25 aprile, a Milano il coro delle “Piccole Voci Resistenti” intona le canzoni dei partigiani: “Educhiamo i più giovani alla partecipazione”
- Postato il 25 aprile 2025
- Diritti
- Di Il Fatto Quotidiano
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C’è la faccia con le sopracciglia rivolte all’ingiù e i baffi lunghi di Sandokan e quella gialla con i denti in bella vista di Oetna. Poi gli occhi neri di una ragazza col fazzoletto, nome di battaglia Gigli. E un’altra che ha deciso di farsi chiamare “stella rossa” e se l’è disegnata in fronte. Sono i volti che i bambini e le bambine del coro delle “Piccole Voci Resistenti” di Dergano, zona Nord di Milano, hanno scelto per rappresentarsi e presentarsi: quindici immagini appiccicate sul gonfalone che hanno portato in corteo nel giorno dell’80esimo anniversario della Liberazione. E davanti al quale hanno intonato le canzoni imparate insieme alle insegnanti del coro Bovisa InCanta. L’iniziativa, sostenuta dall’Anpi Dergano e dalla libreria Scamamù e il bar Mamusca, ha debuttato nel corteo mattutino di quartiere del 25 aprile: i piccoli sono arrivati intonando “siamo la brigata Garibaldi”, poi si sono esibiti in “Sandokan” e chiuso con “Bella ciao” accompagnati dal violino del giovanissimo Anteo salito in cima a uno sgabello.
A raccontare l’iniziativa ci pensa Matteo che ha 10 anni ed è uno dei più grandi: “E’ una cosa molto bella”, dice, “essere qui a cantare per rendere onore ai partigiani. Io penso che la resistenza sia importante anche oggi perché ancora ci sono i dittatori e chi schiavizza le persone”. Ma cos’è la Resistenza per chi ha 10 anni? “E’ un’idea”, scandisce mentre gioca con il suo fazzoletto tricolore, “che decide di non abbassarsi al livello di chi vuole imporre la sua dittatura”. Ma, chiude, “a me dispiace un po’ perché ai miei amici non interessano tanto queste cose. E invece dovrebbero partecipare anche loro”.
Coinvolgere i più piccoli è il gesto che può fare la differenza. “L’idea”, spiega Elisabetta Ferrari, il genitore della zona che ha proposto l’iniziativa. “è nata durante un appuntamento a Scamamù organizzato insieme all’Anpi, dove al termine sono stati intonati i canti della Resistenza. Io ero presente e ho visto la reazione entusiasta di mio figlio. E ricordando il coro resistente del Pratello di Bologna, ho pensato a quanto sarebbe stato bello farlo anche a Milano”. Le libraie di Scamamù hanno raccolto subito l’idea e “siamo partiti”. L’iniziativa ha preso il via un mese fa con un gruppo di circa 15 bambini e bambine delle scuole elementari: “Al primo appuntamento abbiamo letto un albo illustrato e contestualizzato il 25 aprile, chiedendo a loro cosa fosse la Resistenza. E abbiamo trovato una realtà di bambini e bambine molto preparati. Poi il canto li ha fatti riflettere sulla volontà di creare una unione: hanno capito che il canto è un modo per fare gruppo e ricordare la storia. E quindi i valori della resistenza, intesa anche come l’idea di lotta per la pace e la libertà”. E ha chiuso Ferrari: “Spesso tendiamo a tenere i bambini distanti da certe tematiche, perché pensiamo che non riescano a capirle. E non è vero. In realtà possono entrare all’interno di una partecipazione collettiva di un festa che già parla di loro e a loro. E coinvolgerli, parlando con sincerità, è molto importante”.
Lo sguardo del progetto è proprio ai più piccoli. “Fin dall’inizio”, spiega Francesca Rendano, cofondatrice di Mamusca e Scamamù, “noi abbiamo voluto lavorare con i bambini. In particolare con progetti legati al libro. E con Anpi Dergano abbiamo organizzato già diverse letture legate al 25 aprile, ma anche piccoli gesti da fare insieme. Come trasportare la corona dei partigiani alla lapide: questo, ad esempio, ha creato una coscienza nella testa del gruppetto dei bambini presenti che poi, per tutto l’anno, quando ci passano davanti, hanno potuto dire ‘questa l’ho messa io’”. Inoltre, “l’anno scorso avevamo organizzato il rap della Costituzione”, cantato proprio sotto la corona per i partigiani. “Quest’anno, grazie all’entusiasmo di Elisabetta, a Bovisa InCanta e ai bambini, abbiamo iniziato questo nuovo percorso che speriamo di continuare”.
A rendere poi possibile l’esibizione in coro sono state le maestre del coro Bovisa InCanta. “Il progetto è nato dalle sinergie democratiche del quartiere”, dice Angela Masala che ha lavorato insieme a Carla Sassi e Francesco Cigada. “Questo coro è un mezzo importantissimo per imparare la storia. E’ una occasione importante di crescita e di vera partecipazione come cittadinanza democratica attiva. E’ un percorso educativo perché si parla di cittadinanza, di diritti dei bambini e degli adulti”. E il canto amplifica la potenza del messaggio: “Permette di entrare nello spirito, nel cuore di quella che fu l’esperienza dei nostri partigiani e partigiane”. E chiude: “Io lavoro e ho lavorato per 40 anni nelle scuole dell’infanzia e ho capito che la cultura della relazione sta alla base dei principi democratici. E così, fin da piccoli, i bambini imparano ad apprezzare la libertà e la possibilità di esprimersi”.
Lavorare con e per le nuove generazioni è fondamentale per coltivare la memoria. “Quando eravamo un po’ più giovani”, spiega Dario Marchesi dell’Anpi di Dergano, “c’erano le testimonianze delle partigiane e dei partigiani che venivano a raccontare la loro esperienza. E sentirla dalla loro viva voce era emozionante. Ora bisogna trovare il linguaggio giusto per farsi capire dai giovani e dagli adolescenti. Per far capire che la Resistenza e l’antifascismo permeano la nostra Costituzione”. E il Coro delle “Piccole Voci Resistenti” di Dergano è uno di quei primi passi per parlare agli adulti del futuro. E si inizia cantando tutti e tutte insieme.
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