“100mila euro per vivere qui”: è boom di richieste per trasferirsi nella valle che nessuno voleva

  • Postato il 9 settembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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La Val di Rabbi, una delle valli più remote del Trentino, è tra le aree meritevoli di contributi provinciali per il recupero delle abitazioni nei paesi spopolati. Si tratta di 100mila euro e la prima finestra per le domande, dal 19 maggio al 30 giugno, ha raccolto 291 richieste, di cui 30 per la Val di Rabbi. “Siamo contenti: vuol dire che c’è fermento — commenta il sindaco Lorenzo Cicolini al Corriere della Sera — Di quelle 30 richieste, due terzi sono di gente di qui”.

La storia della valle racconta di un territorio strappato alla natura solo tardivamente. Leggenda vuole che i primi abitanti fossero servi della gleba dei castellani di Caldés e Samoclévo, ribellatisi dopo secoli di soprusi. I rabbiesi erano malgari, casari, pastori, e nei periodi di siccità si recavano nella Val d’Ultimo per l’acqua. Durante l’inverno, molti emigravano verso Veneto, Lombardia e Piemonte.

Con l’arrivo della modernità lo stile di vita tradizionale cambiò, e la popolazione crollò: tra gli anni ’30 e ’50 contava tra i 2.200 e i 2.500 abitanti, nel 1991 era scesa sotto i 1.478. Nonostante ciò, la comunità rimane viva, con gruppi Alpini, Sat, Sci Club e iniziative giovanili, oltre alla festa del ritorno delle vacche dall’alpeggio.

La vicinanza alla Val di Sole ha reso più accessibile il lavoro, senza compromettere il paesaggio alpestre incontaminato. Il piano regolatore vieta la costruzione di serre e filari di mele, mentre l’accesso al Parco dello Stelvio è contingentato. Le 23 consortèle locali gestiscono sentieri, malghe e legname.

Il Sindaco Lorenzo Cicolini però avverte: “Vorrei sottolineare una cosa, staremo molto attenti a chi imbroglio”. Il progetto è volto ristabilizzare nella valle l’equilibrio tra sviluppo economico, qualità della vita e salvaguardia della comunità, valorizzando tradizioni e territorio.

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Il Fatto Quotidiano

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