Approvata la riforma delle patenti, l’Ue cambia le regole

  • Postato il 15 ottobre 2025
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  • Di Virgilio.it
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È arrivato il via libera dalla Commissione Trasporti del Parlamento europeo alla revisione delle normative Ue sulla patente di guida: un passo che inaugura l’era della patente digitale introduce regole più rigide per i neopatentati e stabilisce che sanzioni come la sospensione della guida in uno Stato dovranno valere anche nello Stato di rilascio del documento. Una rivoluzione normativa con l’obiettivo dichiarato di armonizzare, digitalizzare e rendere più sicure le strade europee.

L’accordo provvisorio, siglato in marzo 2025 tra Parlamento e Consiglio e confermato successivamente dal Consiglio stesso, prevede che la patente digitale, accessibile via smartphone e integrata nel portafoglio digitale europeo, diventi il formato principale su tutto il territorio Ue. Tuttavia, il formato cartaceo o plastico non scomparirà: ogni automobilista potrà continuare a richiederlo come opzione alternativa.

Due anni di prova e controlli sanitari obbligatori

Una delle novità più incisive riguarda i neopatentati: il nuovo sistema impone un periodo di prova di almeno due anni, durante il quale chi guida dovrà rispettare regole più severe, soprattutto contro guida in stato di ebbrezza, uso delle cinture o comportamento pericoloso. Prima del rilascio (o rinnovo) della patente, tutti i conducenti saranno sottoposti a un controllo medico obbligatorio, con esame della vista e bilancio cardiovascolare. Gli Stati membri, tuttavia, potranno prevedere modalità alternative, come l’autovalutazione o screening semplificati, per alcune categorie (auto/moto).

In più, le nuove regole non si limitano all’emissione della patente: ogni Stato dovrà riconoscere e applicare sospensioni, ritiri o restrizioni decise in un altro Paese dell’Ue. L’abuso di guida spericolata all’estero non potrà più rimanere impunito nel Paese di rilascio.

Validità estesa e nuove opportunità per licenze professionali

Con le nuove norme, una patente per auto e moto avrà una validità standard fino a 15 anni, salvo casi in cui la patente stessa funzioni come documento d’identità, in cui la durata potrà essere limitata a 10 anni. Per bus e camion, invece, i rinnovi resteranno più frequenti.

Per rispondere anche alla carenza di autisti, è previsto che l’età minima per le patenti professionali possa essere abbassata: ad esempio, un giovane di 18 anni potrebbe ottenere una patente per autocarri, purché possieda il certificato di idoneità professionale. In alcuni casi, addirittura i 17enni potranno guidare beni o veicoli commerciali se accompagnati da un conducente esperto.

Effetti attesi e nodi da sciogliere

L’obiettivo dichiarato è ambizioso: rendere uniforme, moderno e sicuro il sistema delle patenti in tutta l’Unione. Le strade europee – dicono i promotori – dovrebbero beneficiare di una riduzione degli incidenti più gravi, grazie a controlli incisivi e maggiori garanzie nelle regole di guida.

Ma ci sono ostacoli. La transizione al formato digitale richiede infrastrutture adeguate in tutti i Paesi, aggiornamenti dei registri nazionali e accordi tecnici su standard comuni. Il rischio è che alcuni Stati restino indietro, creando disomogeneità durante il periodo di applicazione. Inoltre, stabilire che le sanzioni siano riconosciute tra Paesi richiederà raccordi giuridici e modalità operative precise, per evitare contenziosi sul diritto di difesa del conducente.

Un altro nodo: quanto potranno essere invasive le verifiche mediche? E come si bilancerà l’esigenza di sicurezza con il principio del diritto individuale? Infine, benché il Parlamento abbia già dato il via libera nella Commissione Trasporti, manca ancora l’approvazione in plenaria. Solo dopo quell’ultimo passaggio il testo potrà diventare legge europea e dovrà essere recepito dagli Stati membri entro termini stabiliti.

Tra progresso e sorveglianza

La riforma della patente Ue è un colpo di timone: parola d’ordine digitalizzazione, uniformità e misure preventive più stringenti. È una risposta alla mobilità moderna, al turismo transfrontaliero e alla necessità di regole coerenti in un mercato unico ormai consolidato.

Ma non è un automatismo. Occorrerà vigilare che il digitale non diventi un modo per cancellare il contatto umano, e che le sanzioni traspaiano giustizia reali e non repressione. Perché dietro la patente, più che un pezzo di plastica o un codice RFID, c’è la libertà di muoversi. E ogni libertà che cambia formato merita di essere salvaguardata con equilibrio.

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Virgilio.it

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