A Napoli soldi buttati, lavori fatti male e turismo straccione: Sovrintendenza, dove sei?
- Postato il 19 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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1,2 miliardi, questo il giro di affari che porterà il team dell’America’s Cup a Napoli. Dove andranno a finire i soldi? Lì dove sono già andati quelli per comprare i vagoni della metropolitana linea 6. Ancora si scavava un buco di 40 metri ma i vagoni erano stati già ordinati, giusto per garantirsi quella mangiatoia bassa, molto bassa, per politici e politicanti, nani e ballerine del navigato circo affaristico made in Naples. Dopo 16 anni, 5 mesi, 3 giorni e 7 ore e una manciata di minuti, in pompa magna, si inaugurava la fermata di Santa Maria degli Angeli ma i trenini ciuciuciù, ordinati 16 anni prima, erano obsoleti e non conformi alle rotaie. L’anno scorso sono stati ordinati nuovi di zecca.
L’entrata della metropolitana? Tutta sbagliata: la piattaforma di cemento sovrastava di mezzo metro l’ingresso della Basilica Regia. L’architetto-trombone Uberto Siola, ex presidente della Facoltà di Architettura, voleva il suo monumento autocelebrativo di fine carriera, in fondo ha sbagliato solo un po’ di calcoli. Sovrintendenza dov’eri? In città sei poco più di un fantasma, giuro non conosco neanche il nome, so solo che ha un ufficio a Palazzo Reale. Una volta la Sovrintendenza era un ufficio serio e rispettato, adesso insieme al Comune svendono la città alla mala movida e al turismo straccione (basta andare alla voce concerti in piazza Plebiscito). Fiato alle trombe, la Piazza si illumina di luci di una tale modestia che sembrano quelle da quattro soldi che si comprano dai cinesi per la festa di fine anno della classe. Non c’é sfumatura, solo un fascio di luce dritto per ogni colonna. Bastava farsi un giro a Parigi e copiare l’illuminazione della Ville Lumière per avere qualche ispirazione.
A Piazza De Martiri, il salotto di Napoli, l’equivalente di Place Vendome o di piazza de La Scala, in tempi di Covid comparvero alcune sedute e tavolini. Occupazione di suolo pubblico e proteste dei residenti ignorate. Sono ancora lì, anzi sono diventati 12 con tavoli-botte, giusto per ingombrare di più.
Proprio questa mattina al Sovrintendente di Napoli e al Ministro della Cultura è arrivato l’appello promosso dal fronte civico ecologista per Salvare il Paesaggio del Lungomare di Napoli. L’appello chiede con urgenza il blocco di qualsiasi progetto che preveda nuovi approdi nautici lungo il Lungomare partenopeo. Nelle stesse ore anche gli avvocati Mario Ivan e Antonella Esposito hanno depositato la loro raccolta di firme: Proteggiamo Piazza Plebiscito, da sempre luogo identitario e simbolo della bellezza di Napoli nel mondo.
Richieste contenute negli appelli:
– la tutela del territorio ai sensi dell’art. 136 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio;
– l’obbligo di valutazione d’impatto ambientale e culturale.
– trasparenza amministrativa e coinvolgimento attivo della cittadinanza;
– priorità alla salvaguardia del bene comune rispetto a interessi privati o speculativi.
Il Lungomare di Napoli e Piazza Plebiscito, asset unici al mondo, sono gli ultimi grandi spazi pubblici aperti e gratuiti della città.
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