Riforma sanitaria, Bucci: “Confronto aperto”. PD: “Lacunosa e frammentata, si ascoltino i sindaci”

  • Postato il 26 novembre 2025
  • 0 Copertina
  • Di Il Vostro Giornale
  • 3 Visualizzazioni
coronavirus santa corona

Questa mattina il presidente della Regione Liguria Marco Bucci e l’assessore alla Sanità Massimo Nicolò, assieme al direttore del Dipartimento salute Paolo Bordon e ai tecnici regionali, hanno incontrato una delegazione dei sindacati CISL Liguria, CISL Medici Liguria, Fnp CISL Liguria, CISL Fp Liguria, UIL Liguria, UIL Fpl Liguria, UIL pensionati Liguria, CGIL Liguria, Fp CGIL Genova e Liguria, Spi CGIL Liguria sul tema della riforma della sanità in Liguria.

L’incontro ha stabilito, come da richiesta delle stesse sigle, la costituzione di tavoli ad hoc in cui verranno approfonditi i vari temi specifici di dettaglio che seguiranno il varo della riforma della sanità, in tempi rapidi.

Il presidente ha ribadito come la riforma sia un provvedimento che riguarderà la parte amministrativa e la governance. Ad essa seguirà la stesura di un dettagliato piano socio-sanitario, che terrà ovviamente conto delle esigenze dei territori.

Inoltre, il presidente ha sottolineato come gli obiettivi siano l’efficientamento del sistema tramite la centralizzazione esclusivamente del back office, dando al contempo maggiori risorse e strumenti al territorio e ai servizi, con un conseguente decentramento a livello prettamente sanitario e operativo.
Nel complesso l’obiettivo è un utilizzo razionalizzato delle risorse, funzionale a garantire un servizio più performante al cittadino, anche grazie alle opportunità legate all’autonomia.

Il presidente Bucci ha evidenziato la necessità di proseguire in un percorso condiviso per garantire servizi più efficienti e condizioni lavorative uniformi e migliori per i lavoratori.

“La riforma della sanità non può prescindere dal Piano sociale integrato. La richiesta dei Comuni liguri e dei sindaci è chiara: non si può scindere il sociale dalla sanità e non si può creare una norma con regole frammentate. Dare la possibilità di scelta a singole porzioni di territorio su come gestire una parte dei servizi di competenza comunale significa rinunciare a un modello regionale di welfare”.

“Avere una situazione a macchia di leopardo, che mette in una condizione marginale le politiche sociali, oltre a indebolire un sistema vitale, crea anarchia e disordine. Serve un modello unico, non si può lasciare alla scelta di singole porzioni di territorio come gestire una parte dei servizi di competenza comunale” afferma consigliere regionale del Partito Democratico Roberto Arboscello.

“Bisogna proseguire con l’applicazione del Piano sociale integrato approvato nel 2024, i comuni, anche se con fatica, sono riusciti ad adeguarsi a quel modello e oggi non possono trovarsi di fronte nuove regole che fra l’altro né semplificano né aiutano gli amministratori a integrare salute e sociale”.

“Da qui deve passare la nuova organizzazione territoriale della sanità. Servono accordi tra il servizio sanitario regionale e gli Ambiti territoriali sociali che fanno capo ai Comuni per facilitare l’accesso dei cittadini attraverso i PUA (punti unici di accesso) all’interno delle Case di comunità con il supporto del Terzo settore, anche mediante gli strumenti di programmazione e progettazione partecipata”.

“Nella nostra controriforma l’integrazione sociosanitaria è uno dei punti prioritari che ci distacca in modo netto da quanto presentato da Bucci. La nostra proposta è chiara, come sono chiare le richieste dei sindaci che Bucci non può non ascoltare” conclude.

Autore
Il Vostro Giornale

Potrebbero anche piacerti