Stige, per la Cassazione il patto tra politica e clan non c’era: definitive 18 assoluzioni e 20 condanne

  • Postato il 26 novembre 2025
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Stige, per la Cassazione il patto tra politica e clan non c’era: definitive 18 assoluzioni e 20 condanne

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Il processo Stige approda in Cassazione, assoluzioni per gli ex sindaci di Cirò Marina e Strongoli, tra le condanne la più alta al boss Farao


Non regge la tesi accusatoria del patto tra politica e clan nel processo Stige, scaturito dall’inchiesta che nel gennaio 2018 portò a 170 arresti contro il “locale” di ‘ndrangheta di Cirò. La Corte di Cassazione, respingendo il ricorso della Procura generale di Catanzaro, ha fatto divenire definitive 18 assoluzioni, tra le quali spicca quella dell’ex presidente della Provincia di Crotone ed ex sindaco di Cirò Marina Nicodemo Parrilla, in primo grado condannato a 13 anni di reclusione. Definitiva anche l’assoluzione dell’ex sindaco di Strongoli Michele Laurenzano, in primo grado condannato a 8 anni. I consigli comunali di Cirò Marina e Strongoli erano stati sciolti per infiltrazioni mafiose. Al vaglio dei supremi giudici non regge, se non in minima parte, neanche la tesi della cappa mafiosa sull’economia. E diventano definitive assoluzioni di noti imprenditori colpiti da interdittive dopo il coinvolgimento nell’inchiesta.

LA COSCA

Sono 20 le pene che diventano definitive, la più elevata delle quali per il capo supremo della cosca, il boss ergastolano Giuseppe Farao, condannato a 24 anni. Pesa anche la condanna definitiva a 13 anni per l’ex assessore ai Lavori pubblici del Comune di Cirò Marina, Giuseppe Berardi, imparentato coi vertici del clan.

LA POLITICA E IL PRESUNTO SOSTEGNO ELETTORALE

La sentenza, nel troncone processuale celebrato col rito ordinario, era stata preceduta, nelle settimane scorse, da un colpo di scena. La sostituta procuratrice generale presso la Corte di Cassazione Lucia Odella, sconfessando la tesi accusatoria, aveva chiesto la sostanziale conferma della sentenza di secondo grado, con cui erano state disposte disposte 26 assoluzioni, comprese quelle per politici e imprenditori, e 27 condanne. E alla fine gli ermellini hanno accolto questa posizione, che si discosta da quella della Procura catanzarese.

La pubblica accusa rappresentata, in primo e in secondo grado, dal procuratore Domenico Guarascio riteneva che i giudici d’Appello avessero travisato i fatti, omettendo la lettura di intercettazioni che dimostrerebbero, tra l’altro, il sostegno elettorale del clan. Il materiale probatorio si era peraltro ampliato grazie al recente pentimento di Gaetano Aloe, che aveva tirato in ballo anche i colletti bianchi affermando che la cosca ha sempre controllato le elezioni a Cirò Marina.

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GLI IMPRENDITORI

Cade anche la tesi dell’infiltrazione nell’economia secondo la quale il clan controllava il business dei rifiuti solidi urbani gestito tramite imprese controllate. Assolti, dunque, in via definitiva Antonio Giorgio Bevilacqua, in primo grado condannato a 13 anni e 6 mesi, e Giuseppe Clarà, che era stato condannato a 12 anni. Cinque gli imputati per i quali si dovrà celebrare un processo d’appello bis in seguito all’annullamento con rinvio di una parte della sentenza d’appello. Tra loro Silvio Farao, uno dei capi storici del clan, che in Appello era stato assolto nonostante il pentito Francesco Farao, suo nipote, avesse rivelato che quando c’era da prendere decisioni importanti partecipava ai summit anche da latitante.

RITO ABBREVIATO

Appena il caso di rammentare l’altra “scuola di pensiero”. I motivi per i quali sono passate in giudicato 41 condanne nel troncone del rito abbreviato sembrano stridere con l’esito del rito ordinario. Gli ermellini rilevano un «mutamento di strategia» della cosca che, dopo aver acquisito un «predominio indiscusso» nel territorio di riferimento ed in altre aree d’Italia e d’Europa gestendo estorsioni, appalti, traffici di stupefacenti e armi, ha individuato «settori imprenditoriali verso cui indirizzare cospicue risorse materiali e umane con altrettanto rilevante ritorno economico (raccolta dei rifiuti, accoglienza migranti, produzione di materiali plastici…)». Tra i condannati del rito abbreviato c’era anche l’ex sindaco di Cirò Marina Roberto Siciliani, al quale furono inflitti 8 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.

