Semestre filtro a Medicina, primo appello per “il nuovo test”: è uguale a quello vecchio. Proteste degli studenti

  • Postato il 20 novembre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un test cartaceo, con graduatoria nazionale unica, svolto lo stesso giorno in tutti gli Atenei, da affrontare in 45 minuti. Trentuno quesiti a risposta multipla o a completamento: +1 per ogni risposta corretta, -0,1 per quelle sbagliate e 0 punti per tutte quelle lasciate in bianco. Sono queste le modalità con le quali il 20 novembre si è svolto il primo appello per l’esame di ingresso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, secondo quanto previsto dalla riforma voluta dalla ministra dell’Università, Anna Maria Bernini. Modalità che sembrano ricalcare quasi del tutto il vecchio test di ingresso che Bernini si è tanto vantata di aver eliminato. In realtà, come denunciato da tempo da molte associazioni di categoria, lo sbarramento è soltanto rimandato: 7 studenti su 10, tra quelli che si sono iscritti questa estate, non potranno proseguire gli studi e dovranno ricostruire, in corso d’opera, la loro carriera universitaria.

La misura gattopardesca del governo, infatti, prevede che il numero chiuso resti, al contrario di quanto annunciato in un primo momento. La differenza è che lo sbarramento è ora posticipato e arriva dopo che oltre 65mila studenti si sono potuti iscrivere liberamente al nuovo “semestre filtro”. Uno strano “semestre” di neanche tre mesi: iniziato il primo settembre e conclusosi il 20 novembre, con l’imbuto dei primi esami di selezione. Durante queste poche settimane, gli aspiranti camici bianchi hanno seguito corsi di chimica, fisica e biologia. Materie sulle quali vertono gli esami di sbarramento. Ma non basta superare la prova per proseguire. Solo chi rientrerà nei posti disponibili nella graduatoria nazionale potrà frequentare il secondo semestre.

Un sistema complesso e con molte criticità, che rischia di penalizzare soprattutto gli studenti provenienti da contesti più difficili, accrescendo stress e disuguaglianze. Soprattutto considerando le disparità con le quali i ragazzi hanno frequentato le lezioni del primo “semestre”. Alcuni a casa, davanti al pc. Altri nelle aule, spesso accampati in spazi sovraffollati. Molti in ansia o ipercompetitivi verso i loro colleghi, con la sensazione di vivere sei mesi di limbo. E in questa incertezza lievitano i costi: tasse, libri, casa in affitto per i fuorisede. Soldi a fondo perduto, spesi dagli studenti senza neanche sapere se, di lì a pochi mesi, potranno continuare il percorso universitario e nel caso in quale città, visto che la graduatoria è nazionale.

Anche per questo, mentre nelle aule si svolgevano i test, gli studenti dell’Udu (Unione degli universitari) – con la partecipazione della Rete degli studenti medi e di diverse categorie della Cgil – hanno organizzato un presidio davanti al ministero dell’Università e della Ricerca, oltreché diverse azioni in tutte le Università del Paese. Per Udu, si tratta “dell’ennesima selezione mascherata che scarica costi e incertezze sulle spalle delle famiglie, e che limita il diritto allo studio”. Nelle università sono stati affissi striscioni e distribuiti volantini. Forniscono informazioni sulle azioni legali che Udu è pronta a mettere in atto per tutelare gli studenti che affronteranno gli esami del semestre filtro e che intendono contestare “le irregolarità del nuovo sistema”. “Vogliamo ricordare alla ministra che il diritto allo studio si espande con investimenti, non con meccanismi escludenti e improvvisati – scrivono -. Gli studenti meritano un sistema trasparente, equo e davvero aperto”.

I risultati degli esami saranno pubblicati entro il 3 dicembre per il primo appello e entro il 23 dicembre per il secondo, fissato per il 10 dicembre (le iscrizioni saranno aperte dal 21 novembre al 6 dicembre). Ad ogni appello, tutti gli studenti potranno decidere liberamente quanti esami sostenere – uno, due o tutti e tre – in base alla propria preparazione e disponibilità. Il voto minimo per superare ogni prova è 18/30. È prevista la lode (+1 punto).

Ogni studente ha la possibilità di rinunciare alla votazione ottenuta nel primo appello e di migliorare il proprio punteggio nel secondo, per uno o più esami. Il voto della seconda prova – se positivo – sarà quello valido ai fini della carriera universitaria e della graduatoria nazionale. Se invece lo studente non supera l’esame, o se in ogni caso non ottiene uno dei posti disponibili, potrà cambiare percorso universitario, iscrivendosi a corsi di laurea affini (come farmacia o biologia). In questo caso, i crediti formativi ottenuti nel “semestre filtro” verranno mantenuti. Altrimenti, l’aspirante camice bianco potrà riprovarci l’anno dopo, fino a un massimo di tre volte: iscriversi liberamente a inizio anno, pagare le tasse, frequentare alla bell’e meglio le materie obbligatorie in aule sovraffollate – o magari a distanza – e infine rifare il test di ingresso a crocette. Che rivoluzione.

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Il Fatto Quotidiano

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