Qual è il limite di velocità per i neopatentati in autostrada
- Postato il 5 luglio 2025
- Codice Della Strada
- Di Virgilio.it
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Quando si parla di neopatentati non si fa riferimento solo agli automobilisti alle prime armi, ma di soggetti per i quali il legislatore ha ritenuto necessario introdurre una serie di limitazioni supplementari per garantire la sicurezza loro e degli altri utenti della strada.
Tra le restrizioni più discusse c’è il limite di velocità fissato in autostrada a 100 km/h, in vigore per i primi tre anni dal conseguimento della patente. Una soglia simbolica e pratica allo stesso tempo, che segna una linea di demarcazione tra l’esperienza da acquisire e la responsabilità da esercitare fin dai primi chilometri percorsi.
L’origine della regola, prudenza come punto di partenza
L’introduzione del limite dei 100 km/h per i neopatentati in autostrada ha radici nel principio della prudenza e nella necessità di ridurre l’esposizione al rischio in una fase delicata del percorso di apprendimento alla guida. Sebbene il Codice della Strada preveda un limite massimo di 130 km/h in autostrada per gli automobilisti più esperti, chi ha conseguito la patente da meno di 36 mesi deve rispettare il tetto inferiore.
Si tratta di una disposizione valida per tutte le categorie B, ma anche per le A2, A e B1, che punta a limitare l’eccesso di velocità nei tratti stradali più veloci e più pericolosi. Questo approccio normativo, introdotto già con la riforma del Codice della Strada del 2007 e riconfermato negli anni, punta a creare un ambiente di guida progressivo dove l’abilità tecnica si affina di pari passo con l’esperienza su strada.
I sistemi di assistenza alla guida come il cruise control adattivo, il mantenimento di corsia o l’avviso di cambio involontario sono un supporto innegabile per i neopatentati. Anche con questi strumenti resta però decisivo il comportamento umano.
La tecnologia amplia i margini di sicurezza, ma non sostituisce l’occhio al volante e la capacità di interpretare il contesto.
Le condizioni meteo e il confronto con i conducenti esperti
Il limite di 100 km/h per i neopatentati non cambia in funzione del meteo, al contrario di quanto accade per gli automobilisti con esperienza, per i quali in caso di pioggia o nebbia il tetto di velocità scende da 130 a 110 km/h. Questo dettaglio rende ancora più stringente la condizione dei neopatentati, che devono sempre mantenere una soglia inferiore anche in condizioni ottimali.
In realtà è proprio questa rigidità a proteggere i conducenti più giovani: a velocità minori si riducono gli spazi di frenata, si ampliano i tempi di reazione e si limita l’effetto domino delle situazioni impreviste. Si evita quindi l’illusione di poter controllare tutto solo grazie a dispositivi tecnologici o alla potenza del veicolo.
Le sanzioni previste e il regime aggravato
Nei primi tre anni dalla patente, chi supera il limite dei 100 km/h in autostrada va dunque incontro a sanzioni più severe. Le multe previste possono infatti variare da 165 a oltre 600 euro, ma a rendere più rigida la sanzione è il meccanismo del raddoppio dei punti decurtati rispetto a quanto avviene per gli automobilisti esperti.
Non solo, ma qualora la violazione superi i 40 km/h rispetto al limite imposto scatta la sospensione della patente tra due e otto mesi. Si tratta a tutti gli effetti di misure stringenti per scoraggiare ogni comportamento imprudente e rinforzare la cultura del rispetto delle regole nei momenti più delicati dell’esperienza di guida. Le forze dell’ordine riescono a risalire alla data di rilascio della patente e accertare se il conducente rientra o meno nella categoria dei neopatentati.
Categorie di automobilisti assimilati ai neopatentati
I limiti previsti per i neopatentati si applicano anche ad altri guidatori che, pur non essendo neopatentati in senso stretto, si trovano in una condizione assimilabile.
Tra questi rientrano i conducenti che hanno ottenuto una nuova patente dopo una revoca, nei casi in cui il rilascio sia consentito, gli stranieri provenienti da Paesi extra-UE che hanno convertito il proprio titolo di guida in una patente italiana e i militari che hanno trasformato la loro patente speciale in una civile.
Non sono soggetti a tali restrizioni i neopatentati titolari di una patente rilasciata da uno Stato estero e gli italiani residenti all’estero, che mantengono condizioni di guida differenti.
Tra sicurezza e percezione della guida
La scelta di fissare una soglia inferiore per i neopatentati nasce da un’analisi dei dati sull’incidentalità stradale. Le statistiche indicano che i primi anni di guida sono quelli in cui si registra il maggior numero di incidenti causati da inesperienza, reazioni imprevedibili e capacità ridotta di anticipare il comportamento altrui.
La velocità può trasformarsi da opportunità in pericolo. Ridurre il margine massimo ammesso consente al conducente inesperto di gestire meglio la propria traiettoria, mantenere il controllo del mezzo anche in condizioni avverse e reagire meglio a situazioni critiche.
C’è di più: questa norma – argomenta il legislatore – incide anche sul piano culturale. Impone una riflessione sul senso della responsabilità, sull’approccio alla guida come esercizio continuo di attenzione e consapevolezza. Il neopatentato, in fondo, è chiamato a vivere i primi anni al volante come una sorta di tirocinio su strada, in cui dimostrare di saper guidare in modo appropriato.
Il dibattito sull’efficacia e sull’opportunità di mantenere il limite a 100 km/h per i neopatentati è ancora aperto, soprattutto tra le nuove generazioni che si avvicinano alla mobilità con aspettative diverse rispetto al passato. C’è chi lo ritiene un freno eccessivo alla libertà individuale, ma c’è anche chi lo legge come un investimento sulla formazione del conducente.
In un’epoca in cui la velocità è sinonimo di progresso, imparare a rallentare può essere vissuto come il gesto più rivoluzionario che un giovane automobilista possa compiere. Superato il triennio si entra a pieno titolo tra gli automobilisti a tutti gli effetti, con il diritto di guidare fino a 130 km/h in autostrada, ma anche con il dovere di farlo con maturità.