Pro Vita contro Salis per il progetto di educazione sessuo-affettiva: “Strumentalizza le scuole dell’infanzia”
- Postato il 26 novembre 2025
- Copertina
- Di Genova24
- 2 Visualizzazioni

Genova. Pro Vita all’attacco della sindaca Silvia Salis dopo la presentazione del progetto sperimentale sull’educazione sessuo-affettiva per i bambini di quattro asili comunali.
In una nota Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, definisce “disgustoso che la sindaca di Genova Silvia Salis arrivi a strumentalizzare persino le scuole dell’infanzia pur di guadagnare qualche prima pagina nel dibattito in corso sull’educazione sessuale nelle scuole e sul diritto al consenso informato dei genitori”.
“Imporre una fantomatica educazione sessuo-affettiva a 300 bambini della città dai 3 ai 6 anni, affermando che l’educazione non sarebbe ‘appannaggio esclusivo delle famiglie’, è una misura da stato totalitario che contraddice l’esplicito disposto della Costituzione italiana e delle principali Carte di diritti internazionali, che riconoscono alla famiglia il diritto di priorità educativa”, prosegue Goghe.
Come ormai noto, il progetto prevede l’introduzione di un’ora di educazione sessuale affettiva a settimana, con la collaborazione dei centri anti violenza cittadini, nella scuola d’infanzia Santa Sofia, nel centro storico, alla Firpo e alla Mazzini di Sampierdarena, e alla Monticelli del Lagaccio.
“Ancora in questi c’è chi afferma che l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole non serve, ci vuole del coraggio a sostenere una cosa del genere, così come ci vuole del coraggio a dire che sono temi che spettano alle famiglie – ha dichiarato la sindaca Salis – noi pensiamo che lo Stato abbia la responsabilità di educare, e il sindaco, che ha il polso della società, deve essere il primo a dare un segnale, questo è un piccolo passo ma con l’aria che tira, in questo Paese, credo sia un grande segnale”.
“Mentre Salis rivendica che lo Stato ha la responsabilità di educare e l’assessora alle Politiche dell’Istruzione Rita Bruzzone parla di insegnare ai piccoli il proprio corpo, la libertà degli altri, il rispetto e la capacità di dire no, noi ci chiediamo cosa ci sia di davvero inedito e sperimentale rispetto al lavoro che gli insegnanti fanno già ogni giorno nella scuola dell’infanzia su socializzazione, convivenza e alfabetizzazione emotiva di base. Troppo spesso dietro progetti encomiabili contro la violenza o il bullismo si sono nascosti percorsi ideologici, anche di impronta gender“.
Pro Vita & Famiglia ha inviato una pec al Ministero dell’Istruzione e all’Ufficio scolastico regionale della Liguria, “chiedendo il pieno rispetto della nota ministeriale del 2018 sul consenso informato, preventivo, specifico e scritto dei genitori per ogni ampliamento dell’offerta formativa e chiedendo quindi un’informativa chiara e tempestiva alle famiglie, con possibilità di revoca in ogni momento, attività alternative non penalizzanti per chi non aderisce e la documentazione completa del progetto, dunque obiettivi specifici per fascia d’età, progettazione didattica, materiali usati, nominativi e curricula degli esperti”