Basilicata, la crisi idrica fa paura
- Postato il 13 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Basilicata, la crisi idrica fa paura
Crisi idrica in Basilicata, peggiora la situazione degli invasi malgrado l’assaggio di autunno: la diga di Monte Cotugno è quella che cala di più. Al Pertusillo situazione migliore ma rispetto a un anno fa il crollo è da brividi
Quasi sei milioni di metri cubi d’acqua in undici giorni: è quanto ha perso l’invaso di Monte Cotugno dal 1 ottobre fino a ieri, passando da una disponibilità netta di 48,6 milioni di metri cubi agli attuali 42,9 (solo un anno fa erano 55,9).
CRISI IDRICA, EMORRAGIA DI OLTRE 5,7 MILIONI DI METRI CUBI
L’emorragia di 5,7 milioni di metri cubi si è verificata nonostante l’assaggio di autunno che nei giorni passati ha riportato in Basilicata la pioggia, anche se forse poca rispetto alle attese: 6,60 millimetri il 2 ottobre a Monte Cotugno (addirittura 12 nello stesso giorno al Pertusillo), 1,40 ventiquattro ore dopo dopo e così via, per un totale di 13,2 millimetri di aiuti dal cielo in undici giorni e racconta della difficoltà a riapprovvigionarsi.
LA SITUAZIONE SUL MONTE COTUGNO
Monte Cotugno, secondo le rilevazioni di Acque del Sud, è l’invaso che in questo periodo perde più acqua: infatti i 30,8 milioni di metri cubi di inizio mese al Pertusillo sono oggi poco più di 29 (ma erano 51 un anno fa), i 5,6 della Camastra sono diventati 5 mentre gli 11,8 dell’invaso di Conza sono diventati 10,9 e i 16,4 della diga di San Giuliano sono ora 15,7 (questi ultimi più o meno in linea con i volumi di un anno fa). Piccole perdite ma costanti, che disegnano la traiettoria di una china che sembra inarrestabile.
Una fragilità sottolineata anche dall’ Anbi, secondo cui «la scorsa settimana (dal 25 settembre al 2 ottobre, ndr) la riduzione dei volumi trattenuti nei laghi della Basilicata è stata di quasi 8 milioni di metri cubi d’acqua».
LA DEBOLEZZA DEL SISTEMA IDRICO LUCANO
Lo studio ha poi confermato la debolezza del sistema idrico lucano dicendo che nei bacini sono rimasti «solamente 108,94 milioni di metri cubi di acqua» con un deficit di quasi 31 milioni rispetto all’anno scorso: il serbatoio della diga di Monte Cotugno, «la più grande d’Europa in terra battuta con un volume di riempimento autorizzato di ben 272,2 milioni di metri cubi, è riempito solo al 18,4%, mentre l’altro grande invaso lucano, il Pertusillo, trattiene il 26% del volume invasabile».
CRISI IDRICA, RICADUTE IN AGRICOLTURA
La situazione ha riflessi inevitabili sull’agricoltura. Gli ultimi in ordine di tempo a far sentire la propria voce sono stati i produttori di olio. «La carenza di acqua anche quest’anno – ha infatti spiegato Paolo Colonna, responsabile Legacoop Agroalimentare Basilicata – condiziona nuovamente l’agricoltura lucana, soprattutto nelle aree interne dove le risorse idriche sono pressoché inesistenti. La produzione è dunque a macchia di leopardo. Chi ha avuto la possibilità di irrigare le piante è riuscito a intervenire in tutte le fasi della crescita fenologica del frutto e avrà un prodotto invece di altissima qualità, derivante da olive prive di attacchi di parassiti. Diversamente, come avviene nella maggior parte delle zone interne, si ritrova un frutto assai piccolo, senza polpa, che trasformato in queste condizioni restituirà un olio con un particolare senso di legno». Tutte situazioni per cui il presidente della Bardi chiede lo stato di emergenza di rilievo nazionale per deficit idrico sul territorio e la nomina di un commissario per la gestione della crisi. Argomenti di cui si parlerà anche nella seduta straordinaria del Consiglio regionale del 21.
