Annegato nell’Adda, il 16enne Karim era arrivato da solo dall’Egitto. La comunità: “Lo abbiamo visto crescere”

  • Postato il 19 agosto 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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È arrivato in Italia dall’Egitto a sedici anni senza madre, senza padre o parenti e ora, dopo essere morto annegato nel fiume Adda nei giorni scorsi, tornerà a casa solo grazie alla solidarietà dei tanti che stanno raccogliendo fondi per ridare almeno il corpo alla sua famiglia. Karim Hamed Mandi, è uno dei minori non accompagnati che viveva alla Cascina Fornace di Spino d’Adda, comunità gestita dalla cooperativa Arci “Porto Sicuro”.

Giovedì 14 agosto il tragico incidente a Merlino, nel lodigiano: Karim si è tuffato in un punto pericoloso del fiume ed è stato trascinato dalle acque. Per lui non c’è stato niente da fare nonostante il pronto intervento dei sanitari. Una vicenda che ha scosso non solo i membri della comunità che lo accoglieva ma tanti cittadini del Cremasco e del Cremonese al punto che l’Arci ha lanciato una campagna di raccolta fondi per dare la possibilità alla sua famiglia di riabbracciarlo.

La comunità lo ha ricordato con queste parole: “Karim, 17 anni, era arrivato in Italia dopo un lungo viaggio da solo tramite le rotte migratorie nella speranza di trovare un futuro migliore. È uno di quei ragazzi che il sistema chiama “minore straniero non accompagnato” ma che per noi era solo Karim. Inserito in una delle comunità da noi gestite lo abbiamo visto crescere in questi mesi nel sorriso ed anche nei pensieri, frequentava il corso di italiano presso il nostro centro diurno, partecipava alle attività proposte. Karim stava provando a vivere una normale vita di ragazzo adolescente in Italia”. Una delle tante storie che chi accoglie questi bambini ben conosce perché li vede crescere, studiare, imparare la lingua e poi, magari, trovare un lavoro. Al giovane egiziano non è andata così.

Per Andrea Virgilio, il primo cittadino di Cremona, Karim, è stato un “figlio” del sindaco. Arrivato in città a febbraio si era presentato spontaneamente ai carabinieri: nessun adulto al fianco, nessun parente. “Solo la sua voce – ha detto il sindaco – a raccontare di essere privo di supporto, morale o materiale”. In questi giorni tanti messaggi di vicinanza stanno arrivando alla cooperativa: hanno ricevuto vicinanza dalle istituzioni e dalla grande rete solidale nella quale lo stesso Karim era inserito. “Vogliamo ringraziare enormemente – scrive l’Arci sul proprio profilo Facebook – tutti e tutte per la vicinanza ed esprimere un sincero ringraziamento alle forze dell’ordine, ai sanitari e ai vigili del fuoco che hanno tentato il salvataggio del ragazzo. Abbiamo preso contatti con la sua famiglia e soddisfacendo il loro desiderio stiamo lavorando per riportare il corpo nel Paese di origine non prima di una celebrazione ed un ultimo saluto da parte dei suoi tantissimi amici”. Nei prossimi giorni si terrà un saluto e un momento per ricordare Karim aperto all’intera comunità.

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Il Fatto Quotidiano

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