Roger Waters rilegge la storia dei Pink Floyd in “This is not a drill”
- Postato il 4 agosto 2025
- Di Panorama
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Ce ne sono un’infinità di dischi dal vivo di Roger Waters e David Gilmour che rileggono il repertorio della band di cui hanno fatto parte prima di separarsi malamente con contorno di battaglie legali e polemiche senza fine. Ognuno, da sempre, rilegge i Pink Floyd a modo suo.
Waters da lungo tempo si distingue per i messaggi che nei suoi concerti accompagnano la musica, messaggi ed opinioni divisive su tutto, sul conflitto israelo-palestinese, su quello russo-ucraino, sulle storture del capitalismo, sui dittatori al potere in diverse aree del mondo.
Ma restiamo alla musica, ancora una volta bellissima, che si snoda attraverso la discografia dei Pink Floyd e degli album solisti di Waters. La prima grande sorpresa è una versione “stripped” di Comfortably Numb, dark e minimalista, privata del leggendario assolo nel finale, uno dei momenti cult degli show solisti di Gilmour.
Dopo una potentissima versione di Another Brick in The Wall, arriva un’altra chicca, The power that be, dal disco di Waters, Radio Kaos, un gran pezzo dall’attitudine funk impreziosito da giochi di voce e cori che volano alto. Seguono i dieci, intensissimi, minuti di The bravery of being out of range da Amused to death.
This is not a drill è il viaggio definitivo di Waters nella sua arte (ha 82 anni), un’immersione profonda in una visione unica e per molti versi geniale della musica. Sono canzoni che emozionano e scuotono quelle firmate da Waters, qui riproposte non come semplici cover ma con qualche passaggio inedito a livello di sonorità e arrangiamenti. Splendida Have a cigar seguita da Wish you were here e Shine on you crazy diamond, l’immancabile omaggio a Syd Barrett.
E poi, ancora, una detonante reinterpretazione di Sheep (da Animals) prima di In the flesh, Run like hell e due gemme dall’ultimo album in studio: Deja Vu e Is this the life we really want?. A chiudere lo show e il disco una selezione di capolavori da The Dark Side Of The Moon, “il disco” per eccellenza, la meravigliosa scatola magica di suoni, rumori e visioni che ha reso immortale la musica dei Pink Floyd.
Ma non è finita: prima del gran finale, un pezzo semisconosciuto ma da annoverare tra i momenti più alti del gruppo in versione Gilmour/Waters: Two suns in the sunset. Un colpo d genio dall’altissimo valore simbolico perché è l’ultima canzone di The Final Cut, l’ultimo disco dei Pink Floyd nella formazione originale. La fine di un’era che in realtà non è mai finita. E This is not a drill è qui a dimostrarlo.