ASSOLUZIONI

Ecco le assoluzioni che diventano definitive:

  1. Natale Aiello (65), di Botricello.
  2. Valentino Anania (43), di Cirò Marina.
  3. Antonio Giorgio Bevilacqua (48), di Melissa.
  4. Vittorio Bombardiere (62), di Cirò.
  5. Giuseppe Bruno (69), nato a Cirò e residente in Germania (D).
  6. Emanuele Chiriaco (51), di Crotone.
  7. Giuseppe Clarà (60), di Santa Severina.
  8. Aniello Esposito (44), di Teora (AV).
  9. Paolo Fazi (62), di Pietra Marazzi (AL).
  10. Andrea Grillini (48), di Monterenzio (BO).
  11. Michele Laurenzano (50), di Strongoli.
  12. Cataldo Malena (46), di Strongoli.
  13. Enrico Miglio (73), di Strongoli.
  14. Ivano Murano (41), di Cirò.
  15. Nicodemo Parrilla (66), di Cirò Marina.
  16. Gaetano Russo (45), di Crotone.
  17. Massimo Scarriglia (48), di Crotone.
  18. Valentino Zito (55), di Cirò Marina.

CONDANNE

I condannati in via definitiva sono 20:

  1. Fabrizio Anania (51), di Cirò Marina: 3 anni e 6 mesi.
  2. Martino Aulisi (36), di Bellizzi (SA): 7 anni.
  3. Vincenzo Barbieri (66), nato a Cirò Marina e residente in Germania (D): 14 anni.
  4. Giuseppe Berardi (51), di Marina: 13 anni.
  5. Francesco Bonesse (55), nato a Melissa e residente a Reggio Emilia: 3 anni.
  6. Dino Carluccio (47), di Cirò Marina: 3 anni.
  7. Mario Campiso (44), nato a Cariati e residente in Germania: 12 anni e 4 mesi.
  8. Assunta Cerminara (62), di Cirò Marina: 8 anni e 8 mesi.
  9. Giuseppe Farao (41), di Cirò Marina: 13 anni.
  10. Giuseppe Farao (78), di Cirò: 24 anni.
  11. Vincenzo Giglio (34), di Strongoli: 14 anni e 3 mesi.
  12. Pasquale Malena (48), di Cirò Marina: 7 anni.
  13. Francesco Morrone (40), di Cirò Marina: 13 anni e 2 mesi.
  14. Salvatore Nigro (65), di Cirò Marina: 13 anni.
  15. Salvatore Papaianni (50), di Cirò Marina: 14 anni e 6 mesi.
  16. Luigi Salvato (49), di Crucoli: 5 anni.
  17. Antonio Spadafora (42), di San Giovanni in Fiore: 12 anni e 6 mesi.
  18. Luigi Spadafora (74), di San Giovanni in Fiore: 13 anni.
  19. Rosario Spadafora (48), di San Giovanni in Fiore: 12 anni e 6 mesi.
  20. Piero Vasamì (56), di Cirò: 12 anni e 7 mesi.

APPELLO BIS

Ed ecco le posizioni che dovranno essere rivalutate in seguito all’annullamento con rinvio dinanzi a una Corte d’Appello in diversa composizione. Luigino Comberiati (52), di Petilia Policastro (assolto in secondo grado). Silvio Farao (77), di Cirò (assolto). Vincenzo Farao (53), di Cirò (14 anni). Giuseppe Gallo (60), di Aprigliano (12 anni e 6 mesi). Pasquale Spadafora (48), di San Giovanni in Fiore: 15 anni e 4 mesi. Per Assunta Cerminara l’annullamento con rinvio è limitatamente alla confisca.

LA DIFESA

Folta la pattuglia difensiva. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Giuseppe Aloi, Mario Bombardiere, Nicola Cantafora, Pasqualino Capalbo, Franz Caruso, Luca Cianferoni, Vincenzo Cicino, Franco Coppi, Nico D’Ascola, Giuseppe Di Renzo, Vincenzo Ioppoli, Giovanni Mauro, Sergio Rotundo, Gianni Russano, Pietro Pitari, Fabrizio Salviati, Luigi Scaramuzzino, Mariano Salerno, Salvatore Staiano, Giovambattista Scordamaglia, Domenico Sirianni, Giorgio Vianello Accorretti, Francesco Verri, Gregorio Viscomi.

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