Attacco di Israele all’Iran, la comunità iraniana genovese: “Ansia, viviamo un paradosso”

  • Postato il 13 giugno 2025
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Genova. Sono oltre 300 i cittadini iraniani che vivono a Genova e questa mattina in molti hanno provato sensazioni complesse alla notizia dell’attacco di Israele. Il governo di Tel Aviv ha colpito soprattutto siti militari e nucleari in Iran ma avuto come obiettivo anche diversi esponenti del mondo militare, e scienziati che rappresentano figure chiave per il programma nucleare iraniano.

La capitale Teheran ma anche Tabriz, Natan, Ishafan e altre le località colpite con un bilancio (provvisorio) di 80 morti e centinaia di feriti. L’Iran ha provato a rispondere con un lancio di droni ma questi sono stati intercettati dalle forze israeliane che sottolineano: “Non è finita, andremo avanti per due settimane“.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato di “attacco preventivo” e “inevitabile” per stoppare la corsa agli armamenti nucleari del regime degli ayatollah. Ma proprio nelle settimane in cui erano stati avviati colloqui tra Iran e Usa sul nucleare, l’azione unilaterale di Israele. Trump ha dichiarato di non entrare nell’operazione ma che sapeva dell’imminenza dei raid.

La reazione all’attacco di Israele nella comunità iraniana a Genova

Ansia e preoccupazione, questo è lo stato d’animo mio e delle persone con cui ho avuto modo di confrontarmi” dice Sohrab Najafi, 34 anni, già portavoce della comunità iraniana a Genova ai tempi del montare della battaglia “Donna, vita, libertà”. Sohrab, come tanti altri iraniani che hanno deciso di vivere in Occidente, non vede la madre patria come un luogo da rimpiangere – anzi – ma quello che sta accadendo in queste ore ha lasciato tutti nello sgomento.

“Uno dei missili caduti su Teheran nella notte ha distrutto un palazzo dietro l’isolato dove vive mio nonno, che per fortuna sta bene – continua Sohrab Najafi – e come me, tanti altri hanno lasciato in Iran affetti e familiari, e sappiamo che soprattutto chi è più grande sta rivivendo il clima della guerra tra Iran e Iraq negli anni Ottanta”. In queste ore, per altro le comunicazioni tra il Paese in Medio Oriente e il resto del mondo sono ridotte, viste le momentanee limitazioni all’uso di internet.

Sohrab Najafi parla anche del grande paradosso che stanno vivendo tanti iraniani all’estero e in Iran. “Il paradosso degli iraniani in Iran è che molti fra noi, fra loro, in questo momento sono felici, perché le persone prese di mira dagli attacchi sono quelle responsabili delle disgrazie, dell’annullamento dei diritti civili, dell’impoverimento progressivo del Paese – prosegue Najafi – e personalmente concordo con le contestazioni del governo islamico, ma allo stesso tempo penso che Israele si stia comportando in modo indecente, in Iran come in Palestina, e lo stia facendo sotto il tacito consenso dell’Occidente, gli Stati Uniti per primi”.

L’attacco di Israele all’Iran è stato condannato dalla comunità internazionale. “Ma non si farà niente per fermare Tel Aviv – continua – e siamo di fronte a un conflitto che ora si prospetta lungo ed evidente ma che era già iniziato da tempo, basti pensare che alcuni dei missili sparati nella notte sono stati lanciati da avamposti in territorio iraniano. Quello che ci chiediamo è: quale sarà l’obiettivo finale?“.

(foto in apertura SNN TV)

Autore
Genova24

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