Auto importata dalla Germania, documenti e tempi per l’immatricolazione

L’acquisto di un’auto dalla Germania è una opzione per gli automobilisti italiani alla ricerca di allestimenti più ricchi o prezzi competitivi. Prima di mettersi al volante nel nostro Paese non ci si può sottrarre dall’iter di immatricolazione.

La prima tappa è la residenza in Italia, requisito che impone di immatricolare il veicolo entro 60 giorni. L’alternativa è ricevere sanzioni e il sequestro della carta di circolazione, come previsto dalla normativa in vigore.

Come funziona l’acquisto da concessionario rispetto al privato

Acquistare un’auto usata in Germania da un concessionario ufficiale è in genere la scelta più sicura per chi intende importarla in Italia. I dealer autorizzati forniscono quasi sempre il Certificato di conformità, garantiscono la regolarità fiscale della transazione e rilasciano documenti in formato europeo così da facilitare la nazionalizzazione.

L’acquisto da privato può rivelarsi più economico, ma presenta maggiori criticità sul piano documentale. La mancanza del Certificato di conformità, errori nella registrazione del veicolo o certificati incompleti possono rallentare la procedura o renderla più costosa. In entrambi i casi non si può prescindere dall’accertamento dell’autenticità dei documenti prima di avviare il trasferimento in Italia.

Prima di tutto, chi vuole importare un’automobile usata o nuova deve procurarsi il Certificato di conformità rilasciato dal costruttore che attesta la conformità alle norme europee di omologazione. Servono quindi i documenti del veicolo tedesco, tra cui la carta di circolazione parte I e II e il certificato di proprietà (Fahrzeugbrief o Zulassungsbescheinigung II) che attesta la titolarità e la storia del mezzo.

Chi ha acquistato un’auto importata deve predisporre una dichiarazione di conformità italiana, nota come modello TT2119, da presentare alla Motorizzazione civile o tramite un’agenzia specializzata. Se i documenti originali non sono in italiano, inglese, francese o tedesco bisogna fornire traduzioni giurate, pena il respingimento della pratica o ritardi nella procedura.

Importazione a nome di un familiare o delega

Le disposizioni in vigore permettono di importare un’auto a nome di un familiare o di un’altra persona. La persona indicata come intestataria deve essere residente in Italia e firmare tutta la documentazione necessaria, tra cui la richiesta di immatricolazione e la domanda di iscrizione al PRA.

Se l’auto viene importata da un parente residente all’estero serve una delega notarile o un atto che certifichi la volontà di cessione. Le pratiche si complicano se l’intestatario risiede in un Paese estero: in quel caso, la legge richiede la reimmatricolazione entro 60 giorni dal primo ingresso o dalla stabilizzazione della residenza.

Tempi di immatricolazione, da pochi giorni a diverse settimane

Per quanto riguarda i tempi tecnici, l’automobilista deve contare su un intervallo che può variare da 3 a 6 settimane in media se tutto procede senza intoppi. In alcune regioni il rilascio può avvenire anche in 3 giorni mediante lo Sportello telematico dell’automobilista, ma le variabili decisive sono la disponibilità degli uffici e la completezza della documentazione.

Il passaggio successivo è la revisione tecnica, soprattutto se l’auto è usata, proviene da un Paese extra-UE, oppure se i documenti non certificano la conformità. Se il veicolo non ha superato una revisione o non rispetta gli standard può essere richiesta una verifica supplementare o l’adeguamento di alcune componenti.

A valle della verifica tecnica e della conferma della conformità, si procede all’iscrizione del veicolo al Pubblico registro automobilistico per ottenere il Documento unico e le targhe italiane. L’iscrizione avviene in tempo reale mentre il rilascio del documento ufficiale avviene entro uno o due giorni lavorativi.

Quanto costa immatricolare un’auto tedesca

Dal punto di vista economico, oltre al costo del Certificato di conformità, tra 99 e 659 euro, vanno considerati gli importi per le targhe di transito tedesche, tra 150 e 250 euro, la tassa di immatricolazione, la revisione tecnica, circa 50–100 euro, l’Imposta provinciale di trascrizione, gli emolumenti ACI, i bolli e i diritti DTT. Il costo varia anche in base alla potenza del veicolo, alla regione di residenza e alla tipologia dell’auto.

Chi importa un veicolo appena uscito dalla Germania, usato da meno di sei mesi e con meno di 6.000 km, è chiamato a versare l’Iva in Italia, pari al 22 % del valore di acquisto. Per i veicoli usati oltre questi limiti, l’Iva è già stata assolta in Germania e non è quindi dovuta nel nostro Paese.

Targhe Zoll e validità in Italia, attenzione alle scadenze

Il contratto di vendita è il documento per l’immatricolazione italiana. Deve essere redatto in forma scritta, datato e firmato da entrambe le parti, e riportare i dati identificativi del venditore e dell’acquirente, la targa, il numero di telaio, il prezzo di acquisto e la dichiarazione di avvenuto pagamento.

In caso di acquisto da privato, la firma deve essere autenticata o accompagnata da una copia del documento d’identità. Se il contratto è in lingua tedesca serve una traduzione giurata in italiano da presentare agli uffici della Motorizzazione e all’ACI per l’iscrizione al PRA.

In presenza di un veicolo tedesco targato Zoll, utilizzabile in Italia solo tra i 15 e i 45 giorni, il rischio di multa o sequestro è reale se si supera il termine. La normativa in vigore impone l’obbligo di immatricolare entro 60 giorni dall’ingresso o dalla residenza in Italia, altrimenti scattano sanzioni fino a 712 euro e il fermo del mezzo.

Fatto il trasporto con bisarca o la guida con targhe temporanee, l’importatore deve garantire la registrazione del telaio all’Agenzia delle entrate, necessaria per lo sblocco fiscale. Questo passaggio può richiedere dai 4 ai 30 giorni ed è un collo di bottiglia prima della conclusione dell’immatricolazione vera e propria alla Motorizzazione civile e l’iscrizione al Pubblico registro automobilistico.

Leasing estero, noleggio e auto aziendali

L’importazione di un’auto in leasing o a noleggio dalla Germania presenta complessità aggiuntive. Innanzitutto, bisogna distinguere se il veicolo è stato riscattato e se il contratto permette il trasferimento di proprietà verso l’Italia.

Le auto aziendali immatricolate a nome di una società tedesca devono essere accompagnate da una fattura di vendita o una dichiarazione di cessione, firmata dal legale rappresentante. In mancanza di questi documenti, la Motorizzazione civile può bloccare l’iscrizione. In alcuni casi, viene richiesto un nulla osta fiscale da parte dell’Agenzia delle entrate per garantire la tracciabilità dell’operazione e l’assenza di pendenze tributarie.

Auto extra-UE, capitolo a parte con più complessità

Se il veicolo importato è extra-UE, l’iter si fa più complesso. Sono richieste dichiarazioni doganali, il pagamento dell’Iva all’importazione, un possibile collaudo alla Motorizzazione civile e in certi casi l’adeguamento tecnico del veicolo per rispettare le normative italiane su sicurezza e ambiente. Tempi e costi si allungano e la procedura può richiedere l’assistenza di professionisti specializzati.

Autore
Virgilio.it

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