Thailandia-Cambogia, tensione esplosiva al confine: legge marziale e 138.000 civili evacuati

  • Postato il 25 luglio 2025
  • Di Panorama
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La situazione lungo il confine tra Thailandia e Cambogia si è trasformata in una crisi militare di portata regionale. Il governo thailandese ha imposto la legge marziale in otto distretti frontalieri, dopo una nuova ondata di scontri che, secondo il primo ministro Phumtham Wechayachai, «potrebbero degenerare in una guerra».

Gli attacchi, ripresi il 24 luglio nei pressi del tempio indù Khmer Ta Muen Thom, hanno costretto oltre 138 mila civili a evacuare dalle aree di confine, trasformando le province nord-orientali thailandesi in zone di emergenza.

Bombe a grappolo e vittime civili

Le tensioni sono aumentate dopo che Phnom Penh ha accusato Bangkok di aver utilizzato munizioni a grappolo, una pratica già ammessa dalla Thailandia nel 2011. Il bilancio attuale parla di almeno 15 morti in Thailandia, inclusi un bambino di otto anni, e un uomo cambogiano di 70 anni ucciso nella provincia di Oddar Meanchey.

Secondo fonti locali, dodici diversi scontri si sono verificati lungo la frontiera, mentre l’esercito thailandese ha diffuso un video che documenta l’uso di droni per colpire un deposito di armi cambogiano.

L’incidente social di Hun Sen

A complicare il quadro politico è stato l’errore dell’ex premier cambogiano Hun Sen, oggi presidente del Senato, che su Facebook ha pubblicato – e subito cancellato – una foto che lo ritraeva intento a esaminare mappe militari su larga scala. L’immagine ha smentito i rumor di alcuni media thailandesi che ipotizzavano la sua assenza dal Paese.

Hun Sen, al potere per oltre 40 anni, ha confermato di essere operativo e di coordinarsi in videoconferenza con il premier Hun Manet, il ministro della Difesa e il Comandante in capo dell’esercito.

La caduta di Shinawatra e il nuovo fronte politico

La crisi è riemersa dopo la destituzione, il 1° luglio, della premier thailandese Paetongtarn Shinawatra, finita sotto inchiesta in seguito alla pubblicazione di una telefonata con Hun Sen nella quale lo definiva «zio», un termine percepito come segno di deferenza.

Questo episodio ha riacceso una disputa storica che risale al 1904, quando il Tempio di Preah Vihear fu sottratto al controllo thailandese e affidato alla Cambogia dall’allora Indocina francese.

Il rischio di un conflitto aperto

La situazione resta estremamente fragile. Bangkok ha avvertito che, senza un intervento diplomatico immediato, il rischio di una guerra aperta è concreto. L’evacuazione di massa, i bombardamenti con droni e le accuse reciproche di violazioni del diritto internazionale stanno rapidamente trasformando una tensione di confine in una minaccia per l’intera regione del Sud-est asiatico.

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Panorama

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