A Venezia la pittura contemporanea la puoi vedere pure in trattoria

In principio una cosa va detta: non è facile richiamare l’attenzione dei topi da biblioteca. Un ritratto stereotipato li dipinge come esseri schivi, affascinati dalla polvere e dalla carta straccia. Questa fantasia, seppur non lontana dal vero, al posto di restituire un’immagine realistica delle pulsioni che animano i suddetti si basa sugli effetti collaterali del loro desiderio. In mancanza infatti di uno spazio luminoso, fresco e accattivante in cui riunirsi per scorpacciare, l’intera categoria è spesso costretta a ripiegarsi in se stessa alla ricerca di mensole oscure. Contrapponendosi a queste mortificanti vibes in stile dark academia, la galleria Mare Karina di Venezia offre ai topolini veneziani (e non solo) due vivacissime alternative: un’accurata retrospettiva (piena di libri) sulla produzione di Bruno Alfieri, artista del publishing e pioniere della curatela cartacea, e (di)Fronte, un’esposizione prevalentemente dedicata alla pittura figurativa contemporanea, allestita in un posto inusuale.

La mostra su Bruno Alfieri da Mare Karina a Venezia

Bruno Alfieri. Editoria e riviste per le arti e l’architettura contemporanee, a cura di Chiara Carrera e Mario Lupano, si sviluppa all’interno dello spazio canonico della galleria. Già osservando la mostra dall’esterno, attraverso le ampie vetrine, si ha l’impressione di assistere a un’esplosione controllata: decine di cataloghi, lettere e riviste di diverse forme e colori si contendono lo sguardo dei passanti, agevolati nella partecipazione da un allestimento estremamente razionale. Quest’ultimo sembra farsi specchio delle stesse preferenze di Alfieri che, riferendosi alla creazione di una delle sue riviste, sottolineava quanto questa dovesse essere bella, “ma non snob né pazza”.

Le opere di Bruno Alfieri in mostra

All’interno risulta chiara la disposizione del materiale in ordine cronologico, circoscritto al periodo compreso tra il 1948 e il 1973. In questo lasso di tempo Alfieri contribuisce all’ideazione delle riviste Quadrum (1956), Zodiac (1957), Metro (1960), Marmo (1962) e Lotus (1963), spinge l’acceleratore sulla critica al formato tradizionale della Biennale, pesta involontariamente i piedi alla signora Guggenheim e trova il modo di cristallizzare e diffondere la sua inedita modalità di gestione dell’editoria applicata alle arti visive. Come racconta Marta Barina, fondatrice e responsabile della galleria, la composizione di questo archivio inedito ha richiesto un anno di lavoro. Essenziale al fine di tracciare l’evoluzione di concetti e formati divenuti grandi classici nell’ambito dell’editoria contemporanea, l’omaggio culminerà con la pubblicazione di un catalogo.

La pittura contemporanea “entra” in trattoria da Mare Karina a Venezia

 Mimando la fertilità di luoghi come il ristorante all’Angelo, sfondo di alcune tra le più importanti conversazioni sull’arte avvenute nel secondo dopoguerra in laguna, Mare Karina si propone di ricreare, ad un passo dalla sua sede principale, la stessa tipologia di ambiente. La mostra (di)Fronte, allestita presso la Trattoria da Jonny, porta lo spettatore a immedesimarsi nell’Alfieri meno cartaceo e più umano, intento a pianificare e discutere delle sue visioni davanti a un piatto di bigoli in salsa. 

Le opere in mostra in trattoria

Riflettendo sulla simbiosi tra arte, luoghi di aggregazione e temporalità massima, l’esibizione curata da Marta Barina con l’aiuto di Anna Zecchetto espone con simulata casualità le opere di quattordici artisti strettamente legati al territorio veneziano, affiancando una narrazione storica agli effetti di un’arte realmente contemporanea. Accompagnati da profumi invitanti e da un chiacchiericcio sommesso si potranno osservare i lavori di Alessandro Miotti, Alice Moschetta, Camilla Giannotti, Daniele Antoniazzi, Francesco Casati, Francesco Zanatta,
Gianpaolo Murtas, Giuseppe Di Liberto, Jlenia Renier, Jure Kastelic, Maddalena Pamio, Marila Scartozzi, Michele Cesaratto e Pierluigi Scandiuzzi.

Beatrice Timillero

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Autore
Artribune

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