Anche gli uragani sono una questione politica

  • Postato il 29 ottobre 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

Forse avete sentito parlare di un racconto del 1917 di Rudyard Kipling intitolato Il Villaggio che aveva Votato che la Terra è Piatta. Ovviamente, era narrativa, me ha riverberato in diverse leggende che girano per i social media oggi. E forse non era solo una fantasia considerando come il presidente Trump tratta la Scienza del Clima. Magari pensa di poterla abolire per legge, o anche a cose più drastiche per forzare il clima a comportarsi come vuole lui. Per esempio, pare che nel 2019 avesse proposto di fermare l’uragano Dorian con una bomba atomica.

L’influenza della politica nell’interpretazione degli eventi climatici la vediamo bene nel caso dell’uragano Melissa. Al momento in cui scrivo (mercoledì 29 ottobre) sta battendo su Cuba, dopo aver devastato la Giamaica. Anche Melissa è per molti versi una questione politica, anche se non pare che ci sia qualcuno che lo voglia bombardare con testate atomiche. Melissa, come tutti gli uragani di grande potenza, è visibile, spettacolare, impressionante. Non è come altri elementi del cambiamento climatico che si vedono poco o non si vedono, tipo l’acidificazione degli oceani. Che gli oceani stanno diventando più acidi non ve ne accorgete a meno che non siate dei coralli. Invece, gli uragani non si possono ignorare più di tanto, ma, a seconda dell’orientamento politico li si possono enfatizzare, o sminuire.

In un post precedente sul Fatto avevo notato come in Italia si era letto e sentito dire ben poco di questo uragano fino all’ultimo momento, quando non si potevano più ignorare le foto e i filmati spettacolari dei disastri in Giamaica. Ora, però, la notizia è finalmente arrivata su quasi tutti i media. E orientamenti politici diversi hanno generato interpretazioni diverse. Testate di sinistra, come il Fatto e il Manifesto, hanno dato un buon risalto all’uragano Melissa, chiarendo anche il legame con il cambiamento climatico. Le testate più di centro. La Stampa, il Corriere, ecc., ne hanno parlato, anche se non l’hanno enfatizzato troppo. A destra, Libero e La Verità (che non lo è) non lo hanno neanche menzionato, perlomeno da quello che ho trovato sulle loro edizioni on line.

La nostra stampa va in parallelo con la stampa Usa, dove le testate orientate verso i democratici (CNN, NYT e altre) hanno dato grande risalto a Melissa. Al contrario, testate di destra (Fox News, Breitbart, e altre) ne hanno parlato di meno, con qualche ragionamento teso a sminuirne la portata (“gli uragani ci sono sempre stati”) e qualche frecciata verso gli ambientalisti che si attaccano a tutto pur di dimostrare di aver ragione.

Per ora, per fortuna, non si è vista a proposito di Melissa la stessa ondata di leggende che si era vista per uragani precedenti. Ovvero, che l’uragano è stato creato dalla geoingegneria messa in campo dai soliti delinquenti che vogliono sterminare il genere umano. Ma ci sta che verranno fuori anche quelle a breve.

Insomma, di qualunque cosa si parli, non riusciamo a discutere se non buttando tutto in politica. Avete visto lo scontro fra Carlo Calenda-Jeffrey Sachs sull’Ucraina a Piazzapulita? Senza entrare nel merito del soggetto del dibattito, è una buona rappresentazione di come siamo ridotti. È la “miseria del dibattito” come lo ha correttamente definito Massimiliano di Fede in un post sul Fatto Quotidiano. E qui sta il problema. Non si può votare contro gli uragani, e non si può nemmeno decretare che non esistono. Il cambiamento climatico è un fatto, e ignorarlo non serve a farlo sparire.

La politica può ignorare i fatti, ma i fatti, a loro volta, ignorano la politica.

L'articolo Anche gli uragani sono una questione politica proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti