Rieti, assalto al bus dei tifosi di Pistoia: sarà eseguito il test del Dna di sei ultras. L’intercettazione: “Li abbiamo massacrati”
- Postato il 22 ottobre 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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Si allarga l’inchiesta sull’agguato al pullman dei tifosi del Pistoia basket, dopo l’arresto di tre uomini accusati dell’omicidio dell’autista del pullman Raffaele Marianella. Il pm Lorenzo Francia ha conferito l’incarico per eseguire test del Dna di almeno altri sei ultras della Sebastiani basket Rieti coinvolti nella vicenda. Questo test potrebbe essere cruciale per capire chi ha lanciato la pietra che ha ferito mortalmente l’autista Marianella. Il sasso ha sfondato il parabrezza e ha colpito l’uomo alla trachea, non lasciandogli scampo. Gli investigatori della Squadra Mobile e della Digos – coordinati dalla procura di Rieti guidata da Paolo Auriemma e dal pm Lorenzo Francia – stanno effettuato le analisi sul masso nella speranza di rinvenire una traccia di chi lo ha lanciato.
Daspo per altri nove ultras
Ieri, 21 ottobre, il questore di Rieti, Pasquale Fiocco, ha invece emesso i Daspo per nove ultras parte del gruppo durante l’assalto. La durata del divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono le manifestazioni sportive “sarà di cinque anni per otto tifosi – riferisce la polizia – mentre uno di loro, già sottoposto ad analogo divieto, oltre a rispondere della violazione delle relative prescrizioni, non potrà assistere a manifestazioni sportive per otto anni“. “Ai tre fermati nell’ambito delle indagini successive all’omicidio dell’autista del pullman, invece, verrà notificato in carcere l’avvio del relativo procedimento amministrativo finalizzato all’emissione del Daspo”, conclude la nota della questura.
La frase pronunciata dagli arrestati
Nel frattempo sono trapelate alcune parole pronunciate da Alessandro Barberini e Manuel Fortuna, due dei tre ultrà arrestati. “Li abbiamo massacrati!”, avrebbero detto. A riportare la frase è il Corriere della Sera, ricostruendo gli elementi investigativi che hanno portato all’arresto degli uomini. La frase, di cui non è chiara la provenienza, potrebbe essere stata intercettata da uno microspia piazzata dagli investigatori negli uffici della questura dove sono stati interrogati, per ore, i tre fermati. “Forse dovevo mirare più in basso“, secondo un’indiscrezione del Tg1, sarebbe invece l’altra frase pronunciata da uno dei tre indagati e ripresa anche da diversi quotidiani. “Non so da dove provengano le frasi trapelate sulla stampa”, ha detto all’Ansa il procuratore capo di Rieti Paolo Auriemma.
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