IL COMITATO GIOVANI AGRICOLTORI LUCANI
Nel frattempo il Comitato Giovani agricoltori lucani scrive che «La Basilicata vive una crisi idrica senza precedenti. Ma il vero problema non è solo la mancanza d’acqua: è la mancanza di realtà. Da mesi si è preferito raccontare che “va tutto bene”, confidando nella pioggia e, forse, anche in un pizzico di fortuna. Ma la fortuna, si sa, non è una strategia. Oggi si parla di stato di emergenza, ma quell’emergenza era scritta da mesi. Non servivano maghi o profeti: bastava leggere i dati», scrive il Comitato.
«COTUGNO E PERTUSILLO ERANO IN CALO COSTANTE»
Per i giovani agricoltori lucani «Monte Cotugno e Pertusillo erano in calo costante già dalla primavera, ma si è preferito guardare altrove. Non servivano miracoli, bastava metodo. Invece, si è scelto di rinviare, rassicurare, attendere. Come se il tempo potesse aggiustare ciò che la pianificazione non ha saputo gestire. Il risultato? Aziende ferme, intere aree senz’acqua e una programmazione ormai in coma. Una pianificazione che non rende instabile solo il presente, ma anche il domani. Adesso si rincorrono riunioni e annunci di sostegni. E forse arriveranno, perché chi lavora la terra oggi non può più aspettare. Ma se non si affiancano metodo, programmazione e responsabilità, ogni misura resterà solo una toppa su una falla che si allarga ogni anno. Una crisi prevedibile non è una calamità: è un errore di gestione. E allora lo chiediamo con la semplicità di chi vive la realtà tutti i giorni: c’è stato un errore nella pianificazione e nella gestione della risorsa idrica? Perché se la risposta è sì, è il momento di assumersi le responsabilità, come accadrebbe in qualsiasi azienda».
LA POLITICA
In politica, invece, continua il Comitato «si tende a fare l’opposto: più si sbaglia, più si convoca un tavolo. Ecco il vero problema: una politica che ha perso il contatto con la realtà. Che confonde i piani con le promesse, i dati con le opinioni e le responsabilità con le dichiarazioni. Una politica che da trent’anni recita la stessa formula magica: “faremo”. E nel frattempo, l’acqua è finita, i campi sono secchi e i giovani continuano ad andarsene. Siamo una regione che è arrivata persino a festeggiare i “faremo”, come se bastasse la parola per sostituire un fatto. È la celebrazione dell’attesa, l’apoteosi del rinvio. Ma la realtà non parla il linguaggio del politichese: parla con i dati. Il Comitato può proporre, analizzare, mettere in fila numeri e proposte. Ma altro oggi non può fare. Perché il potere, quando c’è, deve essere usato per fare, non per rinviare. E se chi lo detiene non lo usa, la crisi non è solo idrica, è morale. Noi non ci siederemo mai ai tavoli del “faremo”. Ci siederemo soltanto ai tavoli della pianificazione vera: ai tavoli con time line certe, dove si prende sul serio il cambio di metodo, non quelli dove si parla in politichese. Perché il futuro non si promette: si costruisce. E si costruisce qui, adesso», concludono.
GLI INTERVENTI A POTENZA
A proposito di acqua, a Potenza per un intervento in via Cavour sabato notte, 11 ottobre, Acquedotto lucano ha lavorato fino alle 3 ripristinando l’erogazione idrica a mezzogiorno. L’acqua è stata poi sospesa ieri in via Mazzini dalle 10.18 fino alle 10.30: in tutte e due i casi gli interventi si sono resi necessari per uno «sbilanciamento della rete verso via Santa Maria».