Aggressione a infermiera a Lamezia, il racconto di uno dei testimoni
- Postato il 27 aprile 2025
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Il Quotidiano del Sud
Aggressione a infermiera a Lamezia, il racconto di uno dei testimoni
Il racconto di uno dei testimoni che ha assistito all’aggressione dell’infermiera difesa dai medici cubani all’ospedale di Lamezia, le sue parole ricostruiscono la dinamica dei fatti
LAMEZIA TERME – Infermiera aggredita, con tanto di occhiali strappati con violenza, e in suo soccorso sono intervenuti due medici cubani che hanno difeso anche un’altra dottoressa rimanendo anche loro contusi (LEGGI LA NOTIZIA). Alla fine 10 giorni di prognosi per medici e infermiera per traumi agli arti. Una serata insomma drammatica (davanti a tanta gente) al pronto soccorso dell’ospedale di Lamezia dove, ancora una volta, emerge la mancanza di sicurezza per i sanitari che, addirittura, come in questo caso, sono stati loro stessi a difendersi dalla violenza di un giovane che, arrivato al pronto soccorso nella serata del 25 aprile con un’ambulanza del 118, aggredisce prima l’infermiera e poi due medici cubani e una operatrice socio sanitaria. L’ennesima aggressione alla fine si è conclusa con l’arresto di un 24enne gambiano.
IL RACCONTO DELL’AGGRESSIONE ALL’INFERMIERA DI LAMEZIA NELLE PAROLE DI UNO DEI TESTIMONI
«La cosa peggiore – racconta un testimone – è stata contro i medici cubani e se non fosse stato per loro le avrei prese anch’io. I due medici cubani hanno difeso prima l’infermiera perché avevamo a che fare con un soggetto che era in stato alterato, sicuramente dall’uso di cannabinoidi e probabilmente anche da altro e purtroppo, sinceramente, non abbiamo avuto alcun tipo di aiuto tranne quello degli stessi colleghi che si sono fiondati prima a placcare questo soggetto in modo che io potessi tentare una sedazione, poi quando questo ha alzato le mani nei confronti dell’infermiera e stava iniziando anche con me a quel punto c’è stato lo scontro diretto».
«Le guardie giurate non hanno fatto assolutamente nulla e loro continuano a ribadire spesso e volentieri quando li chiamiamo in supporto che non sono autorizzati a interventi contro l’utenza e mi domando che cosa stiano a fare, ma questa è una storia vecchia. Abbiamo chiamato i carabinieri che hanno tranquillamente aspettato che questo soggetto si scagliasse contro i colleghi per poi con calma intervenire per ammanettarlo e so che i colleghi hanno sporto querela».
L’ARRIVO AL PRONTO SOCCORSO
«È stato portato al pronto soccorso dal 118 – continua il testimone – perché ritenevano che questo soggetto era ubriaco, ma questo non è mai stato ubriaco, perché era palese dal primo momento che il suo problema era l’uso di altre sostanze e quando è così sono assolutamente incontrollabili. Lavorare in queste condizioni sapendo che se si chiama l’ultima linea di difesa la risposta è questa, è frustrante».
«È entrato di prepotenza nei box dove tra l’altro c’erano anche pazienti, c’era parecchia gente che ha assistito, scagliandosi e dicendo che mi voleva ammazzare più volte, e l’intervento è stato pari allo zero. Dalle aggressioni questa è stata la peggiore in assoluto».
Un’altra aggressione, dunque, verso i sanitari dell’ospedale di Lamezia. Come si ricorderà, a novembre dello scorso anno le forze dell’ordine avevano arrestato un giovane con l’accusa di aver aggredito con un manganello il primario facente funzioni del pronto soccorso dell’ospedale di Lamezia, il dottor Rosarino Procopio.
LA POSIZIONE DELL’ASSOCIAZIONE DONNE MEDICO
Sul caso interviene con una nota l’Associazione italiana donne medico, di Lamezia. «Un altro ennesimo episodio di Violenza contro gli operatori del nostro pronto soccorso – affermano le dottoresse Caterina Ermio, presidente, e Renata Tropea, medico pronto soccorso referente violenza di genere – neanche la presenza delle guardie giurate e dei carabinieri sopraggiunti ha potuto evitare la furia di un paziente in evidente stato di alterazione. L’intervento di due medici cubani in turno istintivamente e prontamente intervenuti per impedire l’aggressione ad una Infermiera e ad una collega medico donna ha evitato il peggio, ma i due medici hanno comunque riportato essi stessi delle lesioni fisiche”.
L’Associazione Italiana Donne Medico esprime “grande solidarietà a tutto il personale medico e sanitario del pronto soccorso di Lamezia, auspicando rivalutazione approfondita da parte aziendale, delle criticità che possono essere correlate a tali eventi, in modo da poterle rimuovere per far sì che gli operatori sanitari in emergenza possano lavorare più sereni e più protetti. Questi episodi mortificano l’impegno e il sacrificio di tutto il personale del pronto soccorso, prevalentemente costituito da operatrici donne, pertanto più esposto da sempre e meritevole di un sistema di protezione sempre più adeguato e attento».
Il Quotidiano del Sud.
Aggressione a infermiera a Lamezia, il racconto di uno dei testimoni