Arrestati per tortura i quattro detenuti che seviziarono il compagno di cella 18enne nel carcere di Marassi
- Postato il 9 agosto 2025
- Copertina
- Di Genova24
- 1 Visualizzazioni


Genova. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di tortura l’hanno ricevuta in cella dove si trovano per altri reati, ma con questa nuova gravissima accusa i 4 detenuti accusati di aver violentato e seviziato il compagno di cella 18enne nella casa circondariale di Marassi difficilmente potranno uscire a breve. Ad essere indagati per tortura sono tre egiziani di 21, 23 e 26 anni insieme a un detenuto italiano di 41 anni.
Dall’ordinanza, chiesta dal pm Luca Scorza Azzarà, e firmata dalla gip Camilla Repetto, emergono i terribili dettagli delle sevizie durate diversi giorni e nascoste alle guardie carcerarie imponendo al detenuto di farsi trovare a letto a ogni controllo fingendo di dormire finché un giorno una guardia non si è accorta che aveva il volto tumefatto.
La testimonianza decisiva dell’unico compagno di cella estraneo alle sevizie
Secondo quanto raccontato dalla vittima e da un altro compagno di cella – l’unico che si è rifiutato di partecipare alle torture – i quattro si erano convinti che il 18enne cedesse droga a minori in cambio di sesso e addirittura che avesse violentato un minore, tutte notizie prive di fondamento. E poi lo accusavano di aver rubato il cellulare alla cugina di uno di loro.
Tra gli strumenti usati per gli abusi un macchinario rudimentale per i tatuaggi, un manico di scopa e poi una saponetta dentro un lenzuolo usata per il pestaggio sistematico. Ma non solo, come hanno confermato gli accertamenti medici il giovane detenuto aveva dei tagli praticati con le lamette e bruciature di sigaretta su tutto il corpo. Ancora: i quattro da giorni gli impedivano di mangiare e solo il sesto compagno di cella ha raccontato agli inquirenti per per questa ragione gli dava del cibo di notte, di nascosto dagli altri.
Per la giudice i quattro hanno dimostrato un “accanimento” oltre che “deprecabile”, “del tutto ingiustificato e indicativo di uno spirito di crudeltà” e “dell’allarmante incapacità di autocontrollo persino dentro una cella”. Le sevizie dimostrano una “spregiudicatezza e intensità di violenza ” tra l’altro del tutto “immotivata” ma che conferma la “caratura criminale degli indagati”, I quattro erano già in carcere per reati contro il patrimonio ma anche per rapina e lesioni. Sono accusati di violenza sessuale di gruppo aggravata, oltre che di tortura.
Le indagini sulla rivolta in carcere
Parallelamente la Procura di Genova ha indagato un’ottantina di detenuti per la rivolta scoppiata il 4 giugno quando grazie al tam tam del carcere si era diffusa tra i detenuti la notizia delle sevizie. La rivota era durata un paio d’ore co alcuni agenti lievemente feriti e il danneggiamento di una sezione e si era placata solo quando la direzione carceraria aveva comunicato che i detenuti responsabili dello strupro di gruppo erano stati trasferiti in altre carceri.