Assi di forza, nuova protesta a Marassi: “Sempre meno persone useranno i mezzi pubblici”
- Postato il 11 maggio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Nuova manifestazione ieri pomeriggio in piazza Galileo Ferraris contro il taglio dei percorsi delle linee collinari di Marassi e Quezzi correlato al progetto degli assi di forza del trasporto pubblico genovese. Circa 200 i partecipanti, secondo quanto reso noto dagli organizzatori, ai quali è stato offerto un menù degustazione offerto da diversi esercenti della zona. Un mese e mezzo fa era stato organizzato un corteo per le vie dei quartieri interessati.
Il Circolo Nuova Ecologia e il Comitato Sconquasse di Marassi, con il supporto della Rete genovese dei comitati e delle associazioni, hanno organizzato un incontro pubblico in quello che sarà il punto nevralgico della rivoluzione, dove dovrebbe sorgere il nuovo capolinea sia per i filobus da 18 metri che collegheranno Marassi con Sampierdarena e Campi, sia per le linee 47 (che ingloberà probabilmente il 37), 82 e 356.

Chi si oppone al nuovo assetto sottolinea che “ciò comporterebbe una rottura di carico obbligata nei pochi chilometri di percorrenza verso il centro, visto che sarebbe prevista un’unica linea in partenza per i passeggeri convogliati lì da navette circolari collinari (invece delle attuali quattro linee di collegamento diretto), la qual cosa, secondo specifici studi trasportistici, dissuaderebbe ancor più l’utenza dal suo utilizzo“.
“Inoltre – spiegano gli organizzatori – il sistema così congegnato appare poco duttile anche per gli interscambi con la metropolitana di Sant’Agata e la linea 48 per l’ospedale San Martino. È stata infine motivata, dati alla mano, la poca credibilità delle rassicurazioni riguardanti la frequenza e la comodità del servizio, per non parlare degli effetti che avrebbe posizionare un nuovo capolinea a ridosso della piazza dove sono presenti scuole, banchi del mercato bisettimanale e parcheggi“.
Presenti in piazza alcuni candidati sindaci: Antonella Marras di Sinistra Alternativa, Cinzia Ronzitti del Partito Comunista dei Lavoratori e Roberto Toscano di Democrazia Sovrana e Popolare. Con loro anche i candidati alla presidenza del Municipio Fabrizio Ivaldi (centrosinistra) e Davide Ghiglione (Sinistra Alternativa).

A supportare i comitati di Marassi e Quezzi sono arrivate diverse realtà di altri quartieri. “Genova sta vivendo una devastazione a causa dei cantieri in essere e quelli a venire, con un dispendio enorme di soldi pubblici – ha detto Rossana Aluigi del comitato Liberi Cittadini di Certosa -. La questione della mobilità è molto importante perché è quella che consente alle persone di spostarsi velocemente, di raggiungere il posto di lavoro. È essenziale avere un trasporto pubblico efficiente per gli spostamenti e anche per la nostra salute, perché contribuisce a ridurre l’inquinamento e le malattie che spesso ci affliggono. La battaglia della Valbisagno è sacrosanta, ma deve essere inquadrata in un piano di mobilità cittadino”.
L’assemblea è proseguita con l’intervento dell’ architetto Matteo Marino, che ha allargato il ragionamento sugli aspetti storici che caratterizzano il territorio, facendo riferimento a quanto ancora adesso rimane di tale significativo passato come antichi percorsi di collegamento carrabili di fondovalle e pedonali di risalita (le creuse), oltre che le ville ancora presenti e da valorizzare, il tutto nell’ottica di “riappropriarsi degli spazi da parte dei cittadini grazie ad una nuova consapevolezza delle loro potenzialità, cui magari dovrebbe corrispondere un nuovo protagonismo per i Municipi, dove un tempo risiedevano appunto gli organismi amministrativi dei vecchi Comuni ante accorpamento nella Grande Genova di epoca fascista”.

A seguire è intervenuto anche l’architetto Giovanni Spalla che ha incentrato l’attenzione sul “continuo processo di privatizzazione che sottrae alla disponibilità di tutti i cittadini beni comuni caratterizzanti l’unicità valoriale di ogni singolo territorio, recentemente oggetto di un nuovo bando che, per rimanere nella zona circostante, prevede l’alienazione di Forte Ratti oltre a numerosi altri punti d’interesse nel resto della città”.
Ma a schierarsi contro la nuova rete disegnata dagli assi di forza è anche il sindacato Usb: “Un progetto nato per migliorare il servizio rischia invece di peggiorarlo, a partire dai tagli alle linee collinari. L’eliminazione delle linee 37 e 47, fondamentali per i collegamenti tra il centro, la stazione di Brignole e le zone alte della città, rappresenta un grave colpo all’accessibilità del trasporto pubblico per centinaia di residenti”. Per la precisione Amt e Comune, durante gli ultimi incontri pubblici, avevano caldeggiato la possibilità di mantenere il 47 a Quezzi, accorpandolo proprio al 37 (che non verrebbe più fuso col 356). In ogni caso verrebbe eliminato il tratto fino a Brignole, assorbito dal nuovo asse centrale.
“Nel frattempo – denuncia Federico Bairo della Rsa Usb Trasporti -, sulle linee 15, 37, 47 e 48 continuano a circolare mezzi obsoleti: Scania immatricolati nel 1999 e Breda Menarini del 2001, veicoli con oltre 20 anni di servizio sulle spalle, non più adeguati né per comfort né per affidabilità, e con evidenti ricadute anche sulle condizioni di lavoro degli autisti”. Usb “chiede un confronto vero e trasparente sul futuro del trasporto pubblico locale. Non bastano i proclami e le inaugurazioni in pompa magna: serve una pianificazione concreta, che metta al centro la qualità del servizio, la sicurezza dei lavoratori, il diritto alla mobilità di tutti i cittadini e il rinnovamento reale della flotta”.