Antitrust indaga su Meta AI in WhatsApp: rischio abuso di posizione dominante
- Postato il 31 luglio 2025
- Di Panorama
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L’intelligenza artificiale su Whatsapp rischia di bloccare gli utenti. Nessun consenso richiesto e Meta AI si è imposta sui nostri smartphone pochi mesi fa, senza possibilità di scelta. Per questo il Garante italiano per la Concorrenza e il Mercato (Agcm) ha aperto un’istruttoria sul colosso di Mark Zuckerberg che, per recuperare il ritardo accumulato sull’AI rispetto ai concorrenti (OpenAI, Google e Apple) avrebbe abusato della propria posizione dominante, a scapito dei milioni di cittadini che ogni giorno usano whatsapp. E presto, il 2 agosto, scattano anche i regolamenti e codici europei, l’AI Act.
Antitrust indaga su AI di Meta su Whatsapp: rischio di abuso di posizione dominante
Meta AI è stato introdotto in Europa lo scorso marzo con una mossa aggressiva: un’integrazione predefinita e direttamente nella barra di ricerca e nella schermata principale di WhatsApp. Nessun preavviso agli utenti, nessuna possibilità di rimozione, ma un accesso immediato al servizio di intelligenza artificiale. Una strategia che, secondo l’Agcm, finisce per “combinare forzosamente” il servizio di messaggistica, usato ogni mese dal 90% degli italiani, con un chatbot AI. Dalla parte dell’Antitrust ci sono anche i numeri. Nel 2023, l’assistente virtuale di Meta era usato solo dal 16% degli utenti americani interessati all’intelligenza artificiale. Dopo l’integrazione su WhatsApp, la sua quota è balzata al 31%, eguagliando ChatGPT. Questo balzo secondo l’Autorità non deriva da una libera concorrenza, ma da una posizione dominante sfruttata per canalizzare gli utenti verso l’AI di casa, rendendoli progressivamente “funzionalmente dipendenti”, anche grazie alla personalizzazione crescente del servizio che migliora col tempo sulla base delle interazioni. In più c’è l’uso dei dati. L’Agcm sostiene che non è chiaro se Meta utilizzi o meno le conversazioni con la sua intelligenza artificiale su WhatsApp per allenare il suo modello. L’istruttoria dovrà concludersi entro fine 2026 e Meta ha a disposizione due mesi per replicare. Il rischio è una sanzione fino al 10% del fatturato globale.
AI Act: si apre un fronte europeo per Meta
C’è poi un’altra questione che agita Mark Zuckerberg e il mondo dell’AI. Il 2 agosto entreranno in vigore gli obblighi previsti dall’AI Act europeo per i modelli di intelligenza artificiale ad uso generale (GPAI), tra cui Meta AI. La Commissione europea ha inoltre chiesto ai principali sviluppatori di firmare un Codice di condotta volontario per agevolare l’attuazione della normativa. Meta, però, si è chiamata fuori, dichiarando che il Codice “limita lo sviluppo dei modelli in Europa”, mentre Google, OpenAI e Microsoft hanno già manifestato la propria adesione (pur con riserve), così come le europee Mistral AI e Aleph Alpha. Il primo agosto, domani, sarà diffusa la lista ufficiale di chi “sta” con il codice di condotta volontario europeo e chi “starà fuori”. Anche su questo tavolo di gioco per Meta, dunque, si apre una nuova partita.