Termovalorizzatore, Salis avverte i suoi: “Serve responsabilità”. Piciocchi: “Avrà da noi i voti mancanti”

  • Postato il 10 ottobre 2025
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  • Di Genova24
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Genova. Messe in stand-by la funivia dei forti e il forno elettrico per l’ex Ilva, è il termovalorizzatore a Scarpino il nuovo nervo scoperto della maggioranza che sostiene la giunta Salis. In mattinata il presidente ligure Marco Bucci, ex sindaco di Genova, ha chiarito che un impianto per la chiusura del ciclo dei rifiuti da 200-240mila tonnellate sulla collina del Ponente è pienamente fattibile, nonostante le linee guida della Regione parlassero di 320mila tonnellate. Una sottolineatura che, in piena emergenza rifiuti a Genova, rende l’argomento ancora più spinoso per la sindaca, attesa da un vertice di maggioranza sul tema lunedì nel tardo pomeriggio.

Dopo il no di M5s e Avs l’altolà di Linea Condivisa: “Strumento superato”

Non più tardi di due giorni fa Alleanza Verdi Sinistra e Movimento 5 Stelle avevano messo le cose in chiaro: il termovalorizzatore – anzi, meno prosaicamente, l’inceneritore – non s’ha da fare. “Chiudere il ciclo dei rifiuti è necessario – diceva Selena Candia, capogruppo rossoverde in Regione – ma ci sono modi economicamente e ambientalmente più vantaggiosi di un inceneritore: ridurre i rifiuti, recuperare materiali vecchi per nuovi usi e creare nuovi posti di lavoro sono gli obiettivi della nostra proposta di legge”. Ancora più diretti i pentastellati Stefano Giordano e Roberto Traversi: Genova non ha bisogno di un inceneritore, ma di un piano moderno e coerente con le direttive europee, che chiedono ai territori di ridurre, riusare e riciclare: è la base dell’economia circolare, che mette al centro il cittadino e l’ambiente”.

Ma sulle stesse posizioni c’è anche Linea Condivisa, che in consiglio esprime due consiglieri nella Lista Salis. “Stiamo parlando di uno strumento superato – spiega Gianni Pastorino, punto di riferimento dell’associazione e consigliere regionale -. Per un termovalorizzatore ci vogliono cinque anni: se in questi cinque anni fossimo capaci di incentivare bene la differenziata e avere un impianto Tmb a Scarpino, che Iren e Amiu hanno sempre promesso e non hanno mai fatto, è chiaro che avremmo un abbassamento della Tari. È strano che la questione venga posta adesso. Oltretutto ho dubbi sui vertici politici di Amiu: gli stessi che non sono stati in grado di realizzare il Tmb dovrebbero fare il termovalorizzatore?”.

Il monito di Salis: “Posizioni diverse, ma serve responsabilità”

E oggi, a margine di una conferenza stampa a Tursi, Salis ha risposto indirettamente agli alleati: “Ci sono problemi politici e posizioni diverse. Abbiamo visto in altre città guidate dal centrosinistra che sono stati fatti passi in avanti in questo senso, perché poi, al di là della posizione politica e del pensiero in sé su questo tipo di opere, c’è la tenuta del sistema, la tenuta delle nostre municipalizzate e un senso di responsabilità che alla fine bisogna avere nel trovare delle risposte”.

Il richiamo alla responsabilità non è inedito. Sono gli stessi concetti espressi dalla sindaca per motivare il sì al forno elettrico a Cornigliano, un sostanziale nullaosta consegnato nelle mani del ministro Adolfo Urso (in attesa che si diradi la nebbia sul futuro dell’ex Ilva) che ha provocato diversi mal di pancia sul lato sinistro della compagine.

La citazione di Salis, che chiama in causa “altre città guidata dal centrosinistra”, è da ricondurre evidentemente a Roma, dove comunque l’affaire termovalorizzatore ha creato più di un problema all’interno della maggioranza di Gualtieri. Anche in quel caso, com’era prevedibile, l’amministrazione ha sbattuto la faccia contro comitati di residenti, ambientalisti e sindaci dei Comuni confinanti.

Lunedì il vertice di maggioranza

Insomma, la riunione in programma lunedì si preannuncia piuttosto tesa. “Ognuno la pensa come vuole, è legittimo che sindaca di Genova dica cose diverse dalle mie, che io rispetto. Ma dirò quello che penso”, avverte Pastorino.

Il tutto mentre non è chiara la posizione del Partito Democratico, che sul termovalorizzatore in Val Bormida finora ha alzato le barricate e difficilmente sarebbe a suo agio nel difendere la medesima scelta a Genova, peraltro aggiungendo l’ennesima servitù al Ponente cittadino.

Piciocchi: “Pronti ad assicurare noi i voti necessari”

Intanto il centrodestra all’opposizione attende al varco la giunta Salis e cerca di cavalcare le divisioni del campo largo. L’ex vicesindaco Pietro Piciocchi mette il dito nella piaga: “Credo che, insieme ai colleghi della minoranza che sono sempre attenti ai temi dello sviluppo della nostra città, potremmo assicurare alla sindaca Salis quei voti in consiglio comunale che temo le mancherebbero dalla sua maggioranza per portare a compimento questa operazione”. Peraltro il reggente e candidato alle ultime elezioni aveva escluso esplicitamente l’ipotesi Scarpino, ritenendo il sito “del tutto incompatibile coi requisiti del bando regionale”. Oggi però, a valle dell’apertura di Bucci, si dice “certamente favorevole” al termovalorizzatore a Scarpino.

“Ho chiesto alla giunta comunale di riferire in aula consiliare sia con un’interrogazione a risposta immediata, sia con una richiesta di discussione in apertura della seduta di martedì prossimo – annuncia il capogruppo di Forza Italia, Mario Mascia -. Bene il bando, ma non basta, e non si può chiedere ai cittadini di tenere il rifiuto a casa, bisogna sciogliere al più presto il punto nodale degli impianti di smaltimento, con valutazioni a medio – lungo termine che ci cautelino da qualsivoglia disagio presente e futuro”.

Autore
Genova24

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