Altro che rispetto della biodiversità: la liberalizzazione della caccia voluta da Lollobrigida va fermata

  • Postato il 22 maggio 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un vero e proprio ritorno al Medioevo, con la totale liberalizzazione della caccia, ovunque e senza limiti temporali. Questa la riforma della legge 157/92 sulla caccia, tramite un ddl che il ministro Lollobrigida ha intenzione di proporre; una modifica alla legge sostanziale e radicale, che sosterrebbe lo stravolgimento della regolamentazione della caccia, togliendo limiti e controlli, riportando lo status ad una situazione addirittura peggiore a quanto esisteva prima della legge attualmente in vigore.

La sintesi dei punti salienti è emblematica e serve per far capire quanto realmente possa incidere sulla gestione della fauna selvatica e creare un effetto dirompente sul concetto di rispetto della biodiversità. Veri e propri “orrori” che diventerebbe legittimi, perfino trovando plausibili alcuni comportamenti di bracconaggio.

Qui per punti l’analisi approfondita (fonte: www.dire.it):

– La caccia da attività ludica diventa una pratica che per legge concorre alla tutela della biodiversità e dell’ecosistema dimenticando gli impatti che determina sulla conservazione della biodiversità. Un vero e proprio atto autoritario che, senza alcun tipo di condivisione con il mondo esterno a quello della caccia, impone a tutti un’attività che la maggioranza della popolazione ormai non condivide.
– Si estendono enormemente le aree cacciabili, riducendo e in alcuni casi azzerando le regole e i divieti.
– Le Regioni sono obbligate a ridurre le aree protette se ritenute “eccessive”, secondo una interpretazione della legge che il Consiglio di Stato ha più volte ritenuto errata, prevedendo addirittura un potere sostitutivo del Ministro dell’Agricoltura.

– Vengono riaperti gli impianti di cattura dei richiami vivi; le specie che possono essere catturate passano da 7 a 47 (milioni di animali oggi liberi finiranno all’ergastolo). Viene eliminato ogni limite nel possesso di uccelli da richiamo provenienti da allevamento. I controlli diventano sostanzialmente impossibili, favorendo il bracconaggio e il traffico di animali.
– Viene consentita la caccia nelle aree demaniali come spiagge, zone dunali, foreste, praterie con enormi rischi per escursionisti, villeggianti, ciclisti.
– Cancellato ogni limite alla costruzione di nuovi appostamenti fissi di caccia con enormi impatti sul turismo e sull’inquinamento da piombo dei pallini.
– Le gare di caccia con cani e fucili sono consentite anche di notte e nei periodi di nidificazione.
– Nelle aree private la caccia potrà essere esercitata senza regole.
– Viene riconosciuta la licenza di caccia ai cittadini stranieri e non è prevista alcuna formazione dei cacciatori stranieri sulle regole italiane.

– Si aumentano i periodi di caccia che vengono estesi oltre febbraio (periodo di migrazione prenuziale e nidificazione).
– Possibile l’aumento delle specie cacciabili da parte della politica senza alcuna verifica preventiva dal punto di vista scientifico.
– La caccia sarà consentita anche dopo il tramonto con l’impossibilità di distinguere le specie ed enormi pericoli per la pubblica incolumità.
– Sarà consentita la braccata anche sui terreni innevati così da poter seguire le tracce degli animali e si disturberanno tutti gli altri nonostante siano in condizioni di difficoltà.
– Le guardie giurate di banche e supermercati potranno uccidere animali.
– Sono previste sanzioni fino a 900 euro per chi protesta contro le uccisioni di animali durante le attività di controllo, mentre non è prevista alcuna modifica dell’impianto sanzionatorio penale e amministrativo volta a reprimere il bracconaggio e il traffico di animali selvatici.

Naturalmente non mancano le critiche forti a questa proposta, che rimane ancora da vagliare; ma è importante che venga portata in evidenza la chiara intenzione del ministro Lollobrigida di creare condizioni di gestione in antitesi con il concetto del rispetto della biodiversità, che invece continuano a sbandierare per tentare di nascondere le vere intenzioni; forse le pressioni delle lobby dei cacciatori e dei costruttori di armi sono più forti di quelle di chi, invece, vuole il rispetto vero della vita animale.

Per questo è stata avviata una petizione da inviare alla presidente Meloni e al presidente Mattarella, chiedendo di fermare questo scempio, che con grande spudoratezza i proponenti vogliono anche far passare come tutelante la biodiversità, prendendo pure in giro i cittadini italiani.

Sarebbe anche utile inviare un esposto al Parlamento Europeo affinché vigili su questo percorso che è in netta contraddizione con ogni direttiva europea in termini di tutela ambientale e della fauna selvatica, oltre che andare contro l’articolo 9 della Costituzione italiana stessa, che dice: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.” Sempre che la Costituzione sia ancora la legge principale del nostro povero stato, governato a colpi di clava e fucile!

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Il Fatto Quotidiano

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