Afragola, Tucci: «Ho ucciso Martina perché ha rifiutato abbraccio»

  • Postato il 31 maggio 2025
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Afragola, Tucci: «Ho ucciso Martina perché ha rifiutato abbraccio»

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Femminicidio di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa ad Afragola, il contenuto della confessione dell’ex fidanzato Alessio Tucci


Martina Carbonaro, la 14enne uccisa ad Afragola, la sera del 26 maggio, colpita alla testa con una pietra dal suo ex fidanzato, Alessio Tucci, perché ha rifiutato un suo tentativo di darle un abbraccio. «L’ho colpita alla testa tre volte con un sasso mentre era di spalle, lei aveva rifiutato un abbraccio» ha raccontato il 19enne al gip durante l’udienza di convalida del fermo che si è tenuta ieri mattina, venerdì 30 maggio, nel carcere di Poggioreale a Napoli.

AFRAGOLA, LA CONFESSIONE DI TUCCI

Tucci, difeso dall’avvocato Mario Mangazzo, ha detto che lui e la ex sono entrati insieme nel casolare abbandonato nei pressi dello stadio Moccia di Afragola, che frequentavano spesso durante la loro relazione, per avere un confronto.

L’UDIENZA DI CONVALIDA DEL FERMO

L’udienza di convalida del fermo è durata poco meno di un’ora. Tucci ha risposto alle domande del gip, che si è riservato la decisione sulla convalida o meno e sulla misura cautelare da applicare. Secondo il pubblico ministero Alberto Della Valle è possibile che il giovane muratore abbia nascosto sotto un armadio e una montagna di rifiuti il corpo della ragazza mentre lei ancora respirava. Alessia potrebbe essere morta dissanguata e aver attraversato una terribile agonia.

LE RISPOSTE DELL’AUTOPSIA


La risposta arriverà dall’autopsia, che dovrebbe svolgersi martedì 3 giugno. Il medico legale dovrà infatti stabilire se la 14enne fosse ancora in vita quando, dopo essere stata ripetutamente colpita, venne abbandonata sotto un cumulo di detriti. E quindi se la ragazza, durante la sua agonia, avrebbe potuto ancora essere salvata con un pronto intervento dei soccorsi. La procura contesta anche l’aggravante della crudeltà.

Secondo il pm, infatti, il giovane avrebbe «scatenato una forza micidiale contro la vittima, colpita più volte al capo, anche dopo essere caduta a terra priva di sensi».

LE PAROLE DELL’AVVOCATO


«Lui ha cercato di abbracciarla, lei ha rifiutato quell’abbraccio e a seguito di questo comportamento, mentre era di spalle, l’ha colpita”, ha riferito l’avvocato all’uscita dal carcere.


Dopo il primo colpo, Tucci «ne ha sferrati un altro paio sempre con la stessa pietra – ha aggiunto il legale – e quando si è reso conto che Martina non era più in vita ha girato il corpo e l’ha coperto con degli arredi che erano nella casa abbandonata». Quando è stata chiusa in un armadio del locale diroccato dove poi è stato successivamente trovato il cadavere, non respirava più.

«NON RIESCE A DORMIRE»

«Lui è molto provato, non riesce a dormire, mi ha rappresentato che ha delle grosse difficoltà a gestire la quotidianità. Però nel complesso in questo momento si trova in una zona protetta, quindi comunque è abbastanza controllato» ha dichiarato il difensore del giovane. «Nel carcere naturalmente non ha trovato un clima favorevole, ma non lo hanno picchiato, spostato di reparto, ora è più tranquillo», ha continuato l’avvocato, che al gip ha chiesto il trasferimento del 19enne in un’altra struttura: «Ho rappresentato al giudice che a mio avviso questa casa circondariale, per come è situata a ridosso della città, anche per i familiari che lo verranno a trovare, non è un posto sicuro».

«TUCCI HA MOSTRATO PENTIMENTO»

Tucci «ha mostrato pentimento e ha chiesto scusa» nel corso dell’udienza di convalida del fermo, ha detto ancora il legale, riferendo che «nella parte finale dell’interrogatorio ha manifestato tutto il suo dolore e la sua angoscia. Ripete spesso ‘in quel momento non ero io, è stato un raptus di gelosia e di rabbia’, ma ha rappresentato le sue scuse, per quello che possono valere, alla famiglia di Martina e anche ai suoi genitori. Ha fatto tutto da solo, i genitori erano all’oscuro».

TUCCI HA TENTATO DI NASCONDERE LE PROVE


Fin dal primo momento, dall’aggressione violenta e dal massacro di Martina, il 19enne avrebbe però tentato di nascondere qualunque traccia. Il cellulare della ragazza, da cui il giovane ha eliminato le chat che lo riguardavano, ritrovato sotto un’intercapedine. Quello stesso smartphone su cui, dalle ore 20.32 quando i due ex fidanzati sono ripresi da una telecamera di sorveglianza mentre si avvicinano al casolare abbandonato vicino allo stadio, i genitori di Martina Carbonaro provano disperatamente a contattarla la sera di lunedì 26 maggio.

LA DENUNCIA DEI GENITORI DI MARTINA

Poi, denunciata la scomparsa della figlia, tra i primi a unirsi alle ricerche quella notte c’è proprio Alessio Tucci. «Non so niente, ci siamo salutati e sono tornato a casa», aveva rassicurato così i familiari della vittima. Ha continuato a negare anche dopo essere stato sentito la prima volta dagli inquirenti, crollando solo quando il pm gli ha mostrato il video che lo mostrava in compagnia della sola Martina alle porte dello stabile abbandonato.

LEGGI ANCHE: Afragola, morte Martina Carbonaro: confessa l’ex fidanzato

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