A Ischia il cinema delle donne, Hardwicke racconterà Diane Warren

  • Postato il 9 luglio 2025
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A Ischia il cinema delle donne, Hardwicke racconterà Diane Warren

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ISCHIA — Quando la settima arte diventa strumento di riscatto, la voce delle donne risuona più forte che mai. Succede all’Ischia Global Film & Music Festival, dove il tradizionale forum sul cinema al femminile — ideato da Pascal Vicedomini — ha visto protagoniste registe, attrici e produttrici pronte a raccontare storie di donne, per le donne.

A Ischia il cinema delle donne, Hardwicke racconterà Diane Warren

Catherine Hardwicke, regista di Twilight e chairperson del festival, ha svelato in anteprima il suo nuovo progetto: portare sullo schermo la vita di Diane Warren, la leggendaria musicista 16 volte candidata all’Oscar. «Ho scritto la sua storia, spero diventi presto un film. Da ragazzina il suo maestro di chitarra le disse di lasciar perdere la musica. Fortunatamente non l’ha ascoltato», racconta la regista texana, con la grinta di chi di barriere ne ha viste, e abbattute.

Cinzia Th Torrini

Accanto a lei, la regista italiana Cinzia Th Torrini, accolta con un applauso caloroso per il suo Champagne dedicato a Peppino di Capri, ha parlato del progetto che le sta più a cuore: «Voglio raccontare la lotta delle giovanissime operaie sfruttate che, agli inizi del ’900, scioperarono per la prima volta. È una storia di coraggio e dignità che non possiamo dimenticare».

I sogni delle attrici

Il forum si è acceso anche sui sogni delle interpreti: la produttrice bulgara Dessy Tenekedjieva non rinuncia all’idea di diventare Maria Callas sul grande schermo — «Persi per un soffio il ruolo nel film di Zeffirelli» ricorda — mentre l’attrice Antonella Salvucci punta dritta a Marylin Monroe, icona eterna e simbolo di fragilità e forza. Sul palco anche Katherine Cozumel, volto noto di The Wonder Years e Will & Grace.

L’intimacy coordinator

Dietro le quinte si è acceso un dibattito sul ruolo, sempre più discusso, dell’intimacy coordinator: figura nata per tutelare gli attori nelle scene di nudo. «Io preferisco creare complicità con gli attori, mostrare io stessa come fare. Spesso questa figura può spezzare la magia», ha spiegato Torrini. Di diverso avviso Hardwicke: «È un cuscinetto di protezione, ma è fondamentale coordinarsi bene prima del ciak. Io mostro spesso le scene con delle bamboline», confessa con un sorriso.

E sullo sguardo maschile che ancora domina certi set, Hardwicke non ha dubbi: «Quando il regista è uomo, il corpo femminile è spesso rappresentato in modo più passivo. E basta dire che noi registe non siamo adatte ai film d’azione: semplicemente ci sono date meno occasioni. Oggi, con gli effetti speciali, girare un action costa molto meno: dove servivano diecimila dollari, ora bastano trecento».

Un cinema delle donne, dunque, che non chiede sconti, ma solo spazio. «Sin da bambina sognavo un mestiere che mi permettesse di vivere tante vite», confida Torrini. «Sul set, già nella prima mezz’ora capisci se sarai rispettata o no». E, a giudicare dal coraggio di queste cineaste, la risposta non può che essere affermativa.

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