Scoperta nei fondali del Salento: ritrovati pezzi di artiglieria

  • Postato il 30 luglio 2025
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Scoperta nei fondali del Salento: ritrovati pezzi di artiglieria

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Ritrovati pezzi di artiglieria del XVII-XVIII secolo nei fondali del Salento. La scoperta, di straordinario valore storico, rappresenta il primo risultato concreto del Protocollo d’intesa siglato lo scorso 7 luglio tra il Ministero della Cultura e la Guardia di Finanza.


TORRE MOZZA (LECCE) – Il mare del Salento restituisce frammenti di storia. A circa 200 metri dalla costa di Torre Mozza, marina di Ugento, a soli 4 metri di profondità, sono stati rinvenuti importanti reperti bellici risalenti ai secoli XVII-XVIII. Tra i manufatti riportati in superficie, anche un cannone in ferro del peso di 200 kg. Altri due, ciascuno di 500 kg, sono ancora sul fondale in attesa di una nuova e più complessa operazione di recupero.

Scoperta nei fondali del Salento: ritrovati pezzi di artiglieria

L’intervento, di notevole valore archeologico, è il primo ad essere realizzato nell’ambito del Protocollo d’intesa siglato lo scorso 7 luglio tra il Ministro della Cultura Alessandro Giuli e il Comandante Generale della Guardia di Finanza Andrea De Gennaro. Il patto mira a rafforzare la tutela del patrimonio culturale sommerso attraverso una collaborazione operativa tra istituzioni.

A dirigere le operazioni è stata la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, in sinergia con la società specializzata ASPS Archaeo Services, e grazie al fondamentale supporto della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Gallipoli e del Nucleo Sommozzatori di Taranto. A segnalare la presenza dei reperti è stato un cittadino del posto, residente nelle vicinanze dell’area di ritrovamento, a testimonianza del ruolo cruciale che la comunità locale può avere nella salvaguardia del patrimonio storico. Il recupero non solo ha scongiurato il rischio di danneggiamenti o trafugamenti, ma ha anche permesso di acquisire preziosi dati scientifici. Le analisi in corso potrebbero fare luce su rotte commerciali e dinamiche belliche dell’epoca, offrendo nuovi spunti alla ricerca storica e archeologica.

Un ritrovamento che, ancora una volta, conferma quanto il mare possa essere scrigno prezioso di memorie e quanto la collaborazione tra enti pubblici e cittadini possa fare la differenza nella salvaguardia dell’identità storica del nostro Paese.

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