“Attenzione, la stagione dei pollini si è allungata di oltre un mese mezzo e sarà sempre più lunga”: l’allarme degli esperti. Ecco i consigli per chi soffre di allergia
- Postato il 24 aprile 2025
- Salute
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il cambiamento climatico influisce anche sulle allergie. Con una riduzione delle giornate di gelo, infatti, si è allungata di oltre un mese e mezzo la “stagione dei pollini”, con pesanti conseguenze proprio tra chi soffre di allergie, in particolare i bambini affetti da asma, 1 su 5 in Italia, e gli anziani con problemi respiratori, il 17% degli over 65, tra i quali si registra un rischio più alto di decessi dovuti all’esposizione ai pollini. Si segnala un aumento fino al 116% del rischio di decessi tra gli anziani con malattie respiratorie croniche.
L’allarme arriva dagli esperti della Società italiana di allergologia e immunologia clinica (Siaaic), durante il recente congresso “Libero Respiro” a Cetara, in occasione della 18/ma edizione della Giornata nazionale del polline, promossa dalla Società italiana di aerobiologia, medicina e ambiente (Siama), che si è celebrata lo scorso 21 marzo. “Meno giorni con temperature sottozero – ha affermato Vincenzo Patella, presidente Siaaic – danno più tempo alle piante di crescere e rilasciare i pollini. A causa del riscaldamento globale la stagione critica per le allergie è dunque destinata a diventare sempre più lunga, con il risultato che i sintomi sono peggiori e più duraturi per gli oltre 10 milioni di italiani che ne soffrono, costretti a protrarre le terapie”.
Temperature più alte e maggior inquinamento
Il cambiamento climatico rende inoltre la stagione dei pollini più intensa a causa dell’inquinamento che intrappola il calore, spiega Patella: “Livelli più elevati di CO2 nell’aria possono aumentare la produzione di pollini nelle piante. A causa dei persistenti elevati tassi di inquinamento da CO2, secondo una ricerca americana del 2022, alla fine del secolo l’aumento della produzione di pollini potrebbe arrivare fino al 200%”. Gli esperti Siaaic invitano quindi ad avviare iniziative per ridurre la quantità di pollini nelle città senza rinunciare al verde pubblico: dalla scelta di piante che producono meno quantità di polline, fino alla falciatura e alla gestione del verde pubblico nelle ore notturne e nelle giornate poco ventilate. Da segnalare che negli ultimi anni, il numero di persone colpite da patologie allergologiche è aumentato in modo considerevole. Se nel triennio 2018-2020 l’incidenza di nuovi casi era dell’11% all’anno, nel 2024 il dato era già al 16%. Oggi le riniti allergiche hanno un’incidenza complessiva che sfiora il 28%. E il colpevole sembra essere il cambiamento climatico che sta anticipando e prolungando la stagione pollinica, con le prime manifestazioni a febbraio e le ultime ancora a settembre. In particolare, quest’anno la stagione pollinica è iniziata 25 giorni prima rispetto alle previsioni. In generale l’ambiente pesa per il 70% sul rischio di sviluppare allergie, la genetica solo per il 30%. L’aumento dell’incidenza delle riniti allergiche non risparmia nessuna fascia d’età, ma sembra colpire maggiormente i bambini e gli anziani.
Come gestire quindi più efficacemente le allergie respiratorie?
“Innanzitutto, è importante individuare il tipo di allergia spiega al FattoQuotidiano.it la professoressa Eleonora Nucera, allergologa presso il Policlinico Gemelli di Roma. “Una volta individuata l’allergia, è importante effettuare un’immunoterapia specifica che elimina il problema alla radice. Nel frattempo, è importante controllare i sintomi con una terapia antireattiva a base di cortisonici e antistaminici sia locali che sistemici. Può essere utile anche attuare alcune strategie per prevenire o ridurre l’esposizione ai pollini senza rinunciare a trascorrere del tempo all’aria aperta”
Qualche esempio?
“Chi è allergico al polline se sta all’aria aperta può indossare una mascherina e degli occhiali (soprattutto se alla rinite si associa congiuntivite); meglio comunque evitare di stare molto all’aperto e soprattutto nel periodo in cui c’è la massima concentrazione di pollini a cui si è allergici”.
Come sapere qual è il periodo più “a rischio”?
“Ormai esistono i cosiddetti ‘calendari pollinici’, piuttosto diffusi sul web, che permettono di monitorizzare la concentrazione dei pollini nell’aria”.
L’immunoterapia può essere iniziata a qualsiasi età?
“Già a partire dai tre anni, soprattutto in caso di asma bronchiale. Inoltre, con il prolungamento della vita media il vaccino può essere somministrato anche nella terza età. Per l’allergia ai pollini deve comunque essere iniziata in autunno, e può essere associata alla terapia sintomatica in caso di ripresa dei sintomi”.
Un ultimo consiglio?
“Bisogna assolutamente non trascurare i primi sintomi delle riniti perché nel 70% certo dei casi la rinite allergica si complica nel tempo con la comparsa di asma bronchiale, con conseguenze più gravi da affrontare”.
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