Ambientalisti a processo per essersi opposti al taglio del bosco. E il Comune chiede loro i danni

  • Postato il 9 ottobre 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Gallarate, comune del Varesotto, avrà presto un nuovo polo scolastico, realizzato dall’amministrazione locale su un’area a verde occupata da un bosco, che tredici e enti tra associazioni ambientaliste e comitati di cittadini, hanno tentato di salvare. Tra loro, c’è anche il Comitato Salviamo gli alberi di Gallarate. Una grande mobilitazione popolare che per qualcuno degli attivisti ha però dei risvolti giudiziari.

Sono 22 gli indagati per i quali il procuratore aggiunto di Busto Arsizio Franco Belvisi ha chiesto il rinvio a giudizio che si celebrerà il prossimo 22 gennaio. Processo nel quale il Comune, come ha deliberato il 2 ottobre scorso la Giunta, si costituirà parte civile “al fine di ottenere il recupero delle spese ed il risarcimento dei danni materiali e non materiali”. Le parti offese sono, oltre al Comune di Gallarate, la società incaricata di svolgere le operazioni di taglio e sette tra dirigenti e funzionari di polizia.

I reati contestati sono di diverso tipo. Si va dall’occupazione abusiva di un terreno di proprietà del demanio comunale, l’area di via Curtatone sulla quale sorgerà il nuovo polo scolastico di zona, all’aver ostacolato i lavori di disboscamento anche realizzando delle casette sugli alberi per impedirne l’abbattimento. Provocando in ogni caso il rallentamento delle operazioni e di conseguenza la costruzione dell’edificio scolastico. Ma anche l’aver rivolto ingiurie e aver causato lesioni agli agenti di polizia impegnati nell’area.

Gli imputati – Tra i processati ci sono esponenti del Comitato salviamo gli alberi di Gallarate, ecoattivisti del gruppo Tanuki, protagonista nel 2024 di una analoga lotta a Busto Arsizio, contro la trasformazione di un’area verde in campi da padel, esponenti del centro sociale Telos di Saronno, oltre a Cinzia Colombo, ex assessore ai Servizi sociali di Gallarate. “Non si tratta di un bosco, ma di un boschetto, come ho dimostrato il 5 settembre 2024 con un post su Instagram. Il bosco secolare del quale parlano gli ambientalisti, 50 anni fa non esisteva. Per metà era stato raso al suolo sotto l’amministrazione di sinistra”, dice a ilfattoquotidiano.it Andrea Cassani, sindaco leghista di Gallarate. Che aggiunge: “Il Comune è parte offesa nel procedimento contro gli attivisti. La scelta di costituirsi parte civile è motivata dal desiderio di tutelare le forze dell’ordine, ingiuriate. Senza contare i costi maggiori nelle opere, a causa dei rallentamenti subito”. Motivazioni non condivise dal fronte dei comitati e delle associazioni. “Siamo entrati nel bosco, per evitarne l’abbattimento, quando ancora il cantiere non c’era. Almeno all’inizio”, spiega Olivia Pastorelli del Comitato salviamo gli alberi”. Piuttosto ci siamo spaventati per l’intervento della polizia, più tardi, a taglio avvenuto. Abbiamo avuto paura vedendo gli agenti brandire i manganelli”. Pastorelli aggiunge poi un elemento: “Abbiamo cercato di far rispettare le regole. La richiesta di posticipare il taglio al 15 ottobre? E’ previsto dal regolamento comunale del verde e dalle legge regionali per la tutela della fauna, che dal 31 marzo al 15 ottobre, nel periodo della nidificazione degli uccelli, non ci possano essere interventi. E il processo partecipativo indicato nel progetto? Non c’è stato, se non a posteriori.

L’area destinata al polo scolastico – Il bosco, perlopiù di robinie e con una ricca avifauna, nell’area di circa due ettari tra la ferrovia e il cavalcavia autostradale Milano-Varese. Area nella quale è in fase di completamento, nell’ambito del progetto di rigenerazione urbana denominato GROW 29 finanziato con 18,5 milioni di euro per oltre il 90% con fondi europei di Regione Lombardia, un nuovo polo scolastico comprendente scuola materna e scuola primaria a servizio dei quartieri di Cajello e Cascinetta. In sostituzione di due distinti edifici scolastici, riqualificati e con nuove destinazioni d’uso. “Il nuovo polo scolastico sarà a emissioni quasi zero, con spazi moderni e multifunzionali, un ampio giardino esterno e una palestra interna”, si spiega nella sezione dedicata all’intervento di rigenerazione urbana sul portale del Comune.

“Il taglio del bosco è stato compiuto, finalizzato a costruire un nuovo polo scolastico in una zona certamente non felice per i bambini che lo frequenteranno, vista la pesante vicinanza con infrastrutture di forte impatto ambientale, acustico e atmosferico”, scrivono ad ottobre 2024 i comitati e le associazioni ambientaliste. L’opera finanziata con 8,075 milioni di euro dei 18,5 complessivi. A marzo 2021 il Consiglio comunale approva il documento redatto da Trade Lab srl denominato GROW 29. Il progetto viene approvato dal Comune a dicembre 2023. Il cantiere viene avviato, tra le proteste. Alle quali ad aprile si aggiunge la petizione promossa dal Comitato Salviamo gli alberi di Gallarate. Un appello sottoscritto da oltre 9mila persone, per chiedere “La ristrutturazione e riqualificazione delle scuole esistenti” e “Il mantenimento e la valorizzazione dell’area boschiva di via Curtatone”.

A luglio arriva l’autorizzazione al taglio da parte del Parco lombardo della valle del Ticino in cambio del versamento di quasi 227mila euro oneri di urbanizzazione da parte del Comune. Agli inizi di agosto 2024 l’abbattimento del settore centrale del bosco. A quel punto c’è l’occupazione da parte degli attivisti del gruppo Tanuki. Alla fine di agosto c’è l’intervento della Digos che porta a 9 fra Daspo e allontanamenti, diverse identificazioni, e l’arresto di una ragazza. Ma le proteste non si arrestano. I comitati passano all’attacco. Con una serie di denunce in Procura per danno ambientale, contro il Comune, Polizia locale e ditta che si occupa dell’abbattimento. Il reato contestato? Danno ambientale. Che però le indagini dei carabinieri forestali, delegati dal pubblico ministero Nadia Calcaterra, non riscontrano.

Ma i contrari all’opera non si danno per vinti. Il 15 settembre c’è una manifestazione per chiedere di partecipare alla revisione del progetto e intanto di interrompere i lavori fino alla fine del periodo di nidificazione, il 15 ottobre. Ma il Comune non arretra. Anzi il 18 settembre 2024 una delibera di giunta approva l’azione legale “per il recupero delle spese e la richiesta di risarcimento danni per improduttività e blocco attività di cantiere”. Agli inizi di ottobre lo sgombero da parte di Polizia locale e Polizia di Stato. E quindi il taglio delle parti di bosco rimaste.

Il resto è noto. Le azioni legali, fino all’accusa per i 22 attivisti. Che per le spese legali che dovranno affrontare potranno contare sui proventi de “La storia del Bosco di via Curtatone”. Il racconto teatrale della vicenda della quale sono stati protagonisti, rappresentato, a Gallarate. Il bosco è stato raso al suolo. Ma se ne continua a parlare. In attesa del processo.

(immagine d’archivio)

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Il Fatto Quotidiano

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