Stellantis, i dazi calano, ma i dubbi crescono. Semestrale: -2,3 miliardi

  • Postato il 29 luglio 2025
  • Di Panorama
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Non è un semestre da incorniciare quello che Stellantis ha appena concluso ma almeno si comincia a intravedere la cornice. I conti definitivi del primo semestre 2025 sono arrivati con tutto il carico di cifre, comunicati rassicuranti e parole ben ponderate. Ma, a giudicare dalla reazione di Piazza Affari, il mercato ha letto tra le righe qualcosa di poco soddisfacente.

La riduzione dei dazi USA non basta ai mercati

Partiamo dalle “buone notizie”, perché anche nei cieli grigi ogni tanto si apre uno spiraglio: la stima sui dazi Usa è stata drasticamente ridimensionata. Dai temuti 2,7 miliardi di euro si passa a una più digeribile proiezione da 1,5 miliardi, di cui “solo” 300 milioni già contabilizzati. Una notizia che, in teoria, doveva far brindare almeno qualche trader. In pratica, il titolo ha aperto in calo del 2,5% e ha poi sfiorato il -4,5% prima di limare il passivo intorno al 2,5%. Come dire: grazie, ma non ci basta.

Numeri negativi: utile in rosso e ricavi in calo

E in effetti, basta uno sguardo ai numeri per capire perché l’entusiasmo in Borsa è rimasto nel parcheggio. Stellantis archivia il semestre con una perdita netta da 2,3 miliardi. Nello stesso periodo del 2024, l’utile era di 5,6 miliardi. I ricavi? In discesa del 13% anno su anno. A tenere un po’ la direzione sono solo Sud America e un leggero aumento delle consegne, che però non bastano a compensare i tonfi di Nord America ed Europa allargata.

Flusso di cassa: ancora negativo, ma meno

Un piccolo segnale positivo arriva dal flusso di cassa industriale: ancora negativo, ma “meno negativo” rispetto al disastroso secondo semestre 2024. Insomma, siamo passati dal precipizio alla buca profonda. Sempre un progresso, in senso geologico.

Le nuove guidance: ottimismo cauto

E allora, cosa fa Stellantis per rassicurare investitori, analisti? Riporta in pista le guidance per il 2025, sospese ad aprile nel pieno del caos dazi. La nuova versione però è meno frizzante: si parla di un piccolo miglioramento (“single digit”) per il margine operativo mentre i ricavi sono attesi in ripresa e la generazione di cassa in (lieve) miglioramento. Più che un’accelerazione, una partenza in seconda con freno a mano tirato.

Il nuovo CEO Antonio Filosa: parole di fiducia

Il nuovo amministratore delegato Antonio Filosa, che ha da poco preso le redini del gruppo, cerca di trasmettere ottimismo: “Decisioni difficili ma necessarie”, “nuovi prodotti fantastici”, “forza ed energia delle nostre persone”. Tutto molto motivazionale, ma finché i numeri parlano un’altra lingua, a Wall Street e a Milano continueranno a rispondere con toni scettici.

Titolo ai minimi, fiducia dimezzata

Del resto, il titolo ha perso quota fino a scivolare ai minimi dell’anno. Rispetto a dodici mesi fa il valore è dimezzato. Per ora, Stellantis continua a sbandare tra incertezze macro, zavorra normativa e un contesto automotive europeo più sobrio di una berlina grigia in leasing aziendale.

Rischi e speranze in un settore che può ancora cambiare

Ma attenzione: l’auto è un settore dove anche una svolta lenta può portare lontano. Sempre che si riesca a convincere chi sta al volante – in questo caso il mercato – che la destinazione non è un nuovo round di tagli, ristrutturazioni o, peggio, di tariffe a sorpresa.

Conclusione: Stellantis cerca ancora la chiave

Nel frattempo, i trader restano con il piede sul freno. E Stellantis, più che guidare verso la ripresa, sembra ancora impegnata a cercare la chiave d’accensione.

Autore
Panorama

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