Speranza, il grande salto di Davide Pisano: “Raggiunto un obiettivo, qui per aprire un ciclo”
- Postato il 22 luglio 2025
- Calcio
- Di Il Vostro Giornale
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Savona. È arrivato il momento del grande salto di Davide Pisano. Anni di lavoro nei settori giovanili, poi gli ultimi due anni con la seconda squadra del Pietra Ligure. Adesso per il tecnico la possibilità di affermarsi con lo Speranza che ha scelto di puntare su di lui dopo la separazione con Davide Girgenti. Motivazione e programmazione gli ingredienti per affrontare questa nuova avventura presentata dal mister ai nostri microfoni.
Mister, è la tua prima opportunità con una prima squadra, dopo il biennio trascorso con il Pietra Ligure U21. Come affronti questa nuova avventura?
Mi sento pronto e carico. Con una seconda squadra si passa sempre un po’ in secondo piano e si è per forza legati alla prima squadra, con giocatori che magari non possono allenarsi perché vengono chiamati dalla prima squadra, altri che scendono nella seconda. Qua invece finalmente tutte le decisioni passano attraverso l’allenatore. Posso decidere come organizzare la settimana ed è un po’ quello che ho sempre cercato. Allenare una prima squadra era il mio primo piccolo obiettivo da quando ho iniziato questo lavoro. Sono molto contento di questo. Ringrazio il Pietra per avermi dato la possibilità di arrivare qui.
Sei stato abituato a lavorare con calciatori molto giovani, potresti avere il timore di non riuscire a lavorare allo stesso modo con un gruppo più esperto?
Non ho questa preoccupazione. Gestire ragazzi più maturi è diverso, ma non è questione di difficoltà. Si tratta di rapportarsi in maniera differente, perché i più giovani hanno altri tipi di preoccupazioni rispetto a degli uomini. Entrano in gioco discorsi differenti da gestire in maniera differente. Fortunatamente lo Speranza ha una squadra molto giovane, la più giovane del campionato. Quindi il mio approccio potrebbe essere simile a quello adottato a Pietra. Abbiamo preso altri ragazzi che hanno ringiovanito ulteriormente la rosa, anche perché la società ha deciso di puntare su di me per due anni, quindi bisogna aprire un ciclo. Puntiamo su ragazzi futuribili nel tempo, cercando di essere competitivi già da subito ma anche di programmare qualcosa di veramente importante.
Per quanto riguarda il mercato, che cosa avete cercato?
Siamo partiti dalla base dell’anno scorso. Si tratta di un gruppo solido che è da tanti anni nello Speranza. Questo per me è importantissimo. Confrontandomi con il direttore abbiamo individuate delle zone del campo in cui ci mancavano dei calciatori, abbiamo dovuto sopperire ad alcune lacune. Abbiamo cercato sia giocatori che potessero darci sostanza, qualità e quantità, sia scommesse e ragazzi giovani. Magari questi ad oggi non rubano l’occhio per la notizia, ma pensiamo che nei prossimi anni possano esplodere con i nostri colori.
Parliamo del campionato. Feroleto ha detto che il girone A sarà di un livello paragonabile alla Promozione, Cattardico ha detto che la Promozione sarà come un’Eccellenza bis. Anche il livello del vostro girone B si è alzato?
Considerando che le retrocesse non finiranno nel nostro girone, perché il Ventimiglia sarà nel girone A e l’Argentina Arma da quel che so dovrebbe ripartire dalla Seconda Categoria, non sono scese squadre in grado di ammazzare il campionato e risalire subito. Questo può essere un fattore per un campionato livellato verso il basso. Conosco poco le squadre che sono salite nel genovese, quindi non so bene cosa aspettarmi. Credo però che sarà un campionato equilibrato, senza squadre materasso. La Veloce che è salita ha fatto una squadra importante quindi farà un grande campionato. Non ci sono però squadre che ammazzano il campionato né squadre che perderanno con tutti. Non sarà come l’anno scorso con cinque squadre con più di 60 punti, la classifica sarà molto corta. Sarà importante approcciare bene domenica dopo domenica.
Dal punto di vista tattico che Speranza vedremo in campo?
Ho un’idea di partenza. Il 4-4-2 è il modulo che mi piace di più, ma è anche vero che entro in un contesto abituato a giocare con il 3-4-3. Non mi piace essere fossilizzato su un’idea. Preferisco dare la possibilità ai miei giocatori di esprimersi al meglio, non voglio che loro si adeguino alle mie condizioni. Il mio modo di fare calcio deve uscire attraverso ai giocatori messi nelle migliori condizioni. Voglio comunque prima lavorare con i ragazzi: sono giocatori che ho visto e che ho scelto, ma non li conosco finché non li alleno. Durante la preparazione scioglieremo qualche riserva. Credo che comunque utilizzeremo due moduli di riferimento, non di più, anche per non creare confusione ai ragazzi e dargli qualche certezza.