Velasco: "Io in politica? Mai. E difendo i giovani, non sono fannulloni”

  • Postato il 8 ottobre 2025
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  • Di Agi.it
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Velasco: "Io in politica? Mai. E difendo i giovani, non sono fannulloni”

AGI - “Io in politica? Mai. Ognuno deve avere il proprio ruolo, le proprie competenze. Io so cosa bisogna fare in campo, in politica invece tante volte si vorrebbero fare delle cose che per tanti motivi non si possono fare”. Julio Velasco dopo l’incontro al Quirinale tra la nazionale femminile e quella maschile con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si sofferma a parlare con l’Agi.

È emozionato, vorrebbe una foto da solo con il Capo dello Stato, “non per andare sui giornali, ma per ricordo”. E la prima carica dello Stato non lascia il salone dove si tiene l’incontro prima di poterlo salutare. Ed è un saluto affettuoso, del resto l’allenatore della squadra femminile reduce da 36 vittorie e, soprattutto, dal successo ai Mondiali, è stato citato proprio da Mattarella. “Ha ragione lui, non bisogna criticare i giovani. Sta venendo su una generazione eccezionale”, ha sottolineato il Capo dello Stato.

Difesa dei giovani e appello all'esame di coscienza

Velasco ha sempre difeso i giovani e in questo colloquio rilancia: “Basta attaccarli, dire che sono dei fannulloni, non è vero. E non è vero che sono sempre sui telefonini… I giovani non sono solo questi ragazzi”, dice indicando i componenti delle squadre di pallavolo che hanno raggiunto la cima nel mondo, “io difendo quelli che vedono X Factor, quelli che vanno all’università, quelli che cercano di darsi fare, tutti i giovani”. Per il tecnico occorrerebbe che ognuno faccia un esame di coscienza: “E noi che facciamo? Non siamo davanti ai telefonini? Perché si continua ad accusarli? Mattarella ha fatto benissimo a difenderli”.

Condivisione nella diversità e lo sport come strumento democratico

Nel suo intervento, prima che parlasse il Capo dello Stato, Velasco aveva rilanciato il concetto di “condivisione nella diversità”. "Nella nostra squadra, a partire da me, che vengo dall'Argentina, ci sono giocatrici e membri dello staff con origini diverse, chi dalla Germania, dalla Russia e chi dalla Costa d'Avorio. Questo è quello che rappresenta la nuova società in Italia e in Europa – aveva sottolineato -. Nessuno si deve giustificare, ma ciò che più conta è che alla fine tutte e tutti abbiamo lottato per la bandiera italiana. Mi hanno chiesto se è stato difficile mettere insieme tante individualità. Non è stato difficile, queste ragazze hanno molte diversità tra loro ma hanno tanta motivazione e rappresentano un movimento straordinario. Un pensiero anche a tutti i volontari che rendono possibile la crescita del nostro sport. Noi siamo la punta di un iceberg". Insomma, “in un mondo dove le divisioni vanno per la maggiore, credo che lo sport possa aiutare a difendere la cultura democratica”, queste ragazze “non hanno mai mollato. Ci sono molte culture, a partire da me che nell'83 sono arrivato qui e mi sono innamorato dell'Italia”.

Elogio a Mattarella e Meloni

Velasco ha elogiato Mattarella anche all’uscita dal Quirinale: “Questo è un presidente amato da tutti per quello che rappresenta, per come è e come si rapporta con i giovani. È stato molto bello, una esperienza indimenticabile”. Parole di apprezzamento anche per la premier Giorgia Meloni al termine dell’incontro che la presidente del Consiglio ha avuto con le nazionali di pallavolo a palazzo Chigi: “Mi ha già meravigliato e fatto piacere che abbia trovato il tempo e il modo di vederci, visto che stava discutendo la legge di bilancio. Ci ha ringraziato e fatto i complimenti, ci ha detto che siamo stati bravissimi, dobbiamo continuare così e magari vincere ancora...''. Ma vincere vuol dire restare umili, sottolinea Velasco. “Noi dobbiamo allenarci come se avessimo perso”, il convincimento.

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Agi.it

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