati per non superare soglie specifiche, per evitare di attirare l’attenzione;
- Modalità particolari di prelievo, come richiesta di banconote di grosso taglio senza giustificazione o prelievi effettuati da terzi senza motivazioni plausibili;
- Incoerenza delle operazioni rispetto all’attività lavorativa dichiarata o alla situazione patrimoniale nota;
- Collegamento con altre operazioni sospette già segnalate o in corso di verifica;
- Informazioni esterne negative sul cliente, come coinvolgimenti in indagini o legami con soggetti a rischio.
Dal 17 gennaio 2025 è entrato in vigore il D.Lgs. 211/2024 che ha aggiornato le regole relative alle dichiarazioni di operazioni in oro. Secondo la nuova disciplina, le transazioni in oro devono essere dichiarate all’UIF se il loro valore è pari o superiore a 10.000 euro (soglia ridotta rispetto ai precedenti 12.500 euro). Inoltre, la dichiarazione è obbligatoria anche per operazioni analoghe effettuate nello stesso mese solare con la stessa controparte, qualora singolarmente superiori a 2.500 euro e complessivamente pari o superiori a 10.000 euro.
Questo rafforza la trasparenza e il controllo sulle transazioni in oro, settore storicamente soggetto a rischi di riciclaggio. Questi meccanismi di controllo mirano a contrastare efficacemente l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro, incentivando una maggiore responsabilità nelle operazioni finanziarie e incentivando i contribuenti a mantenere una tracciabilità rigorosa dei propri movimenti bancari.
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