Turco: “Altro che tassa sugli extra profitti bancari: patto scellerato tra Governo e certe cordate”

  • Postato il 28 ottobre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Altro che tassa in manovra sulla valanga di profitti messi a segno dalle banche: quello a cui stiamo assistendo è un gigantesco intreccio di potere tra governo e ambienti finanziari, nell’assoluto silenzio delle istituzioni di controllo”. A dirlo ancora una volta è il senatore Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 stelle e componente della commissione parlamentare d’inchiesta sul Sistema bancario e finanziario nel giorno dell’effettiva a presa di possesso di Mediobanca da parte di Mps che martedì 28 ottobre ha rinnovato il consiglio di amministrazione della banca d’affari milanese.

“Le nomine deliberate oggi dall’assemblea di Mediobanca confermano lo scenario peggiore che il M5s denuncia da mesi – dice Turco -. Dopo che il ministero dell’Economia ha favorito l’operazione di Mps su Mediobanca, la nuova governance della banca milanese vede come presidente Vittorio Grilli, già ministro dell’Economia ma soprattutto capo europeo di JP Morgan, banca advisor della stessa Mps nell’operazione Mediobanca. Una porta girevole più che evidente. Amministratore delegato diventa Alessandro Melzi d’Eril, proveniente da Anima Sgr, società a cui il ministero dell’Economia ha venduto parte del pacchetto Mps per sostenere la scalata. Non basta. Quella stessa quota del 15% di Mps è stata ceduta dal Mef a Caltagirone, Delfin e Banco Bpm: non semplici investitori, ma attori direttamente coinvolti nel risiko bancario e assicurativo italiano”.

Secondo Turco “Banco Bpm controlla Anima, che beneficia dell’operazione; Anima è presidiata da figure legate al gruppo Caltagirone; e l’intera partita è orientata non solo alla presa di Mediobanca, ma al controllo strategico su Generali, ossia su un pezzo fondamentale della nostra industria della sicurezza finanziaria. La gestione di quel collocamento di Mps, oggetto di un’indagine in corso presso la Procura di Milano, è stata affidata a Banca Akros, guarda caso anch’essa controllata da Banco Bpm. Venditore, acquirente e advisor si sovrappongono in una filiera di interessi che mette in discussione il ruolo dell’azionista pubblico e la tutela del risparmio degli italiani“, aggiunge.

Il senatore pentastellato ricorda quindi di aver depositato più interrogazioni sulla vicenda che sono ancora senza risposta e di aver “chiesto un’audizione urgente in commissione Banche del ministro Giorgetti, dell’ex ad Nagel, di Grilli, di Caltagirone e della stessa Procura di Milano. Gli italiani devono sapere cosa sta accadendo al controllo di Mediobanca e al futuro di Generali. Il governo Meloni smetta di fare propaganda parlando di contributo sulle banche: non è una lotta ai poteri forti, è una riscrittura del sistema finanziario italiano a misura di interessi privati, portata avanti coi soldi dei contribuenti che hanno risanato Mps. Noi continueremo a denunciare senza sosta questo patto scellerato tra Governo e certe cordate bancarie”, conclude mentre perr Mediobanca si è aperto ufficialmente un nuovo capitolo sotto la “signoria di Siena”.

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Il Fatto Quotidiano